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Predicazione primo secolo

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2017 17:17
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21/01/2017 20:55
 
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È straordinario che il cristianesimo sia sopravvissuto e si sia propagato nel mondo allora conosciuto nonostante una simile opposizione. Come fu possibile? Il segreto sta in parte nella predicazione, una forma di pubblicità!

Descrivendo l’opera di Gesù, che fu un predicatore e insegnante persuasivo, il prof. C. J. Cadoux scrive in The Early Church and the World: “L’opera di persuasione doveva essere compiuta sia con le parole che con le azioni. Era perciò inevitabile che ci fosse molta pubblicità nella sua vita e nel suo insegnamento. . . . Buona parte dell’insegnamento che impartì in principio — e anche quello dei suoi discepoli — fu impartito in pubblico”. Parlando ulteriormente dell’attività dei discepoli dopo la morte di Gesù, Cadoux dice: “La pubblicità è sollecitata. I testimoni rendono la loro testimonianza con grande franchezza”.

Di che tipo di persone stiamo parlando? Edmond de Pressensé spiega nell’opera The Early Years of Christianity: “L’insegnamento . . . era un modo di parlare spontaneo, che sgorgava dal cuore. Gli Apostoli non erano gli unici a parlare; gli altri cristiani parlavano altrettanto liberamente delle meravigliose opere di Dio”. I cristiani erano agenti pubblicitari di se stessi, ed erano tutti ansiosi di parlare ad altri della propria fede nella loro opera pubblica di predicazione e di insegnamento.

Edward Gibbon, nella sua opera Decline and Fall of the Roman Empire, fa notare che “le strade maestre, costruite per essere usate dalle legioni [romane], permisero ai missionari cristiani di viaggiare facilmente da Damasco a Corinto e dall’Italia all’estremità della Spagna o della Britannia”. Gibbon aggiunge: “C’è ogni motivo per credere che prima del regno di Diocleziano e di Costantino la fede di Cristo era stata predicata in ogni provincia e in tutte le grandi città dell’impero”.

Per divulgare la loro fede, i cristiani si avvalsero di ogni mezzo disponibile. Il traduttore della Bibbia Edgar Goodspeed rivela nel suo libro Christianity Goes to Press: “Erano in misura insolita gente che acquistava libri e li leggeva. Erano anche traduttori ed editori. . . . [Nel 140 E.V.] gli editori cristiani . . . adottarono il codice, cioè il sistema del libro a fogli, e lo trovarono così pratico . . . e conveniente che questa divenne la forma caratteristica dei loro libri”.

g 8/2/88
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