Qualche riflessione la merita quanto scrive Andrea Scanzi:
"Lo ammetto, Renzi comincia a farmi un po' di tenerezza. Continua a elemosinare voti, da Berlusconi e da Grillo, senza che nessuno se lo fili. Metà partito lo odia. I sondaggi lo danno in calo. Sta cucinando una legge elettorale perfetta per far vincere il suo maestro Silvio (del resto l'ha scritta Denis Verdini, amico suo e di Karina Huff Boschi). In tivù è una invasione di giovani piddine che, non appena aprono bocca, ti viene voglia di votare tutti tranne Pd: le famose sfollatrici di consenso, dalla De Micheli alla Pini, dalla Morani alla Boschi, dalla Mosca alla Moretti (le hanno tutte le forze politiche. Per i 5 Stelle lo sfollatore di consensi è Beruschi Becchi).
Renzi non ne sta indovinando una. Ha poi un altro problema: nel suo carro si sono imbarcati una pletora infinita di voltagabbana, ieri bersaniani (o lettiani, o dalemiani) e oggi renziani. Da Franceschini a Boccia, dalla Moretti alla Picierno (quest'ultima scelta addirittura come una delle 12 apostole della segreteria). L'ulteriore beffa, per Renzi, è esemplificata da questo articolo: tra coloro che lo zimbellavano fino a ieri c'è pure
Francesco Nicodemo, ex dileggiatore seriale su twitter e attuale responsabile della comunicazione renziana. Nicodemo, con coerenza ideologica pari al suo charme, è stato fan di Barca, poi di Civati, poi di Renzi. E domani chissà."
Questa
intervista, datata novembre 2011 (Corriere del Mezzogiorno), è strepitosa. Sia per la pochezza argomentativa che per la velocità con cui il noto democratico ha cambiato repentinamente idea sul cavallo su cui puntare. E' proprio vero che non ci si può fidare nessuno. Neanche dei neo-hooligan.
Povero Matteo: gli sono vicino:
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.