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02/02/2017 11:58 | |
Quak150, 31/01/2017 17.51:
Si.
Ci vogliono un gran impegno e volonta' collettiva per fermare questa tendenza autodistruttiva ed invertire la rotta. Se l'Europa le avra', avra' dimostrato di meritare di sopravvivere.
Diversamente... non merita di esistere.
C'e' poco da girarci intorno. Ita est.
Però facciamo attenzione a tutto quello che i giornali scrivono sui titoli, perchè fanno quei titoli a effetto per attirare più lettori, ma poi se andiamo a leggere bene tutto l'articolo scopriamo che le cose stanno diversamente.
Voglio prendere un recente fatto di cronaca come esempio e voglio prendere pure uno dei più schierati giornali verso il PD, guarda il titolo, pensa a quello che ti lascia immaginare, e confrontalo col contenuto, almeno le parti che evidenzierò:
"Migrante sequestra e molesta operatrice in un centro di accoglienza:
arrestato, sarà espulso"
I carabinieri sono intervenuti d'urgenza nell'hotel "Le Chateau", usato come centro accoglienza nella zona di Varcaturo. Salvini: "Castrazione chimica". Saviano: "Salvini irresponsabile"
di RAFFAELE SARDO
E' pomeriggio, un nigeriano di 26 anni, ospite del centro di accoglienza a Giugliano in Campania (Napoli) entra in un ufficio nel seminterrato dove è al lavoro un'operatrice. Ha una scusa pronta: deve chiedere informazioni per il permesso di soggiorno scaduto. Ma blocca la porta, sequestra la donna - per circa mezz'ora - e la molesta, abbassandosi i pantaloni.
L'operatrice, 62 anni, non perde la calma, lo tiene a distanza e riesce a infilare un bigliettino sotto la porta: "Aiuto, avvisate i carabinieri" e a far entrare nella stanza altre persone. Una collega dà l'allarme. I militari intervengono d'urgenza nell'hotel "Le Chateau", usato come centro accoglienza nella zona di Varcaturo, liberano la vittima e bloccano il 26enne nigeriano, che dopo le formalità di rito è stato portato nel carcere di Poggioreale e per lui scatterà l'espulsione. In attesa della quale è già scoppiata la polemica.
Il nigeriano, a Napoli da settembre, ora è accusato di sequestro di persona e violenza sessuale, anche se non c'è stata la consumazione di un rapporto fisico. Nella struttura di accoglienza di Varcaturo sono ospitati 85 migranti. Non si sono verificati episodi gravi nè ci sono state in passato tensioni tra abitanti della zona e residenti.
"Non mi ha violentata - racconta la donna - si è abbassato i pantaloni e ha fatto cose sue. Ha raccontato che non aveva una donna da tre anni e chiedeva chiarimenti sul suo documento, scaduto oggi. Certo rimanere chiusa con lui non è stato piacevole, a un certo putno ha battuto anche i pugni sul tavolo. Ma non mi ha violentata, questo no".
Su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini, attacca: "Un 'bravo migrante' africano, ospite (a spese nostre) di un centro di accoglienza per presunti profughi vicino a Napoli, ha sequestrato e violentato una operatrice della struttura che lo accoglie. È stato arrestato, ma non basta. Castrazione chimica e poi espulsione: questa deve essere la cura".
Post a cui replica Roberto Saviano: "Lei è un irresponsabile e io la disprezzo". "Secondo i dati Istat 2015 sono 652mila le donne che hanno subito stupri e 746mila le vittime di tentati stupri- scrive Saviano - Che facciamo Matteo Salvini, castriamo un totale di 1 milione 398mila stupratori? E gli italiani che sono tra questi dopo averli castrati dove li mandiamo? Qual è in questo caso la cura? La prigione per lei è sufficiente? I processi li facciamo o pratichiamo direttamente la castrazione? Dobbiamo tornare alla legge del taglione? È questo che prevede la campagna di odio razziale che porta avanti da sempre insieme al suo partito?. Lo sa che le donne maggiormente esposte a violenza fisica in Italia sono le straniere? E lo sa che sono in larghissima parte vittime di violentatori italiani? Ma come osa seminare odio in un momento storico tanto difficile? Oggi più che mai mantenere tranquillità e sedare l'odio razziale è un dovere".
"La nostra è e resterà sempre una città accogliente, ma tolleranza zero per chi commette reati", interviene il sindaco di Giugliano, Antonio Poziello. Nel Comune di Giugliano, ed in particolar modo nella fascia costiera, spiega ancora il sindaco Poziello "da circa un anno e mezzo non ci sono ulteriori arrivi, se non ad integrazione dei posti lasciati liberi". Una scelta di operare su numeri precisi di migranti accolti "anche per poter portare a termine piani di integrazione. Ma nessuna tolleranza per chi commette reati".
Lungo la fascia costiera di Giugliano - tra Licola, Lago Patria e Varcaturo - una zona cresciuta urbanisticamente troppo in fretta negli ultimi due decenni, sono stati intensificati i controlli da parte delle forze dell'ordine. In alcuni alberghi, poi riconvertiti, hanno trovato accoglienza numerosi migranti. E tantissimi sono quelli che hanno già avviato un percorso di integrazione anche grazie all'opera di strutture di volontariato.
Solidarietà e vicinanza "alla nostra amica operatrice", condanna nei confronti del comportamento "del nostro connazionale" e, infine, un invito "agli sciacalli di professione ad inquadrare i fatti per come si sono realmente svolti, addebitabili a una sola persona e non a una comunità". Questo il commento di Omeliko Mike, presidente della Comunità nigeriana in Campania, a quanto accaduto nell'hotel "Le Chateau", centro accoglienza a Varcaturo, nel comune di Giugliano in Campania (Napoli), dove si è registrata l'aggressione nei confronti di un'operatrice del centro.
La Comunità nigeriana di Napoli e della Campania evidenzia che "l'increscioso episodio, al vaglio dei magistrati, riguarda un connazionale che già in precedenza si è distinto per una particolare effervescenza psico-caratteriale, che è sfociato nell'atto inconsulto di introdursi nell'ufficio della stimata operatrice del centro di accoglienza e poi di denudarsi".
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Sarà che la violenza del migrante nei confronti di una donna è derubricata a danno collaterale dell'accoglienza, evviva l'accoglienza,
perciò non fa notizia, o meglio non deve, fatto sta che le aggressioni perpetrate dai maschi giovani e virili,
sospesi nel limbo dell'attesa infinita di valutazioni e ricorsi, si moltiplicano.
A pagarne le spese sono soprattutto le donne: quelle schierate in prima linea sul fronte della gestione dei migranti, del soccorso e dell'ascolto, diventano vittime della forza fisica e dell'impulso sessuale.
Basta compulsare le pagine della cronaca locale, l'ultimo episodio è avvenuto alla periferia di Giugliano, in provincia di Napoli, dove un giovane nigeriano di 25 anni, ospite del centro di accoglienza locale, si è introdotto nell'ufficio di una operatrice, ha bloccato la porta e ha abusato sessualmente di lei. Adesso l'uomo è ristretto a Poggioreale e sarà presto espulso, la signora 62enne fa i conti con la sindrome post traumatica.
Agli inizi dell'anno abbiamo assistito alla presa in ostaggio di venticinque operatori, tra loro diverse donne, nella struttura di Cona nel veneziano. Un'azione in stile guerriglia, con i migranti che staccano la corrente, appiccano il fuoco, urlano frasi incomprensibili al punto che gli operatori impauriti si barricano nei container. «Per un po' ha funzionato il sistema elettrico di emergenza ha raccontato un'operatrice ma da qualche ora siamo al freddo e al buio. Se tentassimo di riavviare l'impianto di illuminazione esterno rischieremmo di essere aggrediti. Ogni tanto qualcuno prende a pugni la porta, siamo terrorizzati. Urlano e alcuni hanno in mano delle spranghe. Ci hanno detto: stanotte dormirete qui».
Presa in ostaggio pure a San Michele di Ganzaria, nel Catanese, dove quattro migranti di età compresa tra i 14 e i 17 anni, al fine di ottenere con un giorno di anticipo la cosiddetta «pocket money», la paghetta, si sono armati di bastone e hanno sequestrato quattro operatori, incluse due donne, segregandoli in una stanza chiusa a chiave.
Analogo copione a Sarule, nel Nuorese, all'interno dell'agriturismo Donnedda, temporaneamente trasformato in centro d'accoglienza: pure qui cinque ospiti, tutti africani, hanno tenuto in ostaggio la mediatrice culturale e dopo alcune ore di trattativa con le forze dell'ordine - oggetto del contendere ancora la benedetta paghetta - la donna terrorizzata è stata liberata.
A Carpineto invece un nigeriano di 30anni ha malmenato l'operatrice in pieno giorno, l'accesso d'ira è stato poi giustificato con l'insoddisfazione per i pasti serviti. Chissà che cosa sarebbe accaduto se non fossero intervenuti tempestivamente gli astanti.
A Calais un'interprete 38enne, traduttrice di lingua pashtu, è stata stuprata da un migrante, con la complicità di altri due, sotto la minaccia di un coltello.
Finale tragico invece in Svezia dove un'operatrice 22enne durante il turno di notte è stata accoltellata da un 15enne richiedente asilo in un centro di accoglienza per minorenni a Moelndal. Pare che alle origini dell'aggressione ci fosse stato un diverbio, la ragazza è morta.
[Modificato da Arcanna Jones 02/02/2017 12:00] |