Il tentato golpe e la fuga (in Bierlorussia?) di Prigozhin: il day after di Putin, per gli Usa la rivolta non è finita
La situazione in Russia sembra tornare a un’apparente tranquillità. I contractors della Wagner procedono nella loro ritirata dai centri occupati nella giornata di ieri, da Lipetsk a Voronezh. A Rostov-sul-Don hanno iniziato il ritiro anche le milizie cecene di Ramzan Kadyrov, giunte nella prima città occupata dalla Wagner su dopo che il loro leader aveva ordinato di marciare contro i “traditori” guidati da Evgenij Prigozhin.
Del capo dei mercenari russi non si hanno notizie certe. Le ultime informazioni giunte dal Cremlino dopo la trattativa per porre fine al tentato “golpe” davano il capo della Wagner diretto in Bielorussia. Mentre per quanto riguarda il presidente russo Vladimir Putin, i media statali rilanciano un’intervista dello “zar” registrata il 21 giugno in cui si parla dell’impegno dello stesso soltanto sugli obiettivi della guerra in Ucraina. La prossima settimana è prevista una riunione del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa. E probabilmente è lì che si inizierà davvero a capire cosa è accaduto e cosa è scaturito nello Stato da quel lungo sabato della Russia.
Intanto, quanto accaduto nel Paese in queste ore ha lasciato perplesse anche le due superpotenze globali: Cina e Stati Uniti. A Pechino è andato in scena un incontro tra il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, e il viceministro russo, Andrei Rudenko, in cui il governo della Repubblica popolare ha espresso sostegno alla leadership di Mosca. Il governo di Xi Jinping, spiegano i ministeri nelle loro note, ha confermato il sostegno alla stabilità del Paese. Da parte di Washington, invece, le reazioni appaiono più complesse, dal momento che quanto accaduto in Russia viene letto sotto diverse prospettive.
Il capo della diplomazia statunitense, Anthony Blinken, ritiene che gli eventi del 24 giugno non possano considerarsi davvero conclusi e di volere aspettare forse anche settimane per comprenderne gli effetti. Il segretario di Stato Usa ha poi parlato di “crepe” rivelate da questo tentato colpo di mano di Prigozhin, sostenendo di fatto la tesi che le mosse dei mercenari della Wagner hanno leso la leadership di Putin e di conseguenza il sistema di potere del Cremlino anche in prospettiva della guerra in Ucraina.
D’altro canto, sempre da Oltreoceano, vanno segnalate le indiscrezioni della stampa riguardo la conoscenza, da parte dell’intelligence Usa, dei piani di Prigozhin. Il Washington Post ha riferito che già a metà giugno i servizi si erano attivati per avvertire la Casa Bianca dell’eventuale marcia del gruppo Wagner contro la Difesa di Mosca, pur senza conoscere dettagli e tempistiche. Lo stesso quotidiano Usa ha poi rilanciato le frasi di anonimi funzionari dell’intelligence di Washington secondo i quali lo stesso Putin fosse stato messo al corrente delle manovre di Prigozhin 24 ore prima dell’occupazione di Rostov-sul-Don, e che è possibile che la mancata reazione istantanea del Cremlino sia stata dovuta all’assenza di coordinamento e di comunicazione tra i vari segmenti dello Stato russo.