La Caccia ha inizio!
Il Dhampyro percorreva velocemente strade, mulattiere, ciottolati, sentieri, percorsi nascosti o ben visibili.
Ormai erano ore che avanzava a velocità sorprendente grazie alla propria Disciplina di Velocità.
La cosa gli costava un esoso dispendio di sangue e spesso si era dovuto fermare per rifocillarsi : feccia di ogni sorta era passata per le sue mani, unendo l'utile al dilettevole.
Non poteva e non voleva fermarsi, anche perchè fra non troppo tempo l'alba sarebbe giunta, arrecandogli non pochi fastidi.
Non che temesse la luce solare particolarmente, il Diamante degli Umberogeni lo proteggeva perfettamente da quella minaccia della sua blasfema razza, ma in ogni caso, dopo millenni di esistenza non aveva mai ben visto la luce dell'astro imperituro.
Era passato attraverso villaggi, foreste e colline, ottenendo informazioni con le buone o con le cattive, circa l'ubicazione della Piana dei Dannati.
Sorrise sarcastico tra sè e sè al pensiero del nome di quel luogo : adattissimo per un immortale come lui.
Giunse sul giungere dell'alba ad un piccolo complesso di grotte sul fianco di alte colline rocciose e spoglie e vi penetrò per evitare la vista del giorno.
Non aveva scelto quelle grotte a caso : lì dimorava una tribù di orchi ... il che gli avrebbe fornito certamente tre cose : cibo, informazioni, passaggi sotterranei per continuare il proprio viaggio.
Uccise prima che neanche si accorgessero del suo passaggio le due guardie pelleverde che erano alcuni metri dentro l'ingresso dell'antro e proseguì.
Evitando ulteriori incontri fondendosi tutt'uno con le ombre come era solito fare da secoli e secoli, penetrò in profondità nel luogo, passando spesso e volentieri letteralmente sotto il naso di nerboruti orchi o minatori goblin.
Infine giunse ad un bivio di uno dei punti più in profondità nella collina : da una parte vi era una porta quasi bella che doveva custodire l'ingresso del capo-tribù probabilmente; l'altra conduceva verso sotterranei ... e probabilmente verso i tunnel che cercava.
Stava per imboccare i sotterranei quando si fermò, ragionando.
Non conosceva i cunicoli e probabilmente ve ne sarebbero stati una miriade , quasi un labirinto.
E non aveva tempo da perdere.
Aveva bisogno di una mappa o di una guida...
Istantaneamente si voltò verso la camera del capo-tribù e lì si diresse.
La stanza era illuminata da torce rozze, ma la sagoma del grosso Orco si intravedeva perfettamente : stava degustando le specialità dei suoi cuochi : cinghiale arrosto con contorno di goblin a cubetti.
L'odore non era dei migliori sicuramente, il gusto inimmaginabile probabilmente.
Ben più difficile sarebbe stato intravvedere la figura completamente nera che si stava avvicinando senza emettere suono alcuno alle spalle del capo-tribù.
Una mano guantata saettò e afferrò la parte posteriore del collo taurino del pelleverde, mentre con la rapidità del fulmine una katana veniva estratta e portata all'altezza della gola.
Un sibilo antico e gelido fu sentito dalle orecchie dell'Orco.
"Non sono il tipo che si ripete grosso troglodita..." esordì "amichevolmente" l'Assassino del Regno "...ma ora risponderete ad alcune mie domande, oppure il vino che stavate trangugiando invece di scendervi dentro lo stomaco attraverso la gola, vi scenderà sui pantaloni attraverso la vostra gola aperta..." lasciò in sospeso la frase il Ninja mentre con la mano che stringeva il collo del goblinoide faceva emettere sinistri scricchiolii alle ossa della sua vittima.
Passarono un paio di minuti nei quali il capo-tribù, saggiamente, decise di rispondere alle varie domande che il Dhampiro decise di sottoporgli.
"Molto bene" disse NightLord dopo aver ricevuto le informazioni che desiderava dal suo ostaggio "ora mi serve un ultimo favore da voi: dovrete farmi da guida attraverso il dedalo di passaggi sotterranei" il tono ovviamente non era da intendersi una gentile richiesta, ma un'imposizione neanche troppo velata.
"Ma io non potere ..." esordì il grosso energumeno ma non finì la frase, venendo immediatamente zittito da un feroce baluginare dei rubicondi occhi e dal ghigno famelico che si era allargato sul volto del Vassallo.
Gruttust, il capo-tribù, non era uno sciocco e aveva capito la natura della "piccola" figura innanzi a lui : quella forza non poteva appartenere ad un umano, e la sua in confronto pareva quella di un neonato... probabilmente, se voleva avere qualche speranza di sopravvivenza, avrebbe dovuto eseguire per filo e per segno gli ordini dello sconosciuto nerovestito.
Intimorito e temendo per la propria sorte, Gruttust si affrettò ad alzarsi in piedi e a far da guida all'intruso.
Sicuramente non avrebbe dimenticato questo affronto, e in futuro forse avrebbe tentato di vendicarsi.
Ma non quel giorno, non ne era assolutamente in grado.
I due scesero nei sotterranei.