Il Dottor Costa lascia la Clinica Mobile

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Liuck75
00lunedì 17 marzo 2014 22:09
MotoGP, Costa: lascio un sogno in buone mani
Lunedì 17 Marzo 2014 18:33 di Luca Semprini - MotoGP

© Marco GuidettiNella tradizione mitologica, storie e figure si ripetono, adattandosi a tempi e luoghi, con una funzione innanzitutto illustrativa. Attraverso le vicende di Dei ed Eroi, paradossalmente più facili da comprendere di quelle dell'esistenza quotidiana, l'Uomo dà più facilmente un senso al mondo ed alla vita nel suo incessante divenire. Accanto all'eroe, nel mito, c'è spesso una figura "di spalla" (che Propp definisce come aiutante magico o donatore), meno in luce del protagonista, ma fondamentale nella riuscita dell'impresa. Nelle moto, e non solo, questa figura è incarnata dal Dottor Claudio Marcello Costa.

Il "dottorcosta", epiteto con il quale viaggia da quasi quarant'anni tra i circuiti di tutto il mondo in qualità di medico, consulente, ma soprattutto amico dei piloti, è nato ad Imola nel 1941. Sempre tra le rive del Santerno, nel 1973, ha mosso i suoi primi passi in qualità di "angelo custode", soccorrendo Geoff Duke alle Acque Minerali, dove era presente in qualità di semplice spettatore di una gara organizzata dal padre Checco. Un gesto compiuto con il cuore prima ancora che la ragione, come tanti altri nel prosieguo della sua lunga carriera che, dal 1977, ha assunto i contorni più organizzati dell'ormai famosa Clinica Mobile. Un luogo dove vengono curati anima e corpo dei piloti, e che ora verrà custodito dal suo discepolo Michele Zasa.

"Provo una grande gioia al pensiero di aver fatto tutto questo", ha commentato Costa (non senza una lunga pausa nel suo respiro), guardando un filmato che ne ripercorreva la lunga e onorata carriera sulle piste. "Si è trattato di un sogno, di una storia con tanti capitoli. Il più brutto è rappresentato dalla scomparsa simultanea di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen a Monza nel 1973. I più belli sono tutti quelli in cui il pilota è risorto dalle ferite. Ho deciso di designare il mio successore quando c'era ancora tempo. Zasa ha la stessa età che avevo io quando ho cominciato questo lavoro, il suo cuore è giovane e ha voglia".

Il cuore del dottorcosta non sarà altrettanto "fresco", ma batte ancora forte, ricordando le innumerevoli "partite a scacchi con la morte" (espressione a lui cara). Una delle prime risale al 1977, quando la Clinica Mobile debuttò nel paddock a Salisburgo. Un intervento di Costa, da lui stesso definito un "bacio", salvò la vita a Franco Uncini. Arrivare ad abbracciare il pilota marchigiano non fu però facile. Guardie austriache e pastori tedeschi non volevano lasciarlo passare, tanto che uno dei cani lo morse alla mano mentre l'amico e collega fidato Lello Rubbini cercava di guardargli le spalle.

Da lì in poi, il dottorcosta ha agito sempre con autorità, assumendosi responsabilità e rischi che spesso nessun altro voleva accollarsi, anche "rapendo" (con il loro consenso) i piloti dagli ospedali locali per poi curarli personalmente. Accadde a Mick Doohan, che soprattutto grazie a Costa evitò l'amputazione della gamba destra dopo un incidente ad Assen nel 1992. Nei cinque titoli consecutivi dell'australiano negli anni a seguire (1994-1998), ed in molte altre imprese, c'è dunque la mano invisibile di Costa.

"Claudio e tutti quelli della clinica sono come una seconda famiglia", sono le parole di Loris Capirossi. Secondo Andrea Dovizioso "è impossibile vivere senza" mentre, per Alex De Angelis, il dottorcosta è "l'unica certezza per i piloti". Dichiarazioni dalle quale traspare quella che, al di là delle iperboli e mitopoiesi a lui tanto care – "perché all'origine della spiegazione dei significati, dove la ragione non arriva" – traspare quella che è forse la dote più riconosciuta di Costa: l'umanità.

"Cerco di parlare all'anima. Per molti è muta, ma basta saper ascoltare ed il suo grido giunge forte e chiaro – ha commentato – Forse, senza di me, scomparirà un pizzico di questa 'follia manifesta'. Ma resta anche quando non la vedi, soprattutto grazie ai piloti. Tornerò al Mugello, per salutare tutti e continuare a vivere nel ricordo".

Come lui, comunque, nessuno mai. Tanto che Zasa ha tenuto a specificare "non sono il nuovo dottor Costa, ma cercherò di portare avanti al meglio questa sua creatura ed aggiungere il mio bagaglio personale. Quando ho iniziato a collaborare con lui, nel 2009 ad Imola, per me era un mito: in questi anni mi ha insegnato tanto, soprattutto l’amore incondizionato per i piloti, che in fondo sono tutti ragazzi normalissimi, ed il valore della medicina per guarire l’anima".

Il centro diagnostico europeo Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, che ha ospitato la conferenza stampa di addio ed il passaggio di consegne a Zasa, si occuperà della gestione di questa nuova avventura, che continuerà a coinvolgere sia Motomondiale che Superbike.

"Conosco e stimo il dottor Costa – ha commentato Guido Dalla Rosa Prati – Ho sempre apprezzato e guardato con interesse nel corso degli anni il lavoro della Clinica Mobile sui circuiti. Mi è stato chiesto di fare ancora meglio, o per lo meno altrettanto bene, ma non è facile garantire continuità al sogno di un uomo che in tutti questi anni ha profuso dedizione, competenza ed amore… In questa nostra nuova impresa vogliamo impiegare gli stessi identici elementi accanto naturalmente alle migliori tecnologie, ricerca e innovazione".

Tutti elementi essenziali del successo di Costa, che lascia la sua creatura con un sorriso dolceamaro. "Vedo Wayne Rainey quasi tutti gli anni, un pilota che dalla luce più pura è stato scaraventato nell'abisso oscuro della sofferenza e del terrore, da dove è emerso con la grandezza nascosta dell'essere. Una volta gli domandai: 'ma tu, Wayne, sei felice?'. Mi rispose: 'io sì, ma tu?'". La risposta? "Non lo sono mai stato, perché non accetto i miei limiti".

Incalzato su quale personaggio mitologico si sente di accostarsi, risponde"Chirone", considerato il capostipite dell'arte medica e maestro del dio Asclepio. Una scelta non casuale: era un centauro (anche se in un senso differente) anche lui.

Read more: www.gpone.com/2014031712969/Costa-lascio-un-sogno-in-buone-mani.html#ixzz2...


Estratto da gpone.com
maurox4
00martedì 18 marzo 2014 06:55

Un mito [SM=x52767]



[SM=x52783]
pacioccone66
00martedì 18 marzo 2014 07:41
Re:
maurox4, 18/03/2014 06:55:


Un mito [SM=x52767]



[SM=x52783]




concordo [SM=x52767]

l'ho conosciuto personalmente e prima di essere un grande traumatologo è , soprattutto , un grande uomo ... [SM=x52774]
MagnoDesmo
00martedì 18 marzo 2014 08:31
una colonna del motomondiale! [SM=x52767]

mediaticamente non mi ha mai fatto impazzire,specie in quei monologhi fantasiosi che,personalmente,alle volte trovo "deliranti"! [SM=x52787]

una persona che ha contribuito tantissimo con le sue conoscenze nel mondo di questo fantastico sport!
ducabotris
00martedì 18 marzo 2014 09:11
Re:
MagnoDesmo, 18/03/2014 08:31:

una colonna del motomondiale! [SM=x52767]

mediaticamente non mi ha mai fatto impazzire,specie in quei monologhi fantasiosi che,personalmente,alle volte trovo "deliranti"! [SM=x52787]

una persona che ha contribuito tantissimo con le sue conoscenze nel mondo di questo fantastico sport!




concordo su tutto, anche sulle supercazzole. [SM=x52771]
ultimamente mi sembrava di vederlo un po' più stanco e provato.

questa sua creatura che è la clinica mobile è un monumento a quello che ha fatto per i piloti e per il motociclismo.
multicorsaro
00martedì 18 marzo 2014 10:17
io,Fausto e Er Principe lo abbiamo saputo in anteprima a Capodanno dal dottor Macchiagodena (componente della clinica mobile),che stava prestando servizio al poliambulatorio della Val di Fassa,il quale ci ha confermato anche il tentativo degli spagnoli di accaparrarsi anche questo "servizio" [SM=x52769]
pacioccone66
00martedì 18 marzo 2014 10:23
Re:
multicorsaro, 18/03/2014 10:17:

io,Fausto e Er Principe lo abbiamo saputo in anteprima a Capodanno dal dottor Macchiagodena (componente della clinica mobile),che stava prestando servizio al poliambulatorio della Val di Fassa,il quale ci ha confermato anche il tentativo degli spagnoli di accaparrarsi anche questo "servizio" [SM=x52769]




'stardi [SM=x52796] [SM=x52797]
Liuck75
00martedì 18 marzo 2014 15:10
Ecco la risposta di Zanardi
MotoGP, Zanardi: Dott. Costa? Strategia ed istinto
Martedì 18 Marzo 2014 13:46 di Luca Semprini - MotoGP

Nemmeno le Muse più creative avrebbero potuto ispirare la storia di Alex Zanardi. Ad essere credenti, si potrebbe parlare di "miracolo", ma il termine sembra inopportuno a descrivere le gesta del bolognese, ancor più straordinarie nella loro assoluta umanità. Ben oltre le medaglie olimpiche ed il ritorno alle corse da portatore di handicap, il trionfo dell'atleta bolognese è quotidiano: il perenne sorriso, la genuina affabilità nei rapporti umani, la voglia insaziabile ma pacata di affrontare nuove sfide.

A 47 anni, Zanardi ha già fatto più di quanto molti di noi riescano a compiere in una lunga e sana esistenza. Tutto questo, pur avendo perso entrambe le gambe all'età di 35 anni. Quel giorno, al Lausitzring, trovò però un amico che lo avrebbe aiutato a rimettersi in piedi e "fare tutto quello che faceva prima". Era il Dottor Claudio Costa, che ieri Zanardi ha accompagnato sul palco del centro diagnostico europeo Dalla Rosa Prati per l'addio ufficiale alla Clinica Mobile.

"Il detto che siamo tutti importanti ma nessuno indispensabile non è vero nel caso del Dottor Costa – ha detto Zanardi, riprendendo una dichiarazione di Marco Melandri – Non è solo competente e professionale, ha messo in tutti questi anni la sua attività davanti ad ogni altra cosa. Ha bisogno di dialogare con il cuore del pilota, forse per questo non è mai riuscito ad accettare completamente le procedure. Servono, ma a volte sono limitanti..."

Quello sfortunato 15 settembre 2001, il "dottorcosta" lo raggiunse in ospedale mentre "lottava a scacchi con la morte. L'affascinante dama vestita di nero gli diede scacco sette volte, perché quello fu il numero di occasioni in cui il suo cuore cessò di battere, ma lui mosse gli alfieri e riequilibrò la partita, rimandandone di molti anni la conclusione", secondo quanto racconta lo stesso medico imolese.

"A scacchi sono piuttosto scarso", ha replicato con ironia Zanardi. "A dire la verità, quel giorno lì ho barato. Lo stratega fu il Dottor Costa".

Da allora, i due sono legati da un'amicizia profonda, che trascende la dimensione agonistica ed affonda le radici in un'affinità caratteriale rara tra medico e paziente.

"Siamo complementari nel modo di essere – ha osservato Zanardi – Claudio ha una capacità particolare di scomporre un problema apparentemente insormontabile in piccoli pezzi, più facili da affrontare ad uno ad uno. Se il pilota collabora, si possono superare tanti ostacoli. Ma i miracoli non esistono, serve un impegno quotidiano".

Ed è proprio questo che ha consentito a Zanardi di vincere, tra le altre cose, due medaglie d'oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012. "È stata una grande emozione, ma a dire il vero ero più emozionato alla vigilia", ha confessato. "Dopo, avevo paura di non trovare nuove motivazioni. Ma tra bici e macchina non è mai un problema, ho la fortuna che mi offrono sempre nuove cose da fare. Sono furbo, faccio cose che mi appassionano".

Spesso, Costa ha accompagnato Zanardi agli eventi sportivi. Ad una maratona ciclistica in Italia, il pilota finì in un fosso nelle fasi iniziali a causa di un cedimento strutturale nel prototipo a lui affidato. Quando Costa, accorso immediatamente, gli disse che lo avrebbe accompagnato personalmente, Zanardi racconta di aver pensato "devo essere veramente messo male". Invece fu lui a convincere il medico a ripulirlo in fretta e furia perché il figlio lo aspettava al traguardo. "A quel punto credevo che l'ambulanza servisse per lui – ha raccontato ridendo – Perché non riusciva più ad alzarsi da terra dalla commozione".

L'indomito spirito di competizione e la fervida curiosità hanno consentito a Zanardi di progettare e provare diverse soluzioni (sia su auto che in bicicletta) rivolte ai portatori di handicap, tanto che definisce (senza falsa modestia, ma col sorriso) il proprio infortunio "quasi una botta di culo, perché mi si sono aperte grandi opportunità. Nella vita, come nello sport, non è solo questione di talento. Bisogna allenarsi duramente, tutti i giorni"

Read more: www.gpone.com/2014031812974/Zanardi-Dott.-Costa-Strategia-ed-istinto.html#ixzz2...


Estratto da gpone.com
makmulti
00martedì 10 giugno 2014 16:26
ho visto che Era presente al Mugello... per mé importante come
Agostini...
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