Il sottoscritto lo grida al mondo intero da ormai due decenni.
Ancora non hanno ben compreso l' enormita' dei danni ma almeno cominciano a svegliarsi.
Ciao
Claudio
Il Papa preferisce l’autoerotismo?
Enna - resistenzalaica@gmail.com
lunedì 28 luglio 2008
Più di 50 gruppi cattolici dissidenti hanno pubblicato oggi (25/07/2008) una inconsueta lettera aperta indirizzata a papa Benedetto XVI, in cui chiedono che la Chiesa ritiri il suo divieto alla contraccezione perché, scrivono, "ha avuto effetti catastrofici" - (Reuters).
La lettera è stata pubblicata in uno spazio pubblicitario a mezza pagina sul Corriere della Sera, in data 25 luglio, nel 40esimo anniversario della controversa enciclica Humanae Vitae di papa Paolo VI, che sancisce il divieto ed è firmata da associazioni cattoliche di tutto il mondo come la statunitense Catholics of Choice, l'internazionale We Are Church e la New Ways Ministry.
Nella lettera si legge che la politica contro la contraccezione condotta dalla Chiesa "ha avuto effetti catastrofici sui poveri e i deboli di tutto il mondo, mettendo in pericolo la vita delle donne ed esponendo milioni di persone al rischio di contrarre l'Hiv".
Da 40 anni, continua la lettera, l'enciclica continua a essere "fonte di grandi conflitti e divisioni all'interno della Chiesa" e poiché molti cattolici usano metodi contraccettivi senza sentirsi dei peccatori, questa politica morale è secondo i mittenti un totale fallimento.
L'enciclica di Paolo VI, scritta nel 1968, è stata difesa dai suoi successori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. La Chiesa predica che niente dovrebbe bloccare la potenziale riproduzione della vita e approva solo metodi naturali del controllo delle nascite, come l'astinenza durante i periodi fertili della donna. Humanae Vitae, redatta in piena rivoluzione sessuale nel corso degli anni 60, è forse l'enciclica più controversa e discussa della storia della Chiesa moderna. Benedetto XVI ha parlato in sua difesa anche lo scorso maggio, dicendo che essa è stata "troppo spesso fraintesa".
Il Vaticano, con una nota sull’Osservatore romano dello stesso 25 luglio, del direttore della sua sala stampa, ha criticato la lettera, dicendo che non affronta la vera questione al centro dell'enciclica:
“La 'lettera' non tocca neanche da lontano la vera questione che è al centro della 'Humanae vitae', cioè il nesso fra il rapporto umano e spirituale fra i coniugi”, passando poi a sminuire l’importanza delle associazioni proponenti (“la lunghezza della serie dei gruppi nominati non deve impressionare, poiché si tratta spesso delle diverse sezioni nazionali dello stesso gruppo, e diversi gruppi sono assai poco significativi”) e subdolamente a lasciare intravedere chissà quali interessi commerciali a favorire l’uso del contraccettivo (“Del resto, è evidente che non si tratta di un articolo che esprima una posizione teologica o morale, ma di una propaganda a pagamento a favore dell'uso dei contraccettivi. Viene anche da domandarsi chi l'ha pagata e perché").
"Abbiamo pensato che l'establishment a Roma e in Vaticano presti particolare attenzione ai media italiani e che quindi la lettera sarebbe stata vista dalle persone a cui vogliamo che arrivi il messaggio", ha detto a Reuters Jon O'Brien, presidente della Catholics of Choice, al telefono da Washington.
"Ci è chiaro che la Chiesa cattolica non potrà progredire fino a quando non avrà fatto onestamente i conti con il paradosso della Humanae Vitae", si legge ancora nella missiva.
"La maggior parte dei cattolici fa uso di contraccettivi moderni, ritenendola una scelta morale e considerandosi cattolici a pieno titolo, eppure le gerarchie cattoliche negano completamente questa realtà, costringendo i sacerdoti al silenzio su questo come su molti altri temi legati alla sessualità", continua la lettera.
In conclusione, le associazioni scrivono: "Papa Benedetto, noi La invitiamo a sfruttare questo anniversario come occasione per avviare un processo di riforma, restando fedele agli aspetti positivi della dottrina cattolica sulla sessualità e abrogando la posizione sulla contraccezione onde consentire ai cattolici di pianificare la propria vita familiare in modo sicuro e in buona coscienza”.
Questo avvenimento spinge ad alcune considerazioni:
Mentre la stampa in Italia dedica interi articoli ed editoriali alle opinioni e ai punti di vista del Vaticano, le organizzazioni che non si conformano non riescono, su una testata nazionale ad avere spazio ed attenzione se non acquistando un spazio pubblicitario, nessuna testata nazionale ha infatti ripreso il fatto, che dire?
Come è possibile che un’ annuncio pubblicitario pubblicato sul Corriere il 25 luglio abbia la sua risposta sull’Osservatore romano lo stesso 25 luglio, qualcuno ha preavvisato il Vaticano della fatto e del contenuto della pubblicità? Ottimo servilismo!
Dal nostro punto di vista si spera che il Vaticano tenga duro sul punto, i contestatori si renderanno conto che il loro Pastore non demorde e, o faranno l’amore in maniera ortodossa, o abbandoneranno il Pastore ed il gregge per comunità più umane e ce ne sono tante che possono soddisfare l loro bisogno di spiritualità senza chiede l’inumano in terra.
E’ da ritenere quanto meno scorretto insinuare in coloro che si loro si fidano il sospetto dietro alla contestazione vi sia qualche incofessabile interesse economico, è scorretto nei confronti dei propri fedeli che chi non lo è e non si fida di questa brava gente scopre subito la slealtà e le mala fede.
L’argomento si presta ad inesauribili osservazioni, ma chi legge certamente farà le proprie.
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer