00 30/04/2009 21:13

Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Azienda sanitaria unica regionale (ASUR) delle Marche, Roberto Malucelli, fornendo chiarimenti al personale sanitario sulla prescrizione della pillola del giorno dopo, ha emanato una direttiva in cui, facendo riferimento alla legge e alla giurisprudenza esistente sulla materia, ribadiva l’obbligatorietà della prestazione in casi “di obiettiva gravità e urgenza”.

Immediate sono state le proteste da parte del mondo cattolico: per il quale, com’è noto, si tratta di un farmaco abortivo, e dovrebbe pertanto essere sempre garantita l’obiezione di coscienza. Un articolo pubblicato ieri su Avvenire forzava il senso delle parole del dirigente, parlando esplicitamente di impossibilità “di dire di no”. Ad Avvenire si è immediatamente accodato il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, già presentatrice del Family Day di due anni fa. Il dirigente dell’ASUR, in una nota diffusa oggi, ha ricordato “i recenti casi di cronaca giudiziaria relativi a sanitari coinvolti in procedimenti penali a seguito del rifiuto di prescrivere il farmaco”.

Lo scontro sembra l’ennesima anteprima di un conflitto, apparentemente insanabile, che sembra sempre dover scoppiare da un momento all’altro su scala nazionale. Da una parte chi ritiene, sulla scia dell’OMS, che la pillola sia un contraccettivo d’emergenza: poiché la sua efficacia diminuisce velocemente quanto più tempo passa dopo il rapporto, la casistica di “gravità e urgenza” ricorre pertanto praticamente in ogni caso. Dall’altra chi ritiene che la pillola sia un farmaco abortivo, e che quindi non debba mai essere prescritta: anche a costo di ostacolarne con ogni mezzo la diffusione e l’utilizzo.

www.uaar.it/news/2009/04/29/marche-battaglia-sulla-pillola-del-gior...



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