Ricordo una sua intervista: "un gruppo di amici che vuole cambiare l'Italia". No, un gruppetto di ragazzotti ambiziosi, sino all'ossessione. Avidi di riconoscimento e di potere. Senza una visione, se non quella del proprio posto al sole. Grotteschi, se non fosse che la loro insana e grottesca ambizione è il nostro danno.
Intanto leggiamo l'ottimo Alessandro De Angelis
www.huffingtonpost.it/2017/10/24/maria-elena-boschi-colpo-su-colpo_a_23254372/?utm_hp_ref=it-...
Maria Elena Boschi colpo su colpo
Sul conflitto di interessi si riaccende mediaticamente e prova a uscire dall'angolo di questi mesi sfidando di Maio. L'idea di andare in commissione banche. Prossimo colpo: la Consob
24/10/2017 19:56
Alessandro De Angelis
Politics reporter, L'Huffington Post
Eccolo, il grande ritorno di Maria Elena Boschi, acceso da due parole: conflitto e interessi. Conflitto di interessi. "Risponderemo colpo su colpo", agli "attacchi" sull'Etruria. Colpo su colpo, come amava ripetere Silvio Berlusconi, quando la tensione alimentava una sindrome dell'assedio, allora politico, mediatico, giudiziario. Colpo su colpo oggi contro Di Maio, ma anche contro chi, a sinistra, ha parlato del
conflitto di interessi sul sottosegretario che partecipa a un consiglio dei ministri, dove si nomina il governatore di Bankitalia che, in teoria, potrebbe cambiare, rimodulare e comunque intervenire sulle multe comminate a suo padre su Etruria.
#Dacci la data, "puoi portare anche la claque".
Vespa è pronto, ha già dato disponibilità per il 7, l'8, il 9 novembre, sulle poltrone bianche dell'eterna terza Camera preferita alle due ufficiali dal potere che difende se stesso. Come pronto accolse l'ex ministro delle riforme nella sua prima uscita dopo il referendum, a parlare di parità di genere e poca politica, nella fase zen della Boschi, quella del "facciamoci dimenticare dagli italiani". Poca tv, scatti in palestra immortalati su instagram, post su disabili, orgia di politicamente corretto dopo le lacrime e il sangue del 4 dicembre.
Ora Maria Elena Boschi twitta a raffica, parla a Democratica, novello house organ del renzismo, sfida, rilancia, rilancia ancora. Un senatore che la conosce bene, per far capire quale è il clima che si respira, dice: "Se va avanti così, è capace che accetta anche la sfida in piazza...". Perché questa storia non ha a che fare con vanità e la smania di protagonismo, come una qualunque passerella al cinema di Venezia, con i turisti americani che si domandano "ma chi è quell'attrice bellissima?", come riportarono le cronache del Corriere, e la notizia che diventa la più cliccata su google. È un'altra cosa: difesa che diventa attacco, anzi attacco come miglior difesa, personale e della Ditta (politica s'intende) perché "noi non abbiamo scheletri nell'armadio" ha detto Renzi a In Mezz'ora.
Come un pugile che è all'angolo da mesi, il sottosegretario cerca un colpo sotto la cintura, perché la sconfitta ai punti sembra annunciata. Prosegue il senatore: "Lei è pronta anche ad essere ascoltata nella commissione banche, le abbiamo detto di rifletterci. Dice: ci hanno massacrato per due anni, ora non dobbiamo scappare, perché non si possono perdere le elezioni su questo".
Parlando con i parlamentari del Pd, l'imbarazzo è palpabile, in questo nuovo 4 dicembre in cui quelli che avrebbero lasciato la politica se avessero perso chiamano a un nuovo plebiscito.
Il "giglio magico" contro tutti, che sulle banche si muove con la logica del putsch, all'insaputa del governo. Una fonte informata dice a microfoni spenti: "La traccia è questa: da quale mail è partita la mozione recapitata a Baretta per far fuori Visco? Da quella dell'ufficio legislativo del Pd alla Camera o da quella dell'ufficio legislativo di palazzo Chigi? La Finocchiaro era furibonda proprio per questo, perché era partita dagli uffici del governo".
Uffici trasformati in un bunker, come in un bunker è Renzi al Nazareno, dove il segretario (ne scrisse Repubblica) ha scelto la stanza che fu del tesoriere Luigi Lusi. Porta blindata e citofono. A palazzo Chigi c'è da sempre
un'ala con un codice di accesso per entrare, solo che per consuetudine, ai tempi di Berlusconi e di Enrico Letta, veniva garantito un accesso libero. È stato ripristinato per accedere nelle stanze della Boschi, che lo condivide con i suoi più stretti collaboratori del Dagl. Il dettaglio però è indicativo,
una distanza rispetto al premier, quasi di una separazione in casa di mondi che rispondono a logiche diverse.
Nella riservatezza di queste stanze, sempre a proposito di controllo sulle banche già si prepara la prossima mossa: la nomina sul presidente di Consob, l'istituto di vigilanza che, anch'esso, comminò una multa a Boschi senior sul caso Etruria. Due i nomi sul tavolo: la Boschi preferirebbe Roberto Garofoli, capo di Gabinetto al Tesoro; l'altro nome molto apprezzato dal "giglio" è Marco Fortis, il tecnico "ottimista", già tremontiano, i cui dati vengono indicati come una bibbia per le apparizioni tv dei renziani.
E, come nel caso di Bankitalia, la scelta a arriva fuori dai bunker solo in un secondo momento.
Va così, in clima in cui mezzo partito è terrorizzato perché in quelle stanze si fanno le liste elettorali. E sopporta anche le umiliazioni. Alla cerimonia per i dieci anni del Pd, a un certo punto a Graziano Delrio, seduto in prima fila vicino a Renzi e Gentiloni, è stato chiesto di alzarsi da un ragazzotto dell'organizzazione. Il ministro pensava che, per ragioni di sicurezza, dovesse lasciare il posto a Minniti o alla Pinotti, i più scortati. Poco dopo si è seduta, al suo posto in prima fila, Maria Elena Boschi, in versione donna bandiera tricolore, tacco rosso, pantalone bianco, camicetta verde. Accanto è arrivato Francesco Bonifazi, sbottonato di due bottoni. Petali di un giglio che non si sente appassito.
www.huffingtonpost.it/2017/10/24/maria-elena-boschi-colpo-su-colpo_a_23254372/?utm_hp_ref=it-...