kikkateo11, 13/11/2009 8.08:
non è un caso unico no basti pensare al caso Aldrovandi di Ferrara (anche Grillo ha cercato di sensibilizzare su questo caso) ma il problema è che se per il caso Cucchi mettono a giudicare il Giudice che aveva Aldrovandi e che conosco purtroppo siamo a posto..Aldrovandi fu massacrato di botte da 4 poliziotti l'hanno ucciso a botte e lui ha dato loro 3 anni e con la condizionale attenuante della pena i 4 sono belli che liberi e lavorano ancora
Queste barbarie nelle nostri carceri si registrano sempre più spesso,
anche l'anno scorso a Perugia, Bianzino,
e pochi gg. fa un altro caso simile a Parma
Spero che non ci sia più bisogno di arrivare dal giudice per condannare gli aguzzini, ma che si possa risolvere il problema proprio alla radice
Per la cronaca:
Carceri - Al «Pertini» nessuno chiamò il rianimatore
Cucchi, 10 indagati: anche i medici nel mirino
Altri detenuti raccontano: "E' stato picchiato in tribunale"
Stefano Cucchi con il padre
(Emmevi)
ROMA —
Nel momento cruciale, quando il cuore di Stefano Cucchi si è fermato, la mattina del 22 ottobre, al Pertini non hanno chiamato il rianimatore.
Una brutta pagina per il reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale romano, stando a quanto emerso ieri dalle audizioni della
Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul SSN, presieduta da Ignazio Marino.
Un’incuria che fa dire alla senatrice Donatella Poretti, membro della commissione:
«Cucchi è morto anche di malasanità».
L'ipotesi che più cause abbiano contribuito alla fine del ragazzo è condivisa dalla procura, che oggi notificherà una decina di avvisi di garanzia per consentire agli indagati di partecipare alla riesumazione del corpo.
I provvedimenti sarebbero destinati a
medici del Pertini, agenti della
polizia penitenziaria e, sembra, anche
carabinieri.
I primi sono accusati di
omicidio colposo, agenti e militari di
omicidio preterintenzionale.
La ricostruzione del presunto pestaggio, tuttavia, è ancora confusa.
Diversi detenuti avrebbero riferito ai pm Vincenzo Barba e Francesca Loy
che il giovane di 31 anni fu pestato nelle celle di sicurezza del tribunale.
Per i due immigrati più precisi nel racconto (anche se con dettagli diversi) i magistrati vogliono chiedere l’incidente probatorio, in modo che le loro testimonianze siano messe agli atti.
Il Dap intanto ha disposto la loro protezione e oggi il senatore dell’Idv Stefano Pedica li incontrerà a Regina Coeli.
Altri arrestati avrebbero invece spostato indietro le lancette. A loro, il 16 ottobre, Cucchi avrebbe confidato: «Guarda come mi hanno conciato ieri sera».
Parole che alludono, forse, all’arresto eseguito dai carabinieri.
La terza verità, poi, è quella riferita ai medici del Pertini: «Sono caduto dalle scale».
Ma con lui c’erano sempre agenti della penitenziaria.
Sono molti, dunque, i punti ancora oscuri. Per chiarirli la procura potrebbe acquisire le riprese della telecamera posta all’ingresso delle celle di sicurezza:
il filmato (se non è stato cancellato) svelerà se Cucchi, passando in quel punto, prima e dopo l’udienza, mostrava già dei segni sul corpo. I primi riscontri medico-legali peraltro dimostrerebbero che le lesioni dovute alla presunta aggressione non sono state letali: se questo risultato venisse confermato, il reato contestato verrebbe derubricato da omicidio preterintenzionale in lesioni.
Ieri la commissione d’inchiesta del senatore Marino ha interrogato
6 medici del reparto detenuti del Pertini:
il primario Aldo Fierro,
Rosita Caponetti,
Stefania Corbi,
Silvia Di Carlo,
Flaminia Bruno
e Luigi De Marchis Preite.
Secretati gli atti. Nell’audizione, durata cinque ore, sarebbero
emerse contraddizioni fra le cartelle cliniche e la versione fornita dai sanitari.
C’è il dubbio che i
controlli sul giovane siano stati superficiali: la prossima settimana i parlamentari potrebbero fare un sopralluogo al Pertini.
«È certo — sottolinea la senatrice Poretti— che
nei vari ospedali nessuno si è fatto carico di Cucchi per davvero.
Bisognava curarlo, nessuno può morire di fame in 3 giorni.
Nei meccanismi di assistenza non ha funzionato quasi niente».
Corriere della Sera - Fabrizio Caccia, Lavinia Di Gianvito
13 novembre 2009
[Modificato da Etrusco 14/11/2009 00:44]