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La coibentazione edilizia dal punto di vista del progettista termotecnico
L'efficienza energetica di un edificio non è solo 'questione di caldaia':
una buona coibentazione permette di limitare le dispersioni termiche.
I consigli del progettista termotecnico
Una
buona coibentazione consente, infatti, di limitare le dispersioni termiche dell’ambiente interno verso l’esterno.
La riduzione del fabbisogno di potenza termica consente l’impiego di terminali di emissione funzionanti a bassa temperatura, come, ad esempio, i pannelli radianti a pavimento.
Nelle costruzioni termicamente performanti trovano particolare applicazione i moderni generatori di calore: le
pompe di calore impiegate singolarmente o in abbinamento a caldaie a condensazione.
La
progettazione dell’involucro assume particolare importanza per consentire un buon comfort termico degli occupanti, ma anche per ridurre le dispersioni termiche e di conseguenza ottenere un reale risparmio energetico.
Il punto di partenza è la
trasmittanza termica espressa in W/m
2k che rappresenta la quantità di calore che attraversa 1m2 di parete per una differenza di 1 grado.
La trasmittanza termica è l’inverso della
resistenza termica.
Minore è il valore di trasmittanza termica maggiore sarà il livello di isolamento e viceversa.
Per far sì che una data parete raggiunga il valore ottimale di trasmittanza termica (magari in conformità al limite fissato per legge) occorre prendere in considerazione il
coefficiente lambda del materiale coibente scelto e variarne lo spessore per aumentare la resistenza termica della parete e di conseguenza diminuire la trasmittanza termica.
Particolare attenzione deve essere fatta all’eventuale formazione di condensa all’interno degli strati che compongono la parete.
A tal proposito occorre valutare accuratamente la compatibilità dei materiali scelti analizzando in dettaglio la permeabilità.
Con l’ausilio del
diagramma di Glaser è possibile valutare per ogni mese che compone l’anno solare l’andamento della temperatura nei singoli strati, della pressione parziale del vapore acqueo e la pressione di saturazione del vapore.
La formazione di condensa interstiziale si ha quando la pressione di saturazione del vapore interseca la pressione parziale del vapore.
Qualora il diagramma di Glaser evidenzi la probabile formazione di condensa interstiziale occorre prevedere un freno al vapore ovvero l’installazione di un materiale (come ad esempio
polietilene PE) che funga da barriera al vapore.
Una buona progettazione, tuttavia, deve prendere in considerazione diversi aspetti che vanno oltre il semplice concetto di isolamento termico.
A determinare il
comfort concorre anche lo sfasamento termico specie nel periodo estivo.
Lo sfasamento termico, espresso in
H, rappresenta il ritardo temporale tra due condizioni: il momento in cui la
superficie esterna della parete raggiunge la temperatura massima e il momento in cui la
superficie interna raggiunge la temperatura massima.
In pratica, nel periodo estivo quando all’esterno si hanno temperature elevate un buon sfasamento termico (circa 12 h) consente di ritardare l’andamento dell’onda termica da esterno ad interno.
Lo sfasamento termico aumenta utilizzando materiali edilizi aventi elevata capacità termica.
La buona progettazione dell’involucro deve prendere in considerazione anche l’
aspetto acustico: è un aspetto molto importante in quanto oggi il rumore è considerato una vera propria forma di inquinamento.
A tal proposito, occorre evidenziare come alcuni materiali isolanti ottimi in campo termico non necessariamente lo siano in campo acustico.
Il progettista deve, quindi, valutare una molteplicità di fattori trovando il giusto compromesso per consentire sia un’efficienza termica sotto tutti i fronti che acustica.
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