L’ondata di violenza causata da un dvd diffuso dalla parrocchia di San Giorgio e ritenuto blasfemo da molti musulmani
Egitto, assalto alla chiesa copta
Tre morti e cento feriti ad Alessandria nell’attacco di 5 mila estremisti islamici
Tre morti, un centinaio di feriti, altrettanti arresti. Ma soprattutto il riemergere dell’antico contrasto tra musulmani e cristiani d’Egitto (il 7-10% della popolazione), per motivi anche questa volta apparentemente banali. La diffusione di dvd con una recita parrocchiale ospitata due anni fa ad Alessandria nella chiesa di Meri Girgis (San Giorgio) ha scatenato nella seconda città egiziana un’ondata di violenza contro i cristiani, accusati da parte della stampa e della comunità islamiche più radicali di insultare la religione di Maometto. Perché nella recita, passata inosservata nel 2003, si narra di un sedicenne cristiano costretto alla conversione da fanatici musulmani che predicano la distruzione di chiese e l’uccisione di copti e tenteranno poi, invano, di impedirgli il ritorno alla vera fede. Titolo dell’operetta: «Ero cieco, ma ora vedo». «Nessuna offesa all’Islam, anzi il giovane viene aiutato da un amico musulmano non estremista», si è difeso Padre Augustinus, parroco di Meri Girgis. «Blasfemia e insulti», sostengono gli estremisti islamici. Che da due settimane hanno preso d’assalto a più riprese la chiesa di padre Augustinus, ferito con un coltello una suora e un avvocato cristiani (mercoledì), attaccato altri templi e negozi copti, incendiato auto. La giornata più dura è stata venerdì: pesanti scontri tra le forze anti-sommossa dotate di fucili con proiettili di gomma e lacrimogeni e 5 mila manifestanti armati di pietre e bastoni hanno portato alla morte di tre persone. Per un dvd, apparentemente.
Alcuni commentatori cristiani ricordano come le elezioni politiche siano alle porte e «qualcuno» voglia strumentalizzare gli estremisti in cerca di voti. Accusa vaga che ha portato però all’immediata presa di distanze dei Fratelli Musulmani, maggior forza d’opposizione, illegale ma in grado di mandare molti «indipendenti» in Parlamento. E anche le autorità islamiche hanno condannato gli assalti, a partire da Al Azhar, concorde nel ritenere che «qualcuno possa aver manovrato nell’ombra». In realtà, anche senza chiamare in causa il voto di novembre, resta il contrasto mai davvero risolto tra le due comunità, soprattutto nei ceti più poveri e meno colti. Contrasto che riemerge dopo mesi o anni di calma, dove la religione non c’entra ma sono piuttosto questioni economiche, d’onore, di discriminazioni vere o presunte a incendiare gli animi, in un Paese dove il diritto alla protesta è ancora recente e parziale. In dicembre, i copti erano insorti perché la moglie di un prete lo aveva lasciato e si era convertita all’Islam, senza pressioni o rapimenti come molti cristiani credevano. Quattro anni fa, c’erano stati scontri per la pubblicazione di una vignetta giudicata blasfema dai copti. E nel 2000 vi furono 23 morti nel Sud per una guerra di villaggio scatenata da una rissa tra un commerciante cristiano e un cliente musulmano. Questa volta, ad Alessandria, è stato un dvd.
Cecilia Zecchinelli
Fonte
www.corriere.it/