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Perchè Davide non morì a seguito del peccato con Betsabea

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2017 20:24
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14/02/2017 11:38
 
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Giandujotta non capisco bene il senso del yuo post. Comunque lo cito:
segnatura, quando e perchè

Rispetto alla 'segnatura' it-2 p.1105 riporta quanto segue:

Era necessario prestare ancora attenzione a un problema che si era già presentato nella congregazione. Nella prima lettera ai Tessalonicesi Paolo aveva detto: “Vi esortiamo, fratelli, . . . ad avere la mira di vivere quietamente e di pensare ai fatti vostri e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, affinché camminiate decentemente riguardo a quelli di fuori e non abbiate bisogno di nulla”. (1Ts 4:10-12) Alcuni nella congregazione non avevano preso a cuore questa esortazione. Perciò Paolo ordinò loro di lavorare quietamente e mangiare il cibo che si erano guadagnati, aggiungendo: “Ma se qualcuno non è ubbidiente alla nostra parola per mezzo di questa lettera, tenetelo segnato, smettete di associarvi con lui, affinché si vergogni. Eppure non lo considerate come un nemico, ma continuate ad ammonirlo come un fratello”. — 2Ts 3:10-15.


Quando si applica quello che tu dici?
Se un fratello frequenta una del mondo viene segnato oppure no?
14/02/2017 12:18
 
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Frida per favore leggi attentamente quello che hai scritto e ciò che ti ho risposto, e cerca di collocare i fatti in ordine cronologico.

In riferimento alla domanda sul perchè Geova avrebbe messo a morte il primo figlio di Davide e Betsabea tu hai detto:
frida18, 14/02/2017 08.51:

potrebe esserci anche un’altro motivo che a noi sfugge

nella mente delle generazioni future... i posteri avrebbero potuto avanzare l’ipotesi…. il dubbio che non fosse figlio di Davide ma di Uria


Il tuo ragionamento è sbagliato in partenza! Voglio dire, Betsabea in questa fase non aveva ricevuto nessuna promessa di nessun tipo, lei era moglie di un altro uomo e Geova non doveva fugare nessun futuro dubbio, non era stato profetizzato nessun eventuale ruolo di Betsabea nel proposito divino! Altrimenti sarebbe come dire che era stata predestinata a quella sorte ma ciò è assurdo, ti pare?

Anche ipotizzando che quel bambino fosse vissuto Geova poteva scegliere qualunque altro delle decine di figli di Davide quale successore al trono.

Spero ora ti sia chiaro questo concetto.

Poi, successivamente ai fatti Geova decide di perdonare Davide (e Betsabea), questi si sposano e poi nasce Salomone. Ma tutto questo avviene dopo, compresa la rivelata volontà di Geova che sia Salomone il successore. Dopo, capisci? Prima non esisteva il problema della paternità ipotizzato da te, è semplicemente assurdo pensarlo

Scusa la franchezza
[Modificato da Hal.9000 14/02/2017 12:19]
14/02/2017 12:35
 
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Re: Re: Re:
frida18, 14/02/2017 11.29:





ma è un dato di fatto che Davide lo aveva promesso a Betsebea (per ispirazione) ma nonostante ciò vi furono pure tentativi di sovvertire le cose con conseguenze drammatiche, quindi non avveniva in maniera automatico l’insediamento di un successore
una cosa è certa Dio vede ciò che noi non immaginiamo neppure, e può intervenire se riconosce che il suo oppositore e calunniatore potrebbe sfruttare una situazione per seminare dubbi su un giusto adempimento profetico

per esempio molti anni dopo quindi al tempo di succedere la trono davidico accadeva anche questo:

Frattanto Adonia+ figlio di Agghit+ si innalzava,+ dicendo: “Io stesso regnerò!”.+ 6 E suo padre non ferì in nessun tempo* i suoi sentimenti, dicendo: “Perché hai fatto così?

"come vedi le profezie si intrecciano anche con i sentimenti di coloro che sono coinvolti" favorendo inconsapevolmente il suo avversario




anche io stavo già parlando di molto tempo, non mi riferivo più al bimbo appena nato
ma rispondevo alla tua ultima frase: poteva scegliere fra le molte mogli.....
che poi sceglie salomone figlio di betsabea è un'altro discorso....

quindi ho proseguito troppo frettolosamente scrivendo : è un dato di fatto
che scelse betsabea ed ho proseguito con ciò che avvenne al tempo dell'insediamento al trono


ora io posso scrivere non perfettamente l'italiano come te
ma tu potresti sforzarti di capire dal contesto se si tratta di una svista nella punteggiatura o nel' uso dei verbi prima di dare della.....sai tu cosa volevi dire!


_________________________________________________
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salmo 94:19
14/02/2017 12:43
 
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Re:
Hal.9000, 14/02/2017 12.18:

Frida per favore leggi attentamente quello che hai scritto e ciò che ti ho risposto, e cerca di collocare i fatti in ordine cronologico.

In riferimento alla domanda sul perchè Geova avrebbe messo a morte il primo figlio di Davide e Betsabea tu hai detto:
frida18, 14/02/2017 08.51:

potrebe esserci anche un’altro motivo che a noi sfugge

nella mente delle generazioni future... i posteri avrebbero potuto avanzare l’ipotesi…. il dubbio che non fosse figlio di Davide ma di Uria


Il tuo ragionamento è sbagliato in partenza! Voglio dire, Betsabea in questa fase non aveva ricevuto nessuna promessa di nessun tipo, lei era moglie di un altro uomo e Geova non doveva fugare nessun futuro dubbio, non era stato profetizzato nessun eventuale ruolo di Betsabea nel proposito divino! Altrimenti sarebbe come dire che era stata predestinata a quella sorte ma ciò è assurdo, ti pare?

Anche ipotizzando che quel bambino fosse vissuto Geova poteva scegliere qualunque altro delle decine di figli di Davide quale successore al trono.

Spero ora ti sia chiaro questo concetto.

Poi, successivamente ai fatti Geova decide di perdonare Davide (e Betsabea), questi si sposano e poi nasce Salomone. Ma tutto questo avviene dopo, compresa la rivelata volontà di Geova che sia Salomone il successore. Dopo, capisci? Prima non esisteva il problema della paternità ipotizzato da te, è semplicemente assurdo pensarlo

Scusa la franchezza



e' qui che volevo rispondere

anche io stavo già parlando di molto tempo dopo, non mi riferivo più al bimbo appena nato
ma rispondevo alla tua ultima frase: poteva scegliere fra le molte mogli.....
che poi sceglie salomone figlio di betsabea è un'altro discorso....

quindi ho proseguito troppo frettolosamente scrivendo : è un dato di fatto
che scelse betsabea ed ho proseguito con ciò che avvenne al tempo dell'insediamento al trono


ora io posso scrivere non perfettamente l'italiano come te
ma tu potresti sforzarti di capire dal contesto se si tratta di una svista nella punteggiatura o nel' uso dei verbi prima di dare della.....sai tu cosa volevi dire!

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14/02/2017 16:38
 
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Re: Re:
frida18, 14.02.2017 12:43:




ora io posso scrivere non perfettamente l'italiano come te
ma tu potresti sforzarti di capire dal contesto se si tratta di una svista nella punteggiatura o nel' uso dei verbi prima di dare della.....sai tu cosa volevi dire!



Cara Frida,in un forum molte volte non si riesce a captare i sentimenti e i pensieri che vogliamo esprimere.Credo che sotto questo aspetto dobbiamo tutti migliorare e cercare di non accusarci a vicenda,ma di chiedere con gentilezza spiegazioni per poter arrivare a capire cosa intendevamo dire.

Sono certa che chi ha scritto qualcosa che ti ha ferito non lo avrà fatto per cattiveria,ma solo in modo impulsivo verso l'argomento. [SM=g27988]
15/02/2017 06:46
 
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Cara Frida, mi scuso per essere stato un po' brusco nel risponderti.
Non era assolutamente mia intenzione offenderti, mi dispiace.

[SM=x1408424] [SM=g2037508] [SM=x1408424]
15/02/2017 07:42
 
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Re:
Amalia 52, 14/02/2017 16:38:



Cara Frida,in un forum molte volte non si riesce a captare i sentimenti e i pensieri che vogliamo esprimere.Credo che sotto questo aspetto dobbiamo tutti migliorare e cercare di non accusarci a vicenda,ma di chiedere con gentilezza spiegazioni per poter arrivare a capire cosa intendevamo dire.

Sono certa che chi ha scritto qualcosa che ti ha ferito non lo avrà fatto per cattiveria,ma solo in modo impulsivo verso l'argomento. [SM=g27988]



Esatto, nonna Amelia, le sole lettere sullo schermo di un PC hanno qualche difficoltà a trasmettere i sentimenti...

Buona giornata.

Simon
15/02/2017 14:32
 
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Re: Re: Re:
Amalia 52, 14/02/2017 16.38:





Sono certa che chi ha scritto qualcosa che ti ha ferito non lo avrà fatto per cattiveria,ma solo in modo impulsivo verso l'argomento. [SM=g27988]




tranquilla amalia
non ci sono né morti né feriti
so bene quanto sono confusionaria [SM=g7405]
però vorrei dedicare più tempo ad alcune cose che stavo trascurando
quindi mi prendo un pausa
vi seguirò assiduamente perché sono molto affezionata a tutti voi [SM=g7255]

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16/02/2017 01:00
 
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Re: Re:
I-gua, 14/02/2017 06.21:


È scritto: i padri non devono pagare per le colpe de figli; i figli non devono pagare per le colpe dei padri.


..E allora, ..perché stai pagando le colpe di Adamo e di Eva?

Ciao.
16/02/2017 09:03
 
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Ciao Luciano,

Bellissima domanda!

Prova già da solo a ragionare, per trovare elementi di risposta.
In questo caso, visto che siamo in un forum di tdG, prova a fare delle ricerche bibliche con il materiale messo a disposizione in jw.org.


Che differenza c'é tra pagare e subire?
Quando tiri in ballo la ribellione in Eden di Adamo e Eva, stai tirando in ballo la questione della contesa universale tra Satana e YHWH.

Occorre approfondire questo punto per accorgersi che il paragone non regge con la teoria che un bambino nato fuori da matrimonio meriterebbe di morire.

Perché stiamo subendo le conseguenze del peccato originale?
Perché si tratta di un "male necessario"? Necessario per cosa?
Tutta questa sofferenza non era prevista nel Piano Originale per l'umanità.
Ma se Geova è un Dio di amore, come può spiegarsi tutto ciò?
Perché Dio permette la sofferenza?

Sono tutte domande lecite, domande esistenziali.
Non vi sono risposte se non attraverso una comprensione profonda delle Scritture e del Piano di Salvezza.

Per intanto, incomincia con la Scrittura del giorno,
DIO È AMORE
Però non dimenticarti di iniziare uno studio con i tdG!


E rispondimi nel 3D "deluso da Levitico..." perché penso che nel frattempo, meditando, mi sono arrivati alcuni elementi di risposta ai quesiti che hai sollevato... in termini di giustizia divina...


[SM=g1871112]
[Modificato da I-gua 16/02/2017 09:27]
16/02/2017 09:38
 
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Re: Re: Re:
Luciano_59, 16/02/2017 01.00:


..E allora, ..perché stai pagando le colpe di Adamo e di Eva?

Ciao.




perché (purtroppo) siamo loro progenie e per questo abbiamo ereditato il peccato adamico (Romani 5:12).
Dio non si rimangia la parola, riguardo a quanto scritto in Genesi 1:28, leggi Isaia 55:10-11...

16/02/2017 10:55
 
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Luciano é impossibile che un essere imperfetto generi un figlio perfetto. Fisicamente non si puó fare. Abbiamo bisogno di un uomo perfetto che ci rigenera in maniera perfetta. Quell'uomo é Gesù Cristo.
16/02/2017 11:33
 
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Re: Re: Re:
Luciano_59, 16/02/2017 01.00:


..E allora, ..perché stai pagando le colpe di Adamo e di Eva?

Ciao.


Questa domanda dimostra la tua pochezza di conoscenza e intendimento delle Scritture. In serata spero di trovare il tempo di risponderti.

16/02/2017 11:59
 
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sì, bellissima domanda... nel senso che c'è modo di fare grandi progressi!
16/02/2017 19:15
 
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*** w10 15/3 pp. 28-29 Domande dai lettori ***

Ezechiele 18:20, secondo cui “il figlio stesso non porterà nulla a causa dell’errore del padre”, contraddice forse Esodo 20:5, dove si legge che Geova reca “la punizione per l’errore dei padri sui figli”?

Non c’è contraddizione tra i due versetti. La prima dichiarazione dà risalto alla responsabilità dell’individuo, mentre la seconda prende atto di una realtà: l’errore di una persona può avere delle conseguenze che si ripercuotono sui suoi discendenti.

Il contesto indica che in Ezechiele capitolo 18 si pone l’accento sulla responsabilità personale. “L’anima che pecca, essa stessa morirà”, afferma il versetto 4. Che dire invece dell’uomo “che sia giusto e che abbia eseguito diritto e giustizia”? “Positivamente continuerà a vivere”. (Ezec. 18:5, 9) Pertanto, una volta raggiunta un’età in cui è abbastanza maturo da essere ritenuto responsabile delle proprie azioni, ciascuno è giudicato “secondo la sua via”. — Ezec. 18:30.

Il caso del levita Cora illustra questo principio. Durante il viaggio di Israele nel deserto, Cora cominciò a sentirsi insoddisfatto dei suoi privilegi di servizio. Nel tentativo di assicurarsi il sacerdozio, lui e altri si ribellarono contro i rappresentanti di Geova, Mosè e Aaronne. Geova mise a morte Cora e gli altri ribelli per avere cercato presuntuosamente di ottenere quell’incarico, un privilegio al quale non avevano diritto. (Num. 16:8-11, 31-33) I figli di Cora, però, non si unirono alla ribellione, e Dio non li ritenne responsabili del peccato del loro padre. La lealtà a Geova salvò loro la vita. — Num. 26:10, 11.

Come va inteso invece l’avvertimento di Esodo 20:5, che fa parte dei Dieci Comandamenti? Ancora una volta, consideriamo il contesto. Geova aveva appena stipulato il patto della Legge con la nazione di Israele. Dopo avere appreso i termini del patto, gli israeliti dichiararono pubblicamente: “Siamo disposti a fare tutto ciò che Geova ha proferito”. (Eso. 19:5-8) La nazione nel suo insieme strinse così una speciale relazione con Geova. Pertanto, le parole riportate in Esodo 20:5 furono fondamentalmente rivolte all’intera nazione.

Quando gli israeliti erano fedeli a Geova, la nazione ne traeva beneficio e riceveva molte benedizioni. (Lev. 26:3-8) Era vero anche il contrario. Quando la nazione gli voltò le spalle e seguì falsi dèi, Geova smise di benedirla e di proteggerla, e su di essa si abbatté la calamità. (Giud. 2:11-18) Certo, alcuni rimasero leali a Dio e osservarono i suoi comandamenti nonostante la nazione nel suo insieme praticasse l’idolatria. (1 Re 19:14, 18) Con tutta probabilità gli israeliti fedeli affrontarono delle difficoltà a causa dei peccati della nazione, ma Geova mostrò loro amorevole benignità.

Quando Israele violò i princìpi divini in modo talmente palese che il nome di Geova divenne oggetto di derisione tra le nazioni, Egli decise di punire il suo popolo permettendo che fosse portato in esilio a Babilonia. Ovviamente, in questo modo furono puniti sia i singoli che il popolo in generale. (Ger. 52:3-11, 27) La Bibbia mostra infatti che la colpa della nazione di Israele era così grave che tre o quattro generazioni, se non di più, subirono le conseguenze della cattiva condotta dei loro antenati, in armonia con l’affermazione di Esodo 20:5.

La Parola di Dio contiene inoltre esempi di famiglie che risentirono del cattivo comportamento dei padri. Il sommo sacerdote Eli offese Geova permettendo che i figli, “uomini buoni a nulla” e immorali, continuassero a servire come sacerdoti. (1 Sam. 2:12-16, 22-25) Poiché Eli onorò i figli più di Geova, questi decretò che la sua famiglia sarebbe stata destituita dal sommo sacerdozio, cosa che avvenne al tempo di Abiatar, di cui Eli era il trisavolo. (1 Sam. 2:29-36; 1 Re 2:27) Il principio di Esodo 20:5 si applicò anche nel caso di Gheazi. Egli approfittò della sua posizione di servitore di Eliseo per trarre dei vantaggi materiali dalla guarigione del generale siro Naaman. Geova pronunciò la sua condanna tramite Eliseo: “La lebbra di Naaman si attaccherà dunque a te e alla tua progenie a tempo indefinito”. (2 Re 5:20-27) I discendenti di Gheazi, quindi, subirono le conseguenze della sua condotta disonesta.

Geova, in qualità di Creatore e Datore di vita, ha tutto il diritto di stabilire qual è la punizione equa e adeguata in ciascun caso. Gli esempi citati dimostrano che gli effetti negativi dei peccati di una persona possono ricadere sui figli o sui discendenti. Comunque Geova “ode . . . il grido degli afflitti”; i singoli individui che si rivolgono a lui sinceramente possono godere del suo favore e ricevere anche un certo sollievo. — Giob. 34:28.
[Modificato da Hal.9000 16/02/2017 19:18]
16/02/2017 19:17
 
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(Lamentazioni 5:7) 7 I nostri antenati son quelli che hanno peccato. Essi non sono più. In quanto a noi, abbiamo dovuto portare i loro errori...

*** w88 1/9 p. 27 Geova dà speranza a chi è afflitto ***

Gli ebrei del tempo di Geremia dovevano portare gli errori dei loro antenati, ma questo non significa che Geova punisca direttamente i figli per gli errori dei loro padri. Il punto è che le cattive conseguenze di una condotta errata si ripercuotono sulle generazioni successive. (Geremia 31:29, 30) Facciamo quindi bene a ricordare che dobbiamo rendere conto di persona a Dio. — Romani 14:12.
18/02/2017 00:46
 
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Hal.9000, 16/02/2017 19.15:

*** w10 15/3 pp. 28-29 Domande dai lettori ***

Ezechiele 18:20, secondo cui “il figlio stesso non porterà nulla a causa dell’errore del padre”, contraddice forse Esodo 20:5, dove si legge che Geova reca “la punizione per l’errore dei padri sui figli”?

Non c’è contraddizione tra i due versetti. La prima dichiarazione dà risalto alla responsabilità dell’individuo, mentre la seconda prende atto di una realtà: l’errore di una persona può avere delle conseguenze che si ripercuotono sui suoi discendenti.

Il contesto indica che in Ezechiele capitolo 18 si pone l’accento sulla responsabilità personale. “L’anima che pecca, essa stessa morirà”, afferma il versetto 4. Che dire invece dell’uomo “che sia giusto e che abbia eseguito diritto e giustizia”? “Positivamente continuerà a vivere”. (Ezec. 18:5, 9) Pertanto, una volta raggiunta un’età in cui è abbastanza maturo da essere ritenuto responsabile delle proprie azioni, ciascuno è giudicato “secondo la sua via”. — Ezec. 18:30.

Il caso del levita Cora illustra questo principio. Durante il viaggio di Israele nel deserto, Cora cominciò a sentirsi insoddisfatto dei suoi privilegi di servizio. Nel tentativo di assicurarsi il sacerdozio, lui e altri si ribellarono contro i rappresentanti di Geova, Mosè e Aaronne. Geova mise a morte Cora e gli altri ribelli per avere cercato presuntuosamente di ottenere quell’incarico, un privilegio al quale non avevano diritto. (Num. 16:8-11, 31-33) I figli di Cora, però, non si unirono alla ribellione, e Dio non li ritenne responsabili del peccato del loro padre. La lealtà a Geova salvò loro la vita. — Num. 26:10, 11.

Come va inteso invece l’avvertimento di Esodo 20:5, che fa parte dei Dieci Comandamenti? Ancora una volta, consideriamo il contesto. Geova aveva appena stipulato il patto della Legge con la nazione di Israele. Dopo avere appreso i termini del patto, gli israeliti dichiararono pubblicamente: “Siamo disposti a fare tutto ciò che Geova ha proferito”. (Eso. 19:5-8) La nazione nel suo insieme strinse così una speciale relazione con Geova. Pertanto, le parole riportate in Esodo 20:5 furono fondamentalmente rivolte all’intera nazione.

Quando gli israeliti erano fedeli a Geova, la nazione ne traeva beneficio e riceveva molte benedizioni. (Lev. 26:3-8) Era vero anche il contrario. Quando la nazione gli voltò le spalle e seguì falsi dèi, Geova smise di benedirla e di proteggerla, e su di essa si abbatté la calamità. (Giud. 2:11-18) Certo, alcuni rimasero leali a Dio e osservarono i suoi comandamenti nonostante la nazione nel suo insieme praticasse l’idolatria. (1 Re 19:14, 18) Con tutta probabilità gli israeliti fedeli affrontarono delle difficoltà a causa dei peccati della nazione, ma Geova mostrò loro amorevole benignità.

Quando Israele violò i princìpi divini in modo talmente palese che il nome di Geova divenne oggetto di derisione tra le nazioni, Egli decise di punire il suo popolo permettendo che fosse portato in esilio a Babilonia. Ovviamente, in questo modo furono puniti sia i singoli che il popolo in generale. (Ger. 52:3-11, 27) La Bibbia mostra infatti che la colpa della nazione di Israele era così grave che tre o quattro generazioni, se non di più, subirono le conseguenze della cattiva condotta dei loro antenati, in armonia con l’affermazione di Esodo 20:5.

La Parola di Dio contiene inoltre esempi di famiglie che risentirono del cattivo comportamento dei padri. Il sommo sacerdote Eli offese Geova permettendo che i figli, “uomini buoni a nulla” e immorali, continuassero a servire come sacerdoti. (1 Sam. 2:12-16, 22-25) Poiché Eli onorò i figli più di Geova, questi decretò che la sua famiglia sarebbe stata destituita dal sommo sacerdozio, cosa che avvenne al tempo di Abiatar, di cui Eli era il trisavolo. (1 Sam. 2:29-36; 1 Re 2:27) Il principio di Esodo 20:5 si applicò anche nel caso di Gheazi. Egli approfittò della sua posizione di servitore di Eliseo per trarre dei vantaggi materiali dalla guarigione del generale siro Naaman. Geova pronunciò la sua condanna tramite Eliseo: “La lebbra di Naaman si attaccherà dunque a te e alla tua progenie a tempo indefinito”. (2 Re 5:20-27) I discendenti di Gheazi, quindi, subirono le conseguenze della sua condotta disonesta.


Non mi sembra che abbia dimostrato che non c'è
contraddizione nell'operato di Dio.
Si è limitato a citare alcuni interventi di Dio, senza peraltro dare
una spiegazione logica delle motivazioni che hanno portato al perché
dei suoi comportamenti contrastanti.

E difatti, questa che segue, in sintesi, è la conferma
dell'incapacità di dare una logica spiegazione.


Geova, in qualità di Creatore e Datore di vita, ha tutto il diritto di stabilire qual è la punizione equa e adeguata in ciascun caso. Gli esempi citati dimostrano che gli effetti negativi dei peccati di una persona possono ricadere sui figli o sui discendenti.


Questa è la classica risposta di ogni credente. In buona sostanza sta dicendo che Dio, l'essere supremo, in quanto tale non
può essere contestato. Per cui, qualsiasi suo operato, anche se
palesemente in contraddizione con le sue stesse affermazioni, è
comunque legittimato.


Comunque Geova “ode . . . il grido degli afflitti”; i singoli individui che si rivolgono a lui sinceramente possono godere del suo favore e ricevere anche un certo sollievo.


..Evidentemente il figlio "adulterino" di Davide non è riuscito a gridare..

Ciao.
[Modificato da barnabino 18/02/2017 08:38]
18/02/2017 08:37
 
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Caro Luciano,


Si è limitato a citare alcuni interventi di Dio, senza peraltro dare una spiegazione logica delle motivazioni che hanno portato al perché dei suoi comportamenti contrastanti



Non so cosa tu intendi per "spiegazione logica" ma a me non pare, il senso è molto semplice e logico: Dio non punisce per gli errori altrui ma è altrettanto ovvio che le scelte scellerate di qualcuno influiscono sugli altri. Se tuo padre fuma e tu sviluppi un tumore per il fumo passivo Dio non c'entra nulla, paghi semplicemente le scelte sbagliate di tuo padre. Non mi pare privo di logica.

Sui comportamenti contrastanti la spiegazione è ovvia: una situazione è diversa dall'altra e sarebbe semmai illogico e ingiusto aspettarci che Dio agisca senza tenere conto delle circostanze che non necessariamente devono essere dettagliate nel racconto, che si limita all'essenziale.


Questa è la classica risposta di ogni credente. In buona sostanza sta dicendo che Dio, l'essere supremo, in quanto tale non
può essere contestato. Per cui, qualsiasi suo operato, anche se
palesemente in contraddizione con le sue stesse affermazioni, è
comunque legittimato.



Che vi sia una corte suprema che decide in base alle leggi stabilite da un ente che non può essere ulteriormente discusso è esperienza comune anche in uno stato di diritto, qualcuno alla fine deve giudicare in base agli elementi che possiede. Dio, se ammettiamo esistere ed essere onnisciente, possiede questi elementi. Se poi non credi in Dio è un altro discorso, come già detto in quel caso, ma allora è abbastanza inutile che vieni qui a sgonfiarci con la tua filosofia spicciola.

Il punto è semplice: non c'è contraddizione perché negli episodi citati i figli subirono semplicemente le conseguenze di un comportamento scellerato dei padri, quelle che succede normalmente per altro, senza scomodare episodi biblici.


..Evidentemente il figlio "adulterino" di Davide non è riuscito a gridare..



Per la verità tutti muoiono per quanto gridino e quel bambino non sarebbe mai dovuto nascere secondo la logica della Legge. Dunque non vedo alcuna ingiustizia in Dio, che in ultima analisi lo risorgerà insieme alla sua famiglia per merito del sacrificio di Cristo.

Shalom
--------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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Non riesco a capire perchè Dio avrebbe dovuto intervenire con un miracolo per salvare proprio quel bambino e non altri che in quel medesimo momento stavano perdendo la vita per le piu svariate cause.


19/02/2017 02:15
 
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