Nel monastero del Sinai dove bruciò il roveto di Mosè
Pubblicato il 01/10/2018
Ultima modifica il 01/10/2018 alle ore 11:26
LUIGI GRASSIA
monastero di santa caterina (sinai)
Mura alte dodici metri e spesse due: a vederlo da fuori sembra più una fortezza che un luogo di culto, ma il monastero di Santa Caterina, nella penisola del Sinai, ha dovuto resistere per più di quindici secoli in un luogo isolato e pericoloso, in mezzo a infinite guerre e invasioni e sotto la costante minaccia dei predoni del deserto, quindi quest’oasi di pace è giustificata se ha voluto proteggersi per bene. Comunque gode di una specialissima raccomandazione: Maometto in persona ha sentenziato che nessuno avrebbe dovuto toccare il monastero, non in nome dell’Islam per lo meno; si conserva persino una lettera autografa del Profeta che intima il divieto. Gli studiosi di carte antiche potrebbero disputare l’autenticità di quel documento, ma il monito è stato preso sul serio per secoli ed è questo che conta.
...
Fonte