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Blitz anticamorra arrestato Tony Colombo

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2024 09:27
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18/10/2023 06:27

Fecero il giro d'Italia, amplificate da social e tv, le immagini di quel matrimonio trash celebrato al Maschio Angioino con un corteo festante che paralizzò un quadrante di Napoli, gli sposi su una carrozza trainata da quattro cavalli bianchi, salutati all'ingresso da uno squillo di trombe suonate pure da cinque ispettori della Polizia penitenziaria (che vennero identificati, sospesi e poi licenziati).

Il tutto, preceduto da una festa-concerto abusiva in piazza del Plebiscito. Era il marzo 2019. Ora il cantante neomelodico palermitano Tony Colombo e sua moglie, Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, ucciso in un agguato sette anni prima sul lungomare di Terracina, sono finiti in carcere per collusioni con la camorra.

L'inchiesta è quella coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dal Ros e dai carabinieri del comando provinciale che ha fatto luce sulla "Di Lauro spa", vale a dire sulla trasformazione in chiave imprenditoriale e finanziaria del clan guidato da Vincenzo Di Lauro (arrestato), figlio del boss storico Paolo, Ciruzzo 'o milionario: un gruppo criminale passato dagli omicidi, la droga e le estorsioni, al riciclaggio del denaro sporco anche in marchi di moda e bevande. A dare una mano a trovare nuovi sbocchi commerciali sarebbero stati, tra gli altri, proprio Tony Colombo e sua moglie Tina, che - spalleggiati da volti noti dello show business - avrebbero tra l'altro registrato un brand d'abbigliamento col marchio 'Corleone' e messo sul mercato una bevanda energetica denominata '9 mm': due nomi, annotano gli investigatori, "evocativi e quasi ammiccanti al mondo della criminalità organizzata".

Complessivamente i militari dell'Arma hanno arrestato 27 persone a cui vengono contestate una raffica di reati, tutti gravissimi: dall'associazione mafiosa al concorso esterno, dall'estorsione alla violenza privata, all'associazione a delinquere finalizzata alle turbative d'asta e al contrabbando internazionale di sigarette. Contestualmente, sono stati sequestrati beni per otto milioni di euro, tra società e altri beni mobili e immobili.

Dalle indagini è anche emerso il coinvolgimento e l'appoggio di rappresentanti delle forze dell'ordine, come un presunto appartenente alla Guardia di Finanza non identificato ("io avevo il finanziere che mi faceva uscire con il camion... quando passava si girava... lui prendeva 2.200 euro al mese", dice un indagato intercettato) e un dipendente del Ministero della Giustizia, che ricopriva il ruolo di autista anche per la Dda, disposto a fornire informazioni riservate, a fare da prestanome (insieme con i suoi parenti) e anche a rendersi disponibile nell'organizzazione di una rapina.

Ma l'inchiesta mette in luce soprattutto la trasformazione del clan in una vera e propria 'Spa a delinquere', che si è prodotta in investimenti in attività ritenute meno rischiose rispetto a quelle criminali tradizionali, e ciò attraverso società intestate a prestanome, oggi sequestrate, con le quali gestiva, per esempio, una nota palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati. Anche il contrabbando di sigarette dall'est, in particolare dalla Bulgaria e dall'Ucraina, faceva parte del "core business" dei Di Lauro, con l'importazione di circa una tonnellata e mezza di "bionde" che hanno rifornito i mercati illegali. Inoltre, con un investimento di mezzo milione di euro reso possibile, secondo gli investigatori, dai vertici del clan Di Lauro, da Tony Colombo e dalla moglie Tina, è stata messa in piedi una fabbrica di sigarette (già sequestrata) per confezionare pacchetti con tabacco estero da vendere in Italia e all'estero.

Le indagini dei carabinieri si sono concentrate in particolare nell'arco di tempo che va tra il 2017 e il 2021.

Sono emerse attività illecite di vario tipo, comprese le minacce ai familiari di un pentito e anche agli imprenditori che partecipavano alle aste giudiziarie, per costringerli a desistere. Ma soprattutto è stata documentata quella che gli inquirenti definiscono "una sorta di joint venture, o partnership", tra i Di Lauro ed altri clan di Secondigliano, come Licciardi e Vinella Grassi, "per il raggiungimento di comuni interessi economici".
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01/11/2023 05:51

Come per la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, anche per il cantante neomelodico Tony Colombo il tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare del carcere emessa nelle scorse settimane dal Gip di Napoli nell'ambito di una indagine sugli investimenti del clan Di Lauro.

Il collegio difensivo dell'artista, composto dagli avvocati Carmine Foreste e Paolo Trofino, aveva chiesto i domiciliari all'ottava sezione del tribunale della libertà (collegio A).

Giovedì scorso il Riesame ha confermato la misura cautelare emessa nei confronti di Vincenzo Menna.

Domani invece tocca a Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, affrontare il vaglio del Riesame.
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21/03/2024 06:03

Restano in carcere il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, arrestati lo scorso 18 ottobre nell'ambito di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul clan Di Lauro di Secondigliano: la Corte di Cassazione ha infatti rigettato i loro ricorsi.

Per gli inquirenti marito e moglie avrebbero finanziato la famiglia camorristica fondata da Paolo Di Lauro, detto "Ciruzzo 'o milionario".

Tony Colombo e Tina Rispoli sono stati difesi, rispettivamente dagli avvocati Paolo Trofino e Carmine Foreste.

Tra le 27 persone arrestate a ottobre dal Ros e dai carabinieri di Napoli nell'ambito di un'indagine della Dda (sostituti procuratori Giugliano e De Marco) c'era anche Vincenzo Di Lauro, figlio di Paolo, ritenuto dalla procura antimafia partenopea il reggente del clan.

I carabinieri sequestrarono anche beni per 8 milioni di euro. Tra i reati contestati pure il concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d'asta, e l'aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette.
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21/03/2024 09:27

sarà... ma sono uno dei pochi a non conoscerli 🤷🏻‍♂️

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HASTA LA VICTORIA SIEMPRE

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