Sempre più donne chiedono di congelare gli ovociti e posticipare il momento della gravidanza
BOLOGNA
Un futuro di mamma congelato nel freezer, e un presente in ufficio a sgomitare fianco a fianco con i colleghi maschi per fare carriera. La possibilità di congelare gli ovociti, che si sta perfezionando con diverse tecniche, ha aperto nuove strade al desiderio di maternità delle donne. Specie in Italia dove i figli si fanno sempre più tardi per un complesso di situazioni sociali ed economiche. E la scienza si adegua. Al congresso di Bologna ’Progressi tecnologici e nuove prospettive nella procreazione medicalmente assistità, si discute anche di questo.
«In Italia - spiega Marco Filicori, docente di ginecologia all’università di Bologna - il numero delle donne che decide di posticipare il momento della gravidanza, per questioni che sono attinenti al lavoro e alla realizzazione professione, è rilevante. E questa realtà si scontra però con la biologia, che testimonia come la fertilità femminile, sia naturalmente che attraverso la procreazione medicalmente assistita, si abbassa notevolmente dopo i 35 anni. Oltre al fatto che da quell’età in poi sono più frequenti i "difetti genetici" dell’ovocita e dunque anche le probabilità di dare vita a un figlio con problemi di salute». Meglio quindi, suggeriscono gli esperti, se si vuole aspettare prima di diventare mamme, prelevare cellule da giovani e conservarle per la "grande decisione".
Ma congelare gli ovociti può voler dire anche preservare la propria fecondità mentre si combatte contro una malattia grave, come un cancro, che altrimenti metterebbe fine definitivamente alle proprie ambizioni di diventare madre. «Senza contare - aggiunge Filicori - che in alcuni Paesi avanzati come gli Usa, dove è prevista anche la donazione eterologa, si utilizza il congelamento degli ovociti anche per compiere sulla cellula tutti quegli esami che scongiurano l’infezione con virus altrimenti latenti per molti mesi come l’Hiv».
In Italia in questo campo manca una qualche regolamentazione, assicura Filicori che però aggiunge: «Per fortuna congelare un ovocita a dovere, per consentire poi una gravidanza, non rappresenta un’operazione semplice. Alla portata di tutti. Dunque sono pochi i centri seri che effettuano questo servizio. Due le tecniche, quella del congelamento lento e quella della vitrificazione che in pochi secondi trasforma l’ovocita in una specie di ’ghiacciolò. Con la prima tecnica - assicura Filicori - siamo riusciti a realizzare una gravidanza a cinque anni di distanza. Ma in base agli ultimi risultati è la vitrificazione la speranza degli esperti di fecondazione assistita». Di questa tecnica è pioniere in Italia il ginecologo e presidente dell’Associazione mondiale di riproduzione umana, Severino Antinori. «La vitrificazione degli ovociti è il futuro», assicura.
Dopo aver congelato con questa tecnica circa mille cellule-uovo femminili, Antinori sciorina i suoi dati: «Sono oltre 150 le gravidanze in corso, e 64 finora i bambini nati. Senza - aggiunge - alcun problema di salute». Secondo il ginecologo romano, inoltre, la vitrificazione consentirebbe una conservazione dell’ovocita «di dieci anni e più. Il che significa - conclude - che rappresenta la soluzione anche per quelle donne che devono fare i conti con tumori del sangue come i linfomi che hanno bisogno di anni per essere sconfitti».
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