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Libia

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09/10/2015 14:34

Raggiunta l'intesa sul governo unitario:

Premier: Fayez Serraj (originario di Tripoli, membro del Parlamento di Tobruk ma non nella lista dei designati da Tobruk);
Vice: Ahmed Maetiq (Misrata, 'Parlamentò di Tripoli), Moussa Kony (Sud, indipendente), Fathi Majbari (Est, sostenuto da Tobruk ma anche da Ajdabia e dall'Esercito libico).
Ministri: Mohamed Ammari (Tripoli), Omar Al Assuad (Zintan).
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09/10/2015 14:36

Dal Messaggero:

Le delegazioni libiche hanno raggiunto un'intesa sul nuovo governo unitario libico, che ora sarà al vaglio di Tobruk e Tripoli. Lo ha annunciato il rappresentante speciale dell'Onu per la Libia, Bernardino Leon, in Marocco. Fayez Serraj il nome del premier. «Speriamo che questa lista di nomi possa avere il sostegno di tutti i libici», ha detto Leon. «Voglio sottolineare il coraggio, la generosità e la creatività da parte di tutti i partecipanti al dialogo libico. La Libia è un grande Paese e questo accordo può funzionare. Questo Paese può affrontare tutte le sfide, umanitarie, sicurezza ed economiche. Per noi è stato un onore lavorare con tutti i libici, non solo quelli presenti qui, ma con tutti», ha ha affermato Leon. «Un ringraziamento va anche al Marocco per avere ospitato i colloqui ed anche ai rappresentanti dei media che ci hanno seguito in questa lunga maratona».

Ecco la lista del nuovo governo unitario. Premier: Fayez Serraj (originario di Tripoli, membro del Parlamento di Tobruk ma non nella lista dei designati da Tobruk); Vice: Ahmed Maetiq (Misrata, 'Parlamentò di Tripoli), Moussa Kony (Sud, indipendente), Fathi Majbari (Est, sostenuto da Tobruk ma anche da Ajdabia e dall'Esercito libico). Ministri: Mohamed Ammari (Tripoli), Omar Al Assuad (Zintan).

«Questo governo avrà bisogno del sostegno di tutti i libici - ha aggiunto Leon - Sono sicuro che ci sarà anche molto supporto dalla comunità internazionale».

ì«Soddisfazione per il risultato conseguito nella notte dalle delegazioni delle formazioni libiche», è stata espressa dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Per il capo della diplomazia italiana, «è un importante tappa del percorso verso l'auspicabile creazione di un governo di unità nazionale». «Ora è fondamentale che tutte le parti approvino l'intesa raggiunta questa notte e procedano alla firma dell'accordo», ha commentato Gentiloni. «L'Italia, nel riconoscere l'incessante sforzo compiuto dall'inviato delle Nazioni Unite, Bernardino Leon - ha concluso il ministro - continuerà a dare il suo sostegno alle prossime tappe verso la pace e la stabilità della Libia».

Venerdì 9 Ottobre 2015, 00:46 - Ultimo aggiornamento: 11:49
www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/libia_leon_governo_unitario/notizie/16092...
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09/10/2015 14:46

Il passo più difficile deve essere ancora fatto, ora i due parlamenti dovranno approvare questa intesa e la strada la vedo ancora tutta in salita...
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Io penso che ci si dovrebbe di più occupare della situazione libica, la Libia è a un tiro di schioppo dalle nostre coste, il grosso degli sbarchi come sappiamo arriva da li'.
Nelle ultime settimane mi sembra che si dà più occhio alla situazione Siriana, che ora della fine con noi non ha niente a che vedere, poichè dista una cifra di km, Grecia,Turchia,Siria, mentre x la Libia, Libia coste delle Sicilia. [SM=x44450]
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09/10/2015 19:10

Re:
pliskiss, 09/10/2015 18:11:

Io penso che ci si dovrebbe di più occupare della situazione libica,




Ma infatti è quello che sta facendo l'inviato delle Nazioni Unite, Bernardino Leon, insieme al nostro ministro degli esteri Gentiloni e alla diplomazia internazionale, perchè finchè non ci sarà un unico governo con cui dialogare sarebbe impossibile andare a mettersi d'accordo con le 200 tribù che comandano nei territori libici, spesso in guerra pure tra di loro..
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09/10/2015 20:09

Di buono c'è che intanto è stato dato il via da parte dell'Onu all'operazione coste, per respingere i barconi stracarichi di migranti che partono dai porti libici,
si spera che l'esercito libico non prenda a cannonate le navi italiane che vanno a fare questi respingimenti...

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Seh, e tu credi che "respingeranno" qualcosa? Illuso.
Ne caricheranno solo di più.

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11/10/2015 22:33

Re:
Quak150, 11/10/2015 18:31:

Seh, e tu credi che "respingeranno" qualcosa? Illuso.
Ne caricheranno solo di più.




Esatto! per operazione coste si intende che andranno a caricarli direttamente sulle coste libiche, scommetti?


Invece io penso che a questo punto più che mai ci converrebbe mandare i nostri soldati a prendere possesso delle coste libiche, tantopiù che ora la Libia è senza un governo e pure dilaniata dalle guerre civili...
Almeno prendendo possesso delle coste non manderanno più le motovedette libiche a depredare i nostri pescatori in acque internazionali come i peggiori pirati
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Re: Re:
cannonball, 11/10/2015 22:33:




Esatto! per operazione coste si intende che andranno a caricarli direttamente sulle coste libiche, scommetti?


Invece io penso che a questo punto più che mai ci converrebbe mandare i nostri soldati a prendere possesso delle coste libiche, tantopiù che ora la Libia è senza un governo e pure dilaniata dalle guerre civili...
Almeno prendendo possesso delle coste non manderanno più le motovedette libiche a depredare i nostri pescatori in acque internazionali come i peggiori pirati



Possesso coste Libiche? vedi che cosi occupi [SM=x44458] non è mica casa tua, poi dove sono i soldati? manco abbiamo le forze di Polizia! A l'Europa gli va bene? mica facile [SM=x44458]
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Re:
Quak150, 11/10/2015 18:31:

Seh, e tu credi che "respingeranno" qualcosa? Illuso.
Ne caricheranno solo di più.



Dicono che gli sbarchi stanno diminuendo, ormai sono tutti di quà [SM=x44458]
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11/10/2015 22:58

Re: Re:
pliskiss, 11/10/2015 22:54:



Dicono che gli sbarchi stanno diminuendo, ormai sono tutti di quà [SM=x44458]




Non scherziamo, in Africa ci sono 800 milioni di persone poco raccomandabili che non vedono l'ora di venire in Italia, finora tramite la Libia passa un flusso considerevole e sarebbe ora di chiuderlo, ma poi bisogna turare tutte le altre falle dell'immigrazione clandestina.
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Profughi, documenti falsi in saldo per partire da Linate: il mercato nero in Centrale

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13/10/2015 15:02

Re: Re: Re:
Freedom's promoter, 11/10/2015 22:58:




Non scherziamo, in Africa ci sono 800 milioni di persone poco raccomandabili che non vedono l'ora di venire in Italia,




Ho qualche domanda:

1) chi li ha contati?, da quali Paesi provengono (l'Africa è grande!)?,
ma soprattutto:

2) chi sono? Che intendi per "persone poco raccomandabili"?

3) come fai a sapere che non vedono l'ora di venire in Italia? Cioè, che verrebbero a fare, quali sono le loro intenzioni?

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13/10/2015 15:05

Re:
Quak150, 13/10/2015 14:05:

Profughi, documenti falsi in saldo per partire da Linate:




...mica tanto in saldo... 400 euro!

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20/10/2015 01:06

Si chiamava Libia


si_chiamava_libia_915_820



Le carte a colori di Limes 9/15 Le guerre islamiche



carta di Laura Canali


La carta ritrae la frammentazione della Libia.




Il paese è diviso tra le aree sotto la potestà del governo di Tripoli e quelle del governo di Tobruk, i quali vantano comunque un controllo assai labile e conteso. Il sud ovest è a sua volta diviso tra le aree controllate dai miliziani tuareg e quelle sotto il controllo di trafficanti saheliani.




Nella carta sono rappresentate anche le cellule dello Stato Islamico (presenti da Derna a Tripoli) e le città con forte presenza di gruppi jihadisti.




L’anarchia ha aperto la strada ai flussi dei migranti e dei commerci illeciti, nuovi motori economici di ciò che una volta si chiamava Libia.




Questa carta è tratta dal numero 9/15 di Limes Le guerre islamiche.


 



:



Italia e Libia, una storia di soldi, petrolio e migranti


Italia e Libia, una storia di soldi, petrolio e migranti


La Libia è sempre più importante per l’Italia per gli investimenti economici di quel paese, per il petrolio e il gas e per i flussi migratori dall’Africa. Il trattato di amicizia e cooperazione e le ferite del periodo coloniale.






La guerra di Libia


La guerra di Libia


LE CARTE A COLORI DI LIMES 1/2011 "Il grande tsunami"



(clicca sulla carta per ingrandirla)

LA PARTITA DEL PETROLIO

Nella ‘nuova Libia’, se mai ci sarà, i contratti energetici non saranno toccati. Come si riposizionano occidentali e locali in vista della battaglia delle concessioni. I problemi dell’Eni. I sauditi hanno bisogno di prezzi petroliferi alti per pagare la stabilità.


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20/10/2015 13:03

Re: Re: Re: Re:
Leonessa73, 13/10/2015 15:02:




Ho qualche domanda:

1) chi li ha contati?, da quali Paesi provengono (l'Africa è grande!)?,
ma soprattutto:

2) chi sono? Che intendi per "persone poco raccomandabili"?

3) come fai a sapere che non vedono l'ora di venire in Italia? Cioè, che verrebbero a fare, quali sono le loro intenzioni?




Non so cosa intende Freedom, ma nessuno ci obbliga a fare i buonisti, bisogna avere il coraggio di dire che i migranti, rifugiati o economici che siano non sono tutti stinchi di santo, sono grosso modo come noi italiani e non si deve scandalizzare nessuno se si fa la facile previsione che un flusso continuo dell'ordine di 200-300mila clandestini in più ogni anno porterano problemi che si sommeranno agli altri problemi che già abbiamo.

Quali intenzioni hanno non lo so, ma so che non hanno nulla da perdere a venire qui, poi non hanno nemmeno un'identità, documenti e nemmeno la voglia di farsi identificare facendosi prendere le impronte digitali e le foto, questo mi preoccupa, se fossero animati dalle migliori intenzioni verrebbero coi passaporti per dimostrare più velocemente di aver diritto all'asilo politico e comunque non si opporrebbero all'identificazione.
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17/12/2015 16:20

Libia: raggiunto accordo per governo di unita' nazionale.

Il ruolo dell'Italia e' stato decisivo per questo primo importante passo verso la pace. I governi italiani, di destra e di sinistra, non hanno mai sbagliato in medio oriente a differenza di America, Francia e Inghilterra determinati a far fuori Saddam, Gheddafi e Assad.

Abbiamo avuto sempre con questi paesi ottimi rapporti, per non parlare della Tunisia, del Marocco e dell'Egitto paesi amici da sempre. Ringraziamo i fratelli europei e americani per il casino che hanno cambinato, per le guerre volute, per le ondate di migranti generate, per essersene strafregati fino a quando la situazione non li abbia direttamente riguardati e, per una volta.. evviva l'Italia.
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17/12/2015 17:20

Re:
lady considine, 17/12/2015 16:20:

Libia: raggiunto accordo per governo di unita' nazionale.

Il ruolo dell'Italia e' stato decisivo per questo primo importante passo verso la pace. I governi italiani, di destra e di sinistra, non hanno mai sbagliato in medio oriente a differenza di America, Francia e Inghilterra determinati a far fuori Saddam, Gheddafi e Assad.

Abbiamo avuto sempre con questi paesi ottimi rapporti, per non parlare della Tunisia, del Marocco e dell'Egitto paesi amici da sempre. Ringraziamo i fratelli europei e americani per il casino che hanno cambinato, per le guerre volute, per le ondate di migranti generate, per essersene strafregati fino a quando la situazione non li abbia direttamente riguardati e, per una volta.. evviva l'Italia.



Scusa Lady ma questo lo dici te o l'hai letto da qualche parte?
Un mese fa questi perchè hai superato i confini con le Navi sembrava che ti volevano dichiarare guerra? unità nazionale perchè forse continuano ad entrare e gli facciamo comodo? un malinteso e con questi gli accordi saltano subito.
Che poi i giornali Renziani vogliono fare vedere che tutto va bene? quello è un altro discorso?

[Modificato da pliskiss 17/12/2015 17:22]
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04/01/2016 19:34

Libia, pronti ad attaccare: l'Italia guiderà un contingente di truppe scelte.
In arrivo 6000 soldati tra SAS, Marine, Seal e Legione Straniera

(di Franco Iacch) 04/01/16

Mille soldati inglesi, tra cui 200 operatori della SAS, saranno tra poche settimane in Libia per arginare l’avanzata dello Stato islamico nella Regione. Le truppe combattenti faranno parte della prossima grande offensiva prevista in Libia contro la rete del terrore. L'operazione – scrivono oggi sul Mirror - coinvolgerà circa 6.000 soldati, tra marine americani e truppe europee.

Aggiungono dal quotidiano inglese: “La forza sarà guidata dagli italiani, il contingente sarà in prevalenza formato da soldati inglesi, francesi ed americani”.

Dall’Inghilterra, quindi, confermano il ruolo di comando degli italiani, lasciando intendere però che la presenza sul terreno dovrebbe essere limitata alla semplice coordinazione delle truppe sul campo. Dovrebbe essere escluso il coinvolgimento in prima linea di soldati italiani. Da rilevare che i seimila soldati che a breve giungeranno in Libia non svolgeranno compiti di ricognizione (quel ruolo è già stato affidato allo Special Reconnaissance Regiment), ma saranno truppe combattenti al fianco delle milizie lealiste. In un primo momento dovrebbero svolgere compiti di formazione, ma l’impiego in prima linea appare certo considerando il numero schierato.

Le ultime analisi nella Regione parlano di una forza estremista di cinquemila elementi in espansione costante. I terroristi hanno già conquistato alcuni importanti giacimenti petroliferi. Una volta arginata l’invasione e stabilizzato l’asset tattico, l’obiettivo sarà quello di conquistare la roccaforte costiera di Sirte. Prima ancora, però, la nuova Coalizione (a guida italiana), dovrà impedire che nelle mani dei terroristi possa cadere il più grande giacimento petrolifero del Nord Africa, i pozzi di Marsa al Brega, che si trovano tra Sirte e Bengasi.

Ritornando agli inglesi. I SAS avranno anche compiti di “battle-space management” per l’esercito libico. La Royal Navy, intanto, ha inviato anche un cacciatorpediniere verso la costa del Nord Africa ed alla RAF è stato dato l’ordine di allestire una nuova campagna aerea contro obiettivi dello Stato islamico in Libia (è ancora ignota la forza che parteciperà ai raid).

Gli Stati Uniti hanno già confermato l’invio dei Marine, supportati da alcuni team Navy Seal in ruolo di ricognizione.

I francesi, infine. Parigi rappresenta il nemico peggiore per i terroristi. L’esperienza francese in Africa non ha eguali negli ultimi dieci anni. Basti pensare che L’Eliseo possiede dieci basi in Africa (oltre a quelle della Legione) dislocate in Ciad, Nigeria, Mali, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio e Gabon. Quella schierata in Africa dai francesi non è una forza di peacekeeping, ma un vero e proprio esercito del tutto autosufficiente ed addestrato specificatamente nella guerriglia con operatori del “Commandement des opérations spéciales” e due compagnie della Legione Straniera per un totale di settemila soldati.

Nonostante gli interventi dell’Occidente e l’incredibile ricchezza del paese, la Libia, dopo la fine del governo di Gheddafi, è piombata nel caos.

(foto: US DoD) Fonte: Difesa


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15/01/2016 17:55

PS ma l'accordo Libia-Italia siglato tra Gheddafi e Berlusconi rimane ancora valido? Perchè secondo quello l'Italia dovrebbe risarcire alla Libia svariadi miliardi di €, anche sotto forma di infrastrutture da eseguire in un precisato arco temporale...

Sarebbe interessante sapere se sia mutato qualcosa sul versante dei nostri accordi coi libici dopo la scomparsa del regime di Gheddafi.

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