La svolta negli accertamenti in corso da parte dei periti del Tribunale sulle cause del cedimento della palazzina di via della Farnesina 5, crollata parzialmente nella notte del 24 settembre scorso e poi
definitivamente abbattuta il successivo
9 gennaio 2017 ha suscitato curiosità, apprensioni e, fra gli anziani residenti di Ponte Milvio, tanti “
bella scoperta!” e “
io l’avevo detto“.
I periti incaricati dal PM hanno infatti recuperato
le cartine del sottosuolo della città che risalgono a 60 anni fa scoprendo che
sotto la palazzina scorreva un grande fosso, uno scolo verso il Tevere che risale all’anteguerra, poi scomparso dalle planimetrie comunali del terreno sul quale la palazzina e quelle adiacenti sono state costruite negli anni ’50.
Ora
si ipotizza che a suo tempo fosse stato riempito di terra che a lungo andare sarebbe stata portata via dall’acqua svuotandolo. Il canale, rimasto vuoto, non avrebbe ceduto al peso della palazzina causandone il crollo.
La scoperta sembra quindi dare ragione a chi, da vecchio abitante della zona, aveva subito puntato il dito contro la presenza di un antico canale che serviva a far defluire le acque piovane e non verso il Tevere.
Senza voler creare dell’allarmismo, e restando sempre il tutto ancora nel campo delle ipotesi finchè la perizia non verrà depositata, abbiamo tentato di approfondire la vicenda rivolgendoci a
Francesca Di Castro, architetto dell’ambiente membro dell’AIAPP, Vice Presidente della Associazione Culturale Roma Tiberina ma soprattutto saggista e amante della storia di Ponte Milvio.
Dare ascolto alla vox populi…
“
Bisognerebbe sempre dare ascolto alla vox populi” dice ai microfoni di VignaClaraBlog.it spiegando che, in relazione alla “scoperta” che proverebbe l’esistenza di antichi canali, “
saranno anche scomparsi dalle piante perché ci hanno costruito sopra, ma chi è nato in zona può raccontare come via del Golf fosse un ruscello, via Orti della Farnesina un pantano e ricorda il canneto di via dei Giuochi Istmici e gli allagamenti di via Prati della Farnesina o di ponte Milvio.”
“
Sul muraglione dalla parte del Tevere, proprio in corrispondenza con via Prati della Farnesina, è infatti ben evidente – sostiene l’architetto Di Castro –
l’imbocco di un canale di scolo“.
Un imbocco niente affatto difficile da scoprire, basta recarsi sulla sponda del fiume.
canale di sfogo sul Tevere
. “
. Un cartina di oltre novant’anni fa conferma la presenza del canale.
con dei particolari molto curiosi. Ad esempio, via Cassia presa da Ponte Milvio si chiamava Via Clodia così come il nome di viale Tor di Quinto era viale del Lazio.
che sembra partire da Monte Mario, scendere lungo l’attuale via della Camilluccia per arrivare poi fino al Tevere – proprio all’altezza dello sfogo che abbiamo fotografato – passando prima, è abbastanza chiaro, per via della Farnesina.
Si tratta dello stesso canale del quadro? E’ il canale presumibilmente tombato sul quale poi è stata costruita la palazzina crollata?
Ripetiamo, non vogliamo alimentare preoccupazioni. La nostra è solo una ricostruzione neanche tanto scientifica ma solo narrativa ancora una volta alla scoperta della storia di Ponte Milvio.