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Palermo: ancora Emergenza Rifiuti

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2010 11:32
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31/05/2009 12:11

roghi di immondizia e spese pazze


Proteste dei netturbini che chiedono sicurezza sul lavoro e garanzie occupazionali
Palermo in mezzo all'emergenza rifiuti
Da una settimana la raccolta non avviene regolarmente.
Decine di cassonetti incendiati


PALERMO - A Palermo è emergenza rifiuti. Mentre cumuli di immondizie marciscono dappertutto per le strade della città dove da una settimana la raccolta dei rifiuti non avviene regolarmente, circa 200 lavoratori dell'Amia, l'Azienda dell'igiene ambientale, si sono radunati davanti al Palazzo d'Orleans, sede del governo regionale, per una manifestazione indetta dal rappresentante di base. Con questa protesta gli autonomi chiedono garanzia per il futuro occupazionale della ex municipalizzata che si trova in difficoltà economiche e per le condizioni di sicurezza sul lavoro.
Il traffico nella zona ha subito dei rallentamenti per via della parziale chiusura al traffico di piazza indipendenza.
Da giorni i lavoratori dell'Amia mantengono un presidio di fronte al muncipio e decine di cassonetti dell'immondizia stracolmi di rifiuti sono stati incendiati nella notte in diversi quartieri. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco.


LE SPESE DEI DIRIGENTI NEL PASSATO
-
I lavoratori dell'Amia, che attualmente ha un debito di 150 milioni di euro, hanno anche reso note le spese sostenute dai dirigenti in passato, in particolare quando la società doveva partecipare a un bando per la realizzazione della raccolta differenziata negli Emirati Arabi.
Cena per una persona da 400 euro nei ristoranti più esclusivi di Dubai e Abu Dhabi.
Ricevute per l'alloggio di una persona in hotel da 400 euro a notte e contemporaneamente ricevuta della stessa persona che affitta per un'ora un'altra stanza nello stesso albergo super lusso.
Le «spese pazze»
dell'ex presidente del Cda dell' Amia (l'ex municipalizzata per la raccolta dei rifiuti nel capoluogo)
Vincenzo Galioto, ora Senatore PdL
, e di altri dirigenti e consulenti,
sono state denunciate in una conferenza stampa a palazzo delle Aquile dai consiglieri comunali del Pd.

L'Amia doveva partecipare a un bando per la realizzazione della raccolta differenziata negli Emirati.
«Raccolta
- dicono i consiglieri - che a Palermo non avviene».


30 maggio 2009 Corriere.it


Il Sindaco Diego Cammarata (PdL) sotto processo con l'intera gestione con 12 fra Direttori e Amministratori, compreso l’ex Presidente Enzo Galioto, ancora ben protetto dal suo seggio di senatore PdL.
Resteranno nella storia degli scandali i viaggi ad Abu Dhabi per trasferire negli Emirati un presunto know how della «differenziata » allora mai sperimentata in Sicilia. Un buco nell’acqua. E un buco nel bilancio (oltre 100'000'000€) di un Comune sull’orlo del dissesto.

[SM=x44463]


RaiNews24

www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=355397

www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20090531/pagina/06/pezzo...
[Modificato da Etrusco 24/06/2010 11:24]

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PippyZzetta
01/06/2009 12:45

c'è un altro miracolo da compiere [SM=x44452]

certo che nel dizionario italiano la parola emergenza dovrebbe essere sostituita con "stato che si protrae per lungo tempo senza intervento alcuno" [SM=x44463]
[Modificato da piperitapatty 01/06/2009 12:46]

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01/06/2009 19:28

Re:
piperitapatty, 01/06/2009 12.45:

c'è un altro miracolo da compiere [SM=x44452]

certo che nel dizionario italiano la parola emergenza dovrebbe essere sostituita con "stato che si protrae per lungo tempo senza intervento alcuno" [SM=x44463]




di Emergenze ce ne sono anche troppo e spesso se ne abusa di questo termine.


Comunque è esilarante il tentativo di Silvio di addossare le colpe dell'emergenza di Palermo all'amministrazione precedente (8 anni fa!) [SM=x44457]

RIFIUTI: FRANCESCHINI A BERLUSCONI, RISIBILE DARE COLPA A GIUNTA ORLANDO

01 giugno, ore 17:42
Roma, 1 giu. (Adnkronos) - ''Dopo aver minimizzato ieri, parlando di 'sacchetti elettorali' e di 'problemi locali',
oggi il premier manda a Palermo Bertolaso. E' evidente che e' il presidente del Consiglio a mistificare la realta', vedendo crollare la sua immagine, quella dell'uomo che ha risolto l'emergenza rifiuti".
Lo afferma il segretario del Pd Dario Franceschini, a proposito dell'emergenza rifiuti a Palermo.
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03/06/2009 14:12

La monnezza berlusconiana


Non ci crede più nemmeno lui alle frottole che racconta.
Ha 5 Tg su sei, giornali al suo servizio, eppure continua a gridare al complotto, alla persecuzione. Come se in Italia non si avesse più il diritto di contestare e criticare il Premier.

Non mi risulta che Prodi, contestato, buttasse colpe a destra e manca e gridasse al complotto. Ma Prodi, pur con tutti gli errori, era una persona seria.

Il Clown (definito così dal Times, mica dalla Pravda), però insiste.

E allora "Roma è sporca, sembra una città africana."
A dirlo fu proprio lui, Berlusconi, non capendo che così dicendo criticava aspramente il suo sindaco Alemanno.

Poi la precisazione immancabile, con l'accusa alla sinistra di strumentalizzare le sue parole (che però erano chiarissime...). E subito la colpa della sporcizia romana ricadeva per il berlusca sulla sinistra.

Poi ci sono gli attacchi dei giornali esteri,
ultimo quello appunto del Times, che definisce il nostro Premier un Clown.

Reazione stizzita di Berlusconi che vuole tutti coloro che lo criticano in accordo con la sinistra italiana.

Non accetta le critiche, assurdo, come se tutti la dovessero pensare come lui.
Gli piace il pensiero unico tanto che con soldi e potere nel suo partito ha messo a tacere tutti.
Chi non tace se ne va come successe a Guzzanti.

Ultima scenata ma non meno importante quella sui rifiuti palermitani.
La Sicilia è in fermento, prima con il terremoto "Lombardo, che ha spaccato il Pdl e la giunta da lui guidata, poi per la monnezza che infesta le strade di Palermo.

Berlusconi che ha fatto buona parte della campagna elettorale sulla monnezza campana (aiutato da qualche organizzazione criminosa?) oggi si trova dall'altra parte della barricata. La Sicilia infatti è un bacino elettorale importante per il PDL e allora come uscire dalla merda nelle strade e in Regione?

Semplice addossando le colpe, come a Roma, alla precedente amministrazione di centrosinistra.

Se per noi che ragioniamo Berlusconi è patetico,
il problema sta nel fatto che i suoi sostenitori gli credono acriticamente, non capiscono il male che fanno a se stessi e al paese.
Sono inebriati da cotanta beltà, sono drogati dalle parole del Sivio tartassato da giudici, sinistra, comunisti, alleati, Fini, Lombardo, giornali esteri, insomma da moltissimi.

Sono tutti matti che lo perseguitano o è lui ad avere perso il controllo, perchè non riesce più a controllae le promesse-bugie che ha sparato in questi anni?

01 Giugno 2009 - JonathanLivingston.G
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03/06/2009 15:12

ma non si era fatto carico Silvio di tutta l'immondizia?? [SM=x44473]

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03/06/2009 15:22

Re:
kikkateo11, 03/06/2009 15.12:

ma non si era fatto carico Silvio di tutta l'immondizia?? [SM=x44473]





Di quella di Napoli, Palermo l'ha colto alla sprovvista. [SM=x44452]

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03/06/2009 15:33

Re:
kikkateo11, 03/06/2009 15.12:

ma non si era fatto carico Silvio di tutta l'immondizia?? [SM=x44473]




Si, come aveva promesso:
- di toglierci il Bollo Auto [SM=x44498]
- di ospitare i terremotati dell'Abruzzo nelle sue case...

Ma tu ancora credi alle promesse di Berlusconi? [SM=x44467]

[SM=x44491] [SM=x44492]

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PippyZzetta
03/06/2009 16:33

Re: Re:
Arjuna, 03/06/2009 15.22:





Di quella di Napoli, Palermo l'ha colto alla sprovvista. [SM=x44452]




e cmq è colpa della sinistra che è pessimista

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Re: Re: Re:
piperitapatty, 03/06/2009 16.33:




e cmq è colpa della sinistra che è pessimista




ma anche dell'amministrazione comunale di Palermo (Orlando) di 9 anni fa
che ha lasciato nascosti i sacchetti d'immondizia negli armadi [SM=x44452]

Comunque a sperperare i soldi pubblici fino a pochi mesi fa erano gli amministratori della società della nettezza urbana,
uomini del PdL [SM=x44522]

[SM=g1700002]
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03/06/2009 20:15

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13/06/2009 13:39

Rifiuti: ancora roghi a Palermo
13 Giugno 2009 10:28 CRONACHE

PALERMO - Ancora immondizia data alle fiamme nella notte a Palermo e in alcuni comuni della provincia.
Incendiati cassonetti pieni di rifiuti e campane per la raccolta differenziata.
Alcuni interventi dei vigili del fuoco sono stati necessari in citta':
in via Oreto,
in via Villa Filippina,
in viale Giunone,
in piazza Indipendenza,
in corso Finocchiaro Aprile,
in via Di Paola
e in alcuni quartieri periferici.
Spazzatura data alle fiamme anche a
Bagheria,
Bolognetta
e Villabate,
dove i dipendenti del Coinres, il consorzio che si occupa della raccolta in 22 comuni del palermitano,
da qualche giorno hanno sospeso il servizio per il rischio di non ricevere gli stipendi.

(Agr)



Ma quante frottole ci hanno raccontato allora?
Pochi giorni prima delle votazioni Bertolaso &Co. ci avevano rassicurato promettendo che avrebbero risolto tutto anche con l'ausilio dell'Esercito.
E allora?
Adesso proclameranno l'invio di Parà, teste di cuoio e reparti speciali? [SM=x44467]

Proprio all'inizio della stagione turistica!? [SM=x44465]
[SM=x44463]

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22/06/2009 10:27

I cassonetti di Palermo con le misure sbagliate

LA STORIA L’azienda comunale ha provato inutilmente a rivenderli. Adesso utilizza le ruote per sistemare i vecchi contenitor

Inservibili per la differenziata: sprecati 750 mila euro

PALERMO — Sembrava impossibile anche a loro, agli ingegneri, agli autisti e agli spazzini di lungo corso convocati in gran segreto sul piazzale della discarica di Bellolampo. Spingi a destra, spingi a sinistra. Niente. Spingi da sotto, spingi da sopra. Niente. Riprova a destra, riprova da sopra. Niente, ma proprio niente da fare. I cassonetti comprati l’anno scorso per far partire a Palermo la raccolta differenziata non vanno bene. Misure sbagliate, sistema di aggancio incompatibile: i camion non li possono sollevare e svuotare. Se ne sono accorti diversi mesi fa quelli dell’Amia, l’azienda comunale che si occupa di rifiuti e di cui spesso si è occupata la magistratura. Visto il comprensibile imbarazzo, hanno provato a tenere nascosta la notizia. E pure i cassonetti, confinati in un piazzale fuori città.

Li avevano comprati un anno fa, primo blocco da 1.500 esemplari a 500 euro l’uno per un totale di euro 750 mila a spese dell’ignaro contribuente. Dovevano consentire il recupero di carta, plastica e vetro, risollevando Palermo da quel misero 4 per cento di raccolta differenziata che spinge la quinta città d’Italia in fondo alla classifica nazionale. E invece si sono trasformati da contenitore per i rifiuti in rifiuti punto a basta. Mai utilizzati, nemmeno per un giorno. Inservibili anche per sostituire almeno una parte dei 5 mila cassonetti incendiati o danneggiati nelle ultime settimane in città, quando la raccolta si è fermata per mancanza di soldi e i palermitani hanno cominciato a dare fuoco ai cumuli di spazzatura che riempivano le strade. Ancora adesso sono fermi in quel piazzale di Bellolampo, la discarica cittadina vicina all’esaurimento (ovvio) visto che senza differenziata tutta la spazzatura finisce qui. Avvistarli non è cosa semplice: la discarica è recintata e sorvegliata. Bisogna prendere la strada che sale verso Torretta e poi tagliare per i rimboschimenti della forestale, armati di un buon teleobiettivo.

Chi ha sbagliato? Non la ditta che ha costruito i cassonetti e li ha regolarmente consegnati. Era proprio l’ordine ad essere impreciso e adesso l’Amia non può rivalersi su nessuno. L’azienda ha pure provato a rivenderli come affarone di seconda mano. Ma il salvataggio in corner non è riuscito. Qualcuno aveva pensato di piazzarli negli Emirati Arabi, visto che lì l’Amia doveva partecipare ad un bando proprio per la raccolta differenziata. Ma nemmeno gli arabi ne hanno voluto sapere. Di quelle missioni a Dubai ed Abu Dhabi resta solo l’inchiesta aperta nelle settimane scorse dalla magistratura palermitana. In 22 viaggi la delegazione guidata dall’allora presidente del consiglio d’amministrazione Vincenzo Galioto, ora senatore del Pdl, avrebbe speso almeno 300 mila euro. Più o meno la metà di quanto l’Amia ha pagato quei cassonetti ancora fermi sul piazzale. Cassonetti che adesso rischiano di fare la stessa (triste) fine degli ultimi camion per la raccolta comprati dall’Amia.

Con un debito che supera i 150 milioni di euro, l’azienda non riesce a pagare l’assicurazione dei nuovi mezzi, che quindi restano chiusi in garage. Solo che l’Amia non riesce a comprare nemmeno i pezzi di ricambio necessari per i camion vecchi, gli unici che circolano ancora. Non resta che smontare i camion nuovi e prendere da lì i pezzi che servono per quelli vecchi. Anche per i cassonetti mancano i pezzi di ricambio: solo per rimettere a posto tutte le ruote danneggiate o sparite negli ultimi anni servirebbero 50 mila euro. Soldi che l’Amia non ha. Qualcuno in azienda ha pensato di riciclare le ruote di quei cassonetti fermi sul piazzale, che tanto non servono a niente, e rimontarli su quelli vecchi che zoppicano in strada. Un modo per limitare i danni ma attenzione: la compatibilità non è stata ancora verificata. Visti i precedenti, si raccomanda prudenza.

Fonte corriere della sera

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01/10/2009 12:08

L'Amia non esce dal deficit
nonostante l'aumento del 175% della Tarsu concesso da Berlusconi

Palermo soffoca nella spazzatura:
ancora roghi nelle strade

A Partanna, Mondello e Bonagia, la raccolta dei rifiuti non viene effettuata da oltre 10 giorni


PALERMO - Palermo è di nuovo soffocata dai rifiuti, riesplode l'esasperazione dei cittadini e tornano i roghi.
30 incendi sono stati appiccati la notte scorsa a cassonetti e a cumuli di pattume che marcisconono praticamente in tutta la città.

NELL'ULTIMO ANNO TASSA AUMENTATA DEL 175% -
Vi sono quartieri, come Partanna, Mondello e Bonagia, dove da oltre dieci giorni non viene effettuata la raccolta a causa delle continue difficoltà dell'azienda comunale Amia che non riesce a risollevarsi dal deficit benchè il Comune nell'ultimo anno abbia aumentato del 175% la Tarsu, oggi tra le più alte d'Italia.

ROGHI -
I roghi hanno impegnato i vigili del fuoco fino alle 5.30 del mattino. In via Piave, nel quartiere Montegrappa, in quattro ore sono stati innescati tre incendi ai mucchi di spazzatura che avevano trasformato la strada in una discarica.
Roghi di vaste proporzioni, da cui si è sprigionato un denso fumo nero, anche in via Conte Federico a Brancaccio, in via del Bassotto a Bonagia, in via Bernini all'Uditore, in via Enrico Albanese nei pressi del carcere dell'Ucciardone, in viale delle Scienze vicino alla cittadella universitaria, in via Imera.
In alcuni casi, persone che vedevano le fiamme avvicinarsi pericolosamente alle loro abitazioni hanno chiesto l'intervento della polizia.


Fonte: Corriere della Sera - 01 ottobre 2009

[SM=x44522]

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19/03/2010 16:03

Regione Sicilia, pensione record all'ex burocrate 1.369 euro al giorno

Era direttore generale dell'emergenza rifiuti, Cuffaro lo premiò l'attuale giunta ha provato a impugnare ma ha perso davanti alla Corte dei conti.

PALERMO - L'ultimo graned commissario dell'ente più generoso d'Italia, alla fine, si è portato a casa una pensione da favola: mezzo milione di euro l'anno. Ha lottato un paio d'anni, l'avvocato Felice Crosta, per un diritto che alla fine gli è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti. Quei soldi gli spettano.

Perché così ha stabilito una legge della Regione siciliana, approvata nella stagione d'oro del governatore Cuffaro. E l'amministrazione, proprio in questi giorni, si sta adeguando, aprendo la cassa. Mezzo milione. Cioè 41.600 euro al mese, 1.369 euro al giorno. Cifra lorda, sia chiaro. Ma destinata a fare impallidire persino capi di Stato, governatori di Bankitalia e giudici della Corte costituzionale: Giorgio Napolitano, per dire, ha un'indennità annua di circa 220 mila euro. Carlo Azeglio Ciampi, prima di insediarsi al Quirinale, si vide riconoscere da Palazzo Koch una pensione da 34 mila euro al mese. Mentre Romano Vaccarella e Gustavo Zagrebelsky, ex presidenti della Consulta, percepiscono rispettivamente assegni di quiescenza pari a 25.097 e 21.332 euro mensili, secondo i dati rivelati da L'Espresso nel 2008.

Il superburocrate siciliano, insomma, non si limita a doppiare i colleghi della Regione, tutti beneficiati dal vecchio sistema di calcolo retributivo, ma si candida a tutti gli effetti per la palma del dipendente pubblico più pagato d'Italia. Fra quelli in servizio e a riposo. Sfondando con decisione pure il tetto ai trattamenti previdenziali "obbligatori" posto nell'ormai lontano ottobre del 2003 dal consiglio dei ministri: 516 euro al giorno, il vecchio milione di lire. Crosta quasi triplica quella somma.


Il sultano dei servitori della pubblica amministrazione è un dirigente di lungo corso che negli ultimi due lustri ha
gestito l'emergenza rifiuti in Sicilia. Un'emergenza che non è finita: gli Ato, gli organismi che dovevano assicurare il servizio di raccolta e smaltimento, hanno accumulato oltre un miliardo di debiti, la gara per i termovalorizzatori è stata annullata dall'Unione europea e i cassonetti stracolmi autorizzano ormai i paragoni con la Campania. Ma Crosta, prima da vicecommissario per l'emergenza poi da capo dell'agenzia siciliana per i rifiuti, in questi anni ha visto accrescere i propri compensi fino a 460 mila euro. Una cifra che il suo mentore, l'ex governatore Salvatore Cuffaro, gli accordò nel marzo 2006. Un'indennità che a Crosta è valsa come base pensionabile, in forza di un emendamento approvato dall'Assemblea regionale siciliana a fine 2005, cioè proprio alla vigilia della sua nomina: un caso? Chissà. Di certo, nella Regione dove oggi impera Raffaele Lombardo - che ha rotto con l'ex amico Cuffaro - oggi non si fanno salti di gioia. Anche perché, oltre all'assegno mensile, l'ente dovrà riconoscere a Crosta circa un milione di arretrati e la somma relativa alla rideterminazione del Tfr. In un primo momento, l'amministrazione si era opposta alla liquidazione della maxi-pensione, riconoscendo "solo" 219 mila euro all'ex dirigente. Crosta si è però rivolto alla Corte dei Conti che ha attestato il suo diritto. La legge si può discutere. Ma va applicata. "Non si tratta certo di un regalo, io ho lavorato per 45 anni", si difende l'interessato. La Regione siciliana dai conti in rosso - due miliardi di deficit - non ha potuto che fare appello alla sentenza della magistratura contabile.

L'ultimo beneficio, peraltro, va a pesare su una spesa previdenziale già ragguardevole: oltre 560 milioni per pagare le pensioni di un esercito di ex dipendenti (14.917) più folto del personale in servizio. Tutti a carico del bilancio, perché la Regione siciliana è fra i pochi enti in Italia a non avere ancora attivato un fondo quiescenza, pur avendolo istituito per legge. E continua a erogare baby-pensioni a tutti coloro che dimostrano di avere un parente infermo da accudire. Un'estensione tutta siciliana della legge 104 - anch'essa figlia di una norma varata dall'Ars - che ha premiato negli ultimi anni 700 impiegati andati a riposo con 25 anni di anzianità (ne bastano 20 per le donne). Ne ha approfittato anche l'ex segretario generale Pier Carmelo Russo. Che a dicembre, dopo il pensionamento, è stato promosso assessore regionale dal governatore Lombardo.

Fonte

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13/05/2010 15:45

Emergenza rifiuti a Palermo, 5 arresti

In città decine di roghi, è allarme igienico-sanitario
PALERMO

Cinque arresti tra Palermo e provincia per trasporto e abbandono di rifiuti. Nel cuore di una nuova emergenza igienico-sanitaria, tra strade invase di immondizia e incendi appiccati a vere e proprie mini discariche urbane, i carabinieri impongono un’ulteriore stretta contro gli illeciti ambientali. Nel dettaglio, nel capoluogo siciliano i militari del Nucleo Radiomobile di Palermo hanno fatto scattare le manette ai polsi di 5 persone responsabili di trasporto di rifiuti pericolosi.

Antonino Saviano, 30 anni, è stato sorpreso in corso Calatafimi a bordo di un Piaggio «Ape» mentre trasportava un ingente quantitativo di materiale ferroso, privo delle prescritte autorizzazioni. L’uomo si è giustificato asserendo di voler vendere il materiale, poi sequestrato insieme al mezzo utilizzato. Saviano sottoposto al rito direttissimo è stato condannato all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso la Stazione Brancaccio. Poi Nicola Lo Biondo, 39 anni, che, a un posto di controllo in viale Regione siciliana, è stato trovato a bordo del proprio autocarro con alcune tonnellate di materiale ferroso senza alcuna autorizzazione.

A seguito della direttissima è stato convalidato l’arresto e rimesso in libertà. Anche Mariano Giacomo Vullo, 20 anni, e il fratello Salvatore, 24 anni, erano su un autocarro, in via Castellana, e trasportavano materiale ferroso e circa 3 mila chili di rame, presumibilmente rubati: dopo il sequestro del mezzo, sono stati arrestati per trasporto di rifiuti pericolosi e rinchiusi nelle camere di sicurezza; al termine del direttissimo sono stati condannati a otto mesi di reclusione con pena sospesa e rimessi in libertà.

Infine, i carabinieri di Bolognetta hanno arrestato per abbandono di rifiuti speciali Giovanni La Rosa, 49enne, sorpreso lungo la strada provinciale 77, all’altezza di contrada Roccabianca, mentre abbandonava rifiuti ingombranti di tipo speciale costituiti da quattro pneumatici dismessi completi di cerchi in ferro. L’uomo è stato trattenuto presso camera di sicurezza della Stazione di Misilmeri e successivamente processato con rito direttissimo dinanzi alla sezione di Corleone del Tribunale di Termini Imerese. Il giudice ha convalidato l’arresto e condannato La Rosa a 4 mesi di reclusione.

Fonte

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(Voltaire)

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I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

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24/06/2010 10:57

Palermo, le strade invase dai rifiuti



Le strade di Palermo invase da rifiuti di ogni genere:
ecco le immagini delle "discariche" a cielo aperto nel centro storico della città.
(Ansa)
[Modificato da Etrusco 24/06/2010 10:58]
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Tra i rioni di quella che Le Monde ha definito la «Città Pattumiera»

Viaggio nella Palermo
sommersa dall'immondizia

Cataste di rifiuti, mobili e eternit. I cassonetti traboccano. L'accusa: «Sono i signori che ristrutturano le loro ville»

Dal nostro inviato  Felice Cavallaro

 

PALERMO - Per loro fortuna i duemila turisti sbarcati ieri mattina da due palazzi galleggianti come la Fantastica e la Concordia per scoprire la città fra carrozzelle addobbate come carretti hanno seguito la direttrice che dal porto arriva a Piazza Politeama, lungo via Emerico Amari, cinquecento metri puntellati da cassonetti sporchi e scoperchiati, lerci e maleodoranti, ma svuotati nella notte. Così, forse, Palermo ha evitato di offrire ai croceristi per l’ennesima volta l’immagine e il disastro di una nuova Napoli. O, come ha sferzato con un titolo della scorsa settimana Le Monde, di «città pattumiera». Sporca, ma senza montagne di rifiuti. Anche se resta nelle foto ricordo il profilo tetro di contenitori simili a bocche spalancate di vecchi sdentati, i coperchi piegati o spezzati. Poteva andare peggio, direbbe con una delle sue battute Fiorello. Sarebbe bastata, infatti, una piccola deviazione sulla destra, prima della cupola del Teatro Politeama, per restare ancora più sconvolti davanti alla discarica a cielo aperto del Borgo Vecchio, un mercato nel cuore della vecchia Palermo dove si può comprare di tutto, anche la notte. A due passi da botteghe e bancarelle, da griglie con sgombri e «stigghiole» fumanti, ecco una catasta di materassi sfatti, armadi sfondati, sedie e tavoli squinternati, resti di frigo, radio e tutto ciò di cui ci si può liberare. Compreso un serbatoio di eternit, come succede nella piazzetta trasformata dai ragazzi in un campetto di calcio recintato, una gabbia, unico modo per delimitare lo spazio fra gioco e monnezza.

Palermo, le strade invase dai rifiuti:

Palermo, le strade invase dai rifiuti    Palermo, le strade invase dai rifiuti    Palermo, le strade invase dai rifiuti    Palermo, le strade invase dai rifiuti    Palermo, le strade invase dai rifiuti    Palermo, le strade invase dai rifiuti    Palermo, le strade invase dai rifiuti

Inferno Bellolampo
È una delle immagini consegnate dal cuore di Palermo, dal «cuore di cactus», per usare il titolo di un libro di Antonio Calabrò che, come ogni scrittore nato da queste parti, ama e odia una terra dove sui rifiuti si scatena una guerra politica e rischia di esplodere una bomba ecologica chiamata Bellolampo. Nome di un brutto monte dove i gabbiani sembrano topi volanti. Una discarica al collasso che alimenta i liquami del cosiddetto percolato, un lago di melma che si infiltra insidiando la falda. Un girone dantesco, meta di autocompattatori rotti e insufficienti. Specchio di un’azienda colabrodo, l’Amia, un buco di oltre 100'000'000€, proprio ieri mattina inseguita in tribunale da 2.400 creditori che chiedono 44 milioni per forniture mai saldate. Forniture in qualche caso ai raggi X di ben altre indagini. È il caso del lavaggio «esterno» al quale si appoggiava l’Amia, quello dei boss Lo Piccolo a San Lorenzo.

Sindaco Diego Cammarata (PdL) sotto processo per dissesto economico Palermo Emergenza Rifiuti

Sotto processo un’intera gestione, il sindaco Diego Cammarata (PdL) con 12 fra direttori e amministratori. Compreso l’ex Presidente Enzo Galioto, ancora ben protetto dal suo seggio di Senatore PdL. Resteranno nella storia degli scandali i viaggi ad Abu Dhabi per trasferire negli Emirati un presunto know how della «differenziata » allora mai sperimentata in Sicilia. Un buco nell’acqua. E un buco nel bilancio di un Comune sull’orlo del dissesto.

Bocciata la proposta del sindaco per l’aumento della tassa immondizia, la Tarsu, non si sa cosa fare perché la prima voce dei tagli è la Gesip con i suoi duemila dipendenti assunti per cooptazione.

Sindaco in vacanza
È questa la catena di guasti antichi e recenti che sta dietro un viaggio fatto ieri mattina spostandoci da borgate decentrate come Pagliarelli e Bonagia a Villa Sperlinga, il cuore residenziale di una Palermo do ve gli abitanti di via Libertà o piazza Leoni scoprono con soddisfazione i primi esperimenti di «differenziata». Anche se proprio a piazza Leoni, di fronte all’ingresso di Villa Airoldi, sede di un Golf Club fra giardini e vasche del Settecento, la titolare dell’edicola all’angolo, Giovanna Calabrese, indica esterrefatta una vasca dei nostri giorni colma di rifiuti, come fosse un cassonetto: «La differenziata è una gran cosa, ma se i signori della cosiddetta "Palermo bene" ristrutturano casa buttando tutto per strada vince l’inciviltà...». S’intrecciano così le colpe degli amministratori e le cattive abitudini di chi a Palermo vive. Anche se fra siti web e manifesti prevale il refrain sul sindaco, «Cammarata vattene». È lo slogan pennellato su un paio di teli stesi da cittadini semplici ai loro balconi, quartiere Matteotti, il più signorile, a due passi dalla elementare Garzilli. È un crescendo. E Cammarata, appena tornato dal Sudafrica dopo una gita «mondiale», respinge le critiche di chi ha pure presentato una mozione di sfiducia: «Che male c’è a prendersi tre giorni di vacanza?». Quesito che rimbalza in una città da dove parte una sua disperata lettera appello alla Prestigiacomo, a Bertolaso, a Gianni Letta perché ministero dell’Ambiente, Protezione civile e Palazzo Chigi lo ascoltino: «Chiedo da gennaio dell’anno scorso lo stato di crisi...».

Percolato d'oro
Lo ascoltano un po' meno alla Regione, dove prevale il contropiede con Raffaele Lombardo, il governatore che ha detto no ai termovalorizzatori facendo saltare «un affare criminale», stando all’accusa lanciata anche dal suo assessore all’Energia Pier Camillo Russo. Un tecnico già andato in Procura per l’«emergenza percolato», convinto che qualcuno abbia interesse ad ampliare la misura del fenomeno: «Mi hanno chiesto di conteggiare 45 mila tonnellate di percolato smaltite in quattro mesi. Cioè 11.250 tonnellate al mese. Lavoro eseguito con autocisterne fornite di rimorchio. Trenta tonnellate ognuna a viaggio. Significa che ogni mese per 11.250 tonnellate occorrono 375 autocisterne che fanno la spola con Gioia Tauro ». I conti non tornano e Russo bacchetta: «Smaltire ogni tonnellata di percolato costa 80 euro. Così, per 45 mila tonnellate dovrei firmare un assegno da 3 milioni e 600 mila euro. Ecco perché il percolato non deve mai mancare. Non bisogna farlo finire mai...». È materia di indagine. E non è l’unico scontro, visto che adesso l’Amia litiga anche col prefetto Giancarlo Trevisone per la quinta vasca di Bellolampo collaudata senza loro tecnici. Una boccata d’ossigeno. Appena sei mesi per un nuovo possibile collasso che forse non può essere rovesciato solo sul sindaco. Ma echeggia nei suoi confronti il malessere. Nascono su Facebook gruppi come «Carta 9 gennaio» e Calabrò dialoga con uno degli allievi di Piersanti Mattarella, Antonio Piraino, un manager di Banca Nuova, sulla scia di altri scrittori, di Roberto Alajmo che denuncia incuria e degrado. In sintonia con chi raccoglie centinaia di foto sui rifiuti di Palermo e li piazza nella vetrina internet, «Il Valore delle Piccole Cose».

Cassonetti sudici
Sono foto come quella scattata ieri mattina alle 10.45 a piazza Pagliarelli, la borgata oltre la circonvallazione, dove Giuseppe Di Simone mostra schifato i cassonetti zeppi, i coperchi a pezzi: «L’autocompattatore passa, ma dentro restano luridi e nessuno li ha mai puliti». È quel che succede alle 11.10 in via del Bassotto, quartiere Bonagia. Divani, sedie, armadietti rotti circondano i cassonetti stracolmi, scrutati con disappunto da Giuseppe Santoro, pensionato: «Tutti si lamentano, ma nessuno si ribella». Venti minuti dopo ecco il replay su via Montegrappa, villaggio Santa Rosalia, vicino all’ospedale Civico. Cassonetti e discarica in area parcheggio. Un gatto spaventato dal fotografo mentre sfalda sacchetti e cerca cibo, indicato da Davide Giannini, titolare dell’autoscuola Jolly: «Adesso, anche il pomeriggio, il camion passa, ma puzza più dei cassonetti che restano sudici». Dalla periferia a piazza Unità d’Italia la rabbia è la stessa. E alle 12.30 sotto la pioggerellina una signora si tura il naso all’angolo con via Giusti. Come succede alle 12.50 a piazza Leoni davanti alla vasca-cassonetto. O alle 13.30 al mercato di via La Marmora, angolo via Sanpolo, fra panieri di insalate e pomodori stesi accanto alla spazzatura da un ambulante abusivo che non protesta: «Cade il mondo se per una notte non se la portano?». E passa veloce pure la signora che alle due del pomeriggio rischia di inciampare nell’armadio di ferro arrugginito da dieci giorni sul marciapiede di via Francesco Lo Jacono, a 50 metri dall’albero Falcone di via Notarbartolo, simbolo di un riscatto che anche la monnezza allontana.

 

 

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Fonte: Corriere della Sera - 23 giugno 2010

[Modificato da Etrusco 24/06/2010 11:32]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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