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Arrestati Giampaolo Tarantini e consorte: estorsione a Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2014 19:08
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02/09/2011 01:09

SexGate: da Premier 500'000€: Caso Escort: «Sconcertante quadro della vita privata di Berlusconi»
Arrestato Tarantini, ricattava Berlusconi.
'Fantasie dei Pm'

Intercettazioni, premier a Lavitola: 'Vado via dall'Italia'.
Direttore Avanti!: 'Teniamolo sulla corda'


L'inchiesta relativa alle intercettazioni di Tarantini? "E' pura fantasia quanto ipotizzato dai pm. Ho dato una mano ad una famiglia con figli e lo faccio come avviene con una miriade di persone. Lo faccio perchè me lo posso permettere". Lo ha detto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, poco prima di lasciare Parigi dopo il vertice sulla Libia.

"Io resto per cambiare questo paese". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, prima di lasciare Parigi risponde ai cronisti che gli chiedono se davvero abbia intenzione di lasciare l'Italia, come riportato nelle intercettazioni pubblicate oggi sui quotidiani. "E' una di quelle cose che si dicono così al telefono di tarda sera, magari in un momento di rilassatezza, con un sorriso - spiega il premier - io resto qui per cambiare questo paese, anche per questo".

LO SFOGO DI BERLUSCONI A LAVITOLA, ME NE VADO VIA ... - "Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...". E' lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull'utenza panamense di Valter Lavitola, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.

Secondo il gip di Napoli - che ha disposto l'arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi - la conversazione in questione è "rilevante" in quanto attesta la "speciale vicinanza" tra il premier e Lavitola e la "natura dei rapporti" tra i due, "rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatore' su vicende giudiziarie che, benché riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi".

Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, "al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonché ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie".

E' Berlusconi a contattare Lavitola sull'utenza panamense di quest'ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale 'Alfredo'. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie.

E' in questo contesto che si coglie l'amarezza del premier. "...anche di questo - dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 - non me ne può importare di meno... perché io ...sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c'é nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato...quindi..io sono assolutamente tranquillo...a me possono dire che scopo..é l'unica cosa che possono dire di me...é chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente...io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei...da un'altra parte e quindi...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...".

PREMIER, CONTRO ME RAPINA DI GIUDICI TALEBANI - "Mi hanno fatto una cosa troppo terribile...troppo grande...venticinque anni di lavoro mandati in fumo...". Così il premier Silvio Berlusconi, facendo riferimento alle sue vicende giudiziarie, in un passaggio della conversazione con Valter Lavitola.

"E una porcata inverosimile..davvero è una porcata (...) basata sul nulla...", replica il direttore dell'Avanti, destinatario oggi di una delle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli. "Sì..un rapina..una rapina basata..non basata sul nulla...basata su due giudici talebani di sinistra..eh..eh..é quello che continuo a dire..questo è..", afferma Berlusconi.

Nell'intercettazione vi sono riferimenti anche alla vicenda delle escort, che costituisce un punto centrale dell'inchiesta in quanto, secondo l'accusa, vi sarebbe stata la minaccia, "implicita e larvata", di Tarantini nei confronti di Berlusconi di un "cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita" nel processo di Bari dove è accusato di aver procurato prestazioni sessuali di giovani donne. In cambio, gli indagati avrebbero ottenuto dal premier somme di denaro.

Lavitola dice: "ma qui..con le balle...perché lei..tutti i casini che ha avuto...non li ha avuti per delle gran balle...e lei..che ha fatto..pagava le puttane...o..per caso...faceva le droghe ..o le cose..le porcherie che dicevano loro...io.. sinceramente...non credo che ci sia una donna al mondo...che se lei la telefona...dice vieni qua..a farmi una pompa...quella non viene correndo...dottore..lei mi perdoni se mi permetto..però..in questa cosa..é troppo Berlusconi..."

Berlusconi sembra glissare sull'argomento: .:"eh..tu stai bene?...", infatti replica. La telefonata, durata circa un quarto d'ora, si conclude con saluti affettuosi ("le voglio bene", "ciao anche a te") e con Lavitola che invita: "tenga gli occhi aperti..".

ESTORSIONE A BERLUSCONI: LAVITOLA, 'TENERLO SULLA CORDA' - Appaiono incontrovertibili ed univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare il Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi fino a metterlo "con le spalle al muro", o di metterlo "in ginocchio, "andargli addosso", "tenerlo sulla corda" - "tenerlo sotto pressione". E' quanto si legge nell'ordinanza del gip di Napoli sulla presunta estorsione al premier. Secondo il giudice "il tenore e il significato" delle "espressioni letteralmente utilizzate da Lavitola nel corso delle conversazioni", risultano "inequivocabili e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove Lavitola e i coniugi Tarantini".

ARRESTATI TARANTINI E LA MOGLIE - La Digos della Questura di Napoli, in collaborazione con quella di Roma, ha arrestato Giampaolo Tarantini, di 34 anni, e la moglie, Angela Devenuto, di 34, per il reato di estorsione ai danni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L'arresto è stato eseguito in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, Primavera. L'imprenditore barese e sua moglie Angela Devenuto sono stati arrestati dalla polizia alle prime ore dell'alba nella loro casa di Roma, nel quartiere residenziale dei Parioli.

L'inchiesta che ha portato all'arresto di Tarantini - l'imprenditore barese che nel 2008 aveva portato Patrizia D'Addario a palazzo Grazioli - era stata al centro di una anticipazione, il 24 agosto scorso, del settimanale Panorama. Secondo quanto riportato dal settimanale, la procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati più persone: tra loro Valter Lavitola, direttore ed editore del quotidiano online Avanti!.

L'inchiesta è condotta dai sostituti procuratori Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. Secondo Panorama, l'estorsione ai danni del Cavaliere sarebbe consistita in un versamento di 500 mila euro a Tarantini e in altre somme versate ogni mese. Il presidente del Consiglio ha negato di essere vittima di un'estorsione e a Panorama ha dichiarato: "Ho aiutato una persona (cioé Tarantini, ndr) e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio". L'ipotesi della procura di Napoli, secondo la ricostruzione di Panorama, è che Tarantini abbia ricevuto il compenso per continuare a dichiarare, nel processo barese in cui è indagato, che Berlusconi non sapeva di ospitare alle sue feste escort prezzolate dallo stesso imprenditore pugliese.

Secondo l'accusa, il mezzo milione sarebbe dovuto servire, soprattutto, a convincere Tarantini a scegliere la strada del patteggiamento in un procedimento in cui sarebbe l'unico imputato, evitando così un processo pubblico con la conseguente diffusione di intercettazioni telefoniche ritenute imbarazzanti per il premier. Gli inquirenti sospettano inoltre l'esistenza di un raggiro di Lavitola ai danni di Tarantini, con il primo che avrebbe trattenuto 400 dei 500 mila euro destinati al secondo.

PERQUISIZIONI IN CORSO. PROCURA: 'INDAGINI COMPROMESSE DA FUGA DI NOTIZIE' - Le indagini sulla presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi "sono tuttora in pieno svolgimento, anche con perquisizioni domiciliari". Lo rende noto la procura di Napoli. Tutto ciò, si legge in una nota a firma del procuratore aggiunto Francesco Greco, malgrado le indagini stesse siano state "fortemente compromesse dalla criminosa sottrazione di numerosi e rilevanti contenuti della richiesta cautelare ad opera di ignoti, cui ha fatto seguito nei giorni scorsi la pubblicazione degli stessi su alcuni giornali nazionali". Il riferimento è alle anticipazioni uscite la settimana scorsa su Panorama, e poi riprese dagli altri media.

VALTER LAVITOLA LATITANTE - Il gip Amelia Primavera ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere anche nei confronti del direttore ed editore dell'Avanti, Valter Lavitola il quale, a quanto si è appreso, risulterebbe irreperibile e dunque latitante. Lavitola si troverebbe da diverso tempo all'estero. I coniugi Tarantini sono stati arrestati a Roma e saranno trasferiti in mattinata a Napoli. L'imprenditore sarà rinchiuso nel carcere di Poggioreale e la moglie in quello femminile di Pozzuoli.

LAVITOLA, NON SONO LATITANTE MA ALL'ESTERO PER LAVORO - "E' passata sui media la notizia che sono latitante. Non è vero. Sono all'estero per lavoro". Lo dichiara Valter Lavitola, direttore dell'Avanti!' in una nota. "Attendo di definire con il mio avvocato le decisioni da prendere - prosegue Lavitola nella nota - è mia intenzione collaborare pienamente con la giustizia per chiarire la questione. Infine, ribadisco con forza che non mi è mai neppure passato per la testa di raggirare il presidente Berlusconi, né di impossessarmi di presunte somme destinate ad una famiglia in difficoltà".

Fonte: ANSA

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02/09/2011 13:31

Leggendo i verbali integrali delle intercettazioni di Lavitola (sul sito di "Libero") vedo che la vicenda di Montecarlo è molto più complessa di come immaginavamo:
ha consentito agli ex-colonnelli di appropriarsi di tutti i beni della ex-AN, "Secolo" compreso, e di annettere alla causa del berlusconismo il colossale patrimonio messo insieme da 3 generazioni di iscritti, sottraendolo a chi si era ribellato alla prepotenza del Cavaliere. Bisogna approfondire. Sembra molto interessante [SM=x44499]
Spie e personaggi compromessi sono stati usati contro la destra anche in passato. Una volta mettevano le bombe. Ora costruiscono dossier...
Dai verbali di "Libero": «Questa facilità e frequenza di interlocuzione con la Brambilla costituisce il naturale “corollario” di quella “speciale vicinanza” che il Lavitola risulta intrattenere con Silvio Berlusconi, vicinanza che non pare giustificata da incarichi politici o istituzionali del Lavitola né da una sua collocazione nella galassia aziendale o nell’ambito familiare del Berlusconi», (la Brambilla è la segretaria personale del Cavaliere).

La questione Montecarlo compare nella principale delle conversazioni tra Berlusconi e Lavitola. Nella telefonata Lavitola si lamenta di Bisignani dicendo che «sapeva sempre in anticipo quelle robe che potevano riguardare me... dalla questione di Fini in avanti...»
Oltre il giudizio etico (scontato) qui emerge una trama politico-spionistica che ha alterato i meccanismi democratici. L'affaire Montecarlo mirava a decapitare la presidenza della Camera. E comunque è servito all'«esproprio» dell'intero patrimonio del Msi e di An a vantaggio di La Russa, Matteoli e Alemanno che possono gestirlo senza più limiti e controlli. [SM=x44515]

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02/09/2011 13:37

Dagli atti si scopre che Lavitola è nato nel 1966 e secondo le note "ufficiali" è diventato dirigente nazionale del PSI (addirittura responsabile delle relazioni internazionali del partito ) nel 1984.
A 18 anni? Sembra una biografia inventata. [SM=x44467]
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02/09/2011 15:11

Re:
Etrusco, 02/09/2011 13.37:

Dagli atti si scopre che Lavitola è nato nel 1966 e secondo le note "ufficiali" è diventato dirigente nazionale del PSI (addirittura responsabile delle relazioni internazionali del partito ) nel 1984.
A 18 anni? Sembra una biografia inventata. [SM=x44467]




Dipende da quanto aveva rubato in 18 anni [SM=x44464]

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Re: Re:
Leonessa73, 02/09/2011 15.11:




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Re: Re: Re:
Etrusco, 02/09/2011 15.23:




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02/09/2011 17:33

Re:
Etrusco, 02/09/2011 13.37:

Dagli atti si scopre che Lavitola è nato nel 1966 e secondo le note "ufficiali" è diventato dirigente nazionale del PSI (addirittura responsabile delle relazioni internazionali del partito ) nel 1984.
A 18 anni? Sembra una biografia inventata. [SM=x44467]




Magari Craxi gli aveva dato quell'incarico per evitare che si prostituisse.

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03/09/2011 11:26

Gianpaolo Tarantini, 36 anni, mentre entra nella sua casa di Roma.
L'imprenditore barese è accusato di estorsione ai danni del Presidente del Consiglio Berlusconi. (Jpeg fotoservizi - Corriere della Sera)

Tarantini avrebbe ottenuto grosse somme di denaro dal premier attraverso la mediazione di Valter Lavitola.
SexyGate: il denaro del Premier, 500'000€, sarebbe servito a convincere Tarantini a rinunciare al dibattimento, accettando il patteggiamento, per evitare la divulgazione di intercettazioni imbarazzanti
Tarantini è stato processato per il SexyGate di Bari. Avrebbe condotto o in qualche modo procurato escort o ragazze compiacenti per le feste organizzate da Berlusconi a Palazzo Grazioli. (Ansa)


Anche la moglie di Tarantini, Angela Devenuto, è stata arrestata su ordine del gip di Napoli. Negli atti dell'indagine ci sarebbero anche sue conversazioni intercettate. (JPEG FOTOSERVIZI)



Valter Lavitola, 38 anni, è considerato l'uomo chiave dell'inchiesta. Avrebbe fatto da tramite con Tarantini, trattenendo con sé 400'000€ dei 500'000€ pagati da Berlusconi. (Ansa)
[Modificato da Etrusco 03/09/2011 11:26]
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03/09/2011 18:53

Tarantini ha scoperto in procura che la moglie era l'amante di Lavitola...
per la serie: " meglio tardi che mai".
[SM=x44457]
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29/09/2011 11:37

"Adesso é chiaro a tutti:
Lavitola é un cazzaro,
il suo documento su Montecarlo un patacca
e Berlusconi il mandante di questa operazione."

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Caso Escort: «Sconcertante quadro della vita privata di Berlusconi»


Le parole del giudice nelle motivazioni della sentenza di condanna dell’avvocato Castellaneta.
«Situazione di mercimonio del corpo femminile»

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L’imprenditore barese Giampaolo Tarantini in una foto d’archivio dell’11 settembre 2009 davanti la procura di Bari (Ansa) L’imprenditore barese Giampaolo Tarantini in una foto d’archivio dell’11 settembre 2009 davanti la procura di Bari (Ansa)

Dagli atti del processo sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi emerge «uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio». È scritto nelle motivazioni della sentenza di condanna dell’avvocato Salvatore Castellaneta. La sentenza, emessa il 10 dicembre 2013 al termine di un processo con rito abbreviato, è lo stralcio del processo «Escort» a carico di altre sette persone, in corso con rito ordinario dinanzi al tribunale di Bari (il reato associativo è contestato a Tarantini, Verdoscia e Faraone mentre rispondono di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione gli altri quattro imputati, Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, Sabina Beganovic, nota come «l’ape regina» delle feste del premier, le attrici Letizia Filippi e Francesca Lana). Castellaneta è stato condannato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ed è stato invece assolto per il reato di associazione per delinquere.

 

Le «boccaccesche nottate» dell’ex premier

Nelle 187 pagine delle motivazioni il gup del tribunale di Bari Ambrogio Marrone ricostruisce i 21 episodi contestati dal settembre 2008 al maggio 2009, in cui vengono citate le 26 ragazze «reclutate» per gli incontri, tra cui Manuela Arcuri e Sara Tommasi. Il giudice riporta stralci di intercettazioni, verbali di interrogatorio e dettagli delle spese sostenute da Tarantini per ricostruire quelle che lui stesso definisce le «boccaccesche nottate» trascorse dall’allora premier con le ragazze della scuderia Tarantini. Da qui la considerazione sullo «sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all’allora presidente del Consiglio che, al di là di una formale apparenza di cene eleganti, dissimulava una fiorente attività di esercizio della prostituzione».

«Donne come semplici oggetti suscettibili di commercio»

«Il materiale probatorio, nel suo contenuto di oscenità e bassezza - scrive il gup - evidenzia la situazione di mercimonio del corpo femminile e la considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale». Quella organizzata da Gianpaolo Tarantini assomigliava ad «un’agenzia di reclutamento per prestazioni di servizi, poi rivelatesi di tipo sessuale», dice il giudice del Tribunale di Bari. E conclude sostenendo che c’è la prova che tra gli «utilizzatori finali» ci fosse anche Silvio Berlusconi e che il Cavaliere avesse «l’abitudine di retribuire le ragazze con cui si intratteneva». «Lo sforzo finanziario impiegato per il raggiungimento dello scopo comune - scrive ancora il giudice Marrone - dimostra che si sia trattato di una vera e propria impresa criminale finalizzata ad ottenere vantaggi economici attraverso l’uso sistematico di numerose ragazze».

Fonte: Corriere della Sera 28 aprile 2014 | 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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