COSE MAI VISTE! IL NANO SUPREMO SOTTO ATTACCO DE “IL GIORNALE”, ”LIBERO” E “IL TEMPO”
- ESSì, MENTRE CAVALIERE INVITA GLI ITALIANI A SCIOPERARE CONTRO I GIORNALI "CHE PRENDONO IN GIRO I LETTORI",
I "SUOI" QUOTIDIANI LO SBATTONO AL MURO COME UN POLIPO - ’LITTORIO’ FELTRI: "IO NON FACCIO UN GIORNALE DI PARTITO.
ANCHE SE LA CARTA, L’INCHIOSTRO E IL MIO STIPENDIO ME LO PAGA LA FAMIGLIA BERLUSCONI, NON RINUNCIO A VEDERE LE COSE.
IO SEGUO I MIEI UMORI E SOPRATTUTTO I MIEI MALUMORI E SICCOME HO UN CERTO ISTINTO,
RIESCO A VEDERE ANCHE QUELLI DEI MIEI LETTORI. E SONO FORTI"
Lina Palmerini per "il Sole 24 Ore"
www.ilsole24ore.com/
«Ho solo dato un pizzicotto, non capisco la sorpresa...»,
ci diceva stupito (ma forse nemmeno troppo) Vittorio Feltri.
La sorpresa - direttore - è che il destinatario del pizzicotto è Silvio Berlusconi.
Già, perché a un premier che invitava gli italiani a scioperare contro i giornali «che prendono in giro i lettori»,
Feltri in prima pagina rispondeva tirandolo in ballo e rimettendo un po' in ordine la classifica.
Feltri «Ho solo detto quello che pensano tutti: che nell'arte del prendere in giro i più bravi sono i politici».
Incluso, quindi, il premier che ormai da 16 anni fa il politico e non più l'imprenditore.
«Forse vi era sfuggito qualcosa ma sono stati almeno una trentina i fondi critici che ho scritto finora »,
insisteva il direttore del "Giornale" parlando di un «mugugno» crescente tra i lettori-elettori del Pdl.
Il fatto è che questo mugugno deve essere diventato forte a giudicare dalla prima pagina del "Giornale" di ieri
dove non c'era solo il «pizzicotto» ma pure un editoriale sulla «manovra e i ripensamenti »,
un focus sulla «guerra per bande » nel Carroccio e un altro commento sui sacrifici
e il buon esempio che dovrebbe arrivare dal Palazzo. Non mancava niente.
Insomma, che succede? Scricchiola così tanto la base berlusconiana? Sfogliando i giornali dell'area di centro-destra
si direbbe proprio di sì. Prendiamo il quotidiano di Maurizio Belpietro, "Libero."
Senza esitazione, ieri dava del «pirla» ai dirigenti, alleati e governatori del Pdl confidando in un colpo d'ala del premier.
Ma forse a fare più male di tutti, ieri, era "Il Tempo". Al suo direttore, il quarantenne Mario Sechi,
è bastato mettere una percentuale scritta a caratteri cubitali sulla prima pagina per incalzare il governo:
«43,2%, aumenta la pressione fiscale».
Insomma, proprio le tasse, proprio il core business della maggioranza berlusconiana diventa
l'oggetto della critica fatta "in casa".
Ma che vuol dire questo fuoco amico?
«Guardi io non faccio un giornale di partito. Anche se la carta, l'inchiostro e il mio stipendio
me lo paga la famiglia Berlusconi, non rinuncio a vedere le cose. Io seguo i miei umori e soprattutto
i miei malumori e siccome ho un certo istinto, riesco a vedere anche quelli dei miei lettori. E sono forti».
Per Feltri ormai si è messa in moto un'insofferenza nella base di centro-destra e pure in quella leghista
«perché il federalismo non c'è e non ci sarà mai e non so cosa si inventerà Bossi, su chi scaricherà la colpa».
Elezioni anticipate? «Sono un indovino sprovveduto ma sono possibili se la Lega sarà in difficoltà
e se Berlusconi vedrà che il tirare a campare potrebbe far marcire la maggioranza e lui stesso».
Insomma, i giornali di area lanciano segnali alla politica e - contemporaneamente - fronteggiano la concorrenza in edicola
andando incontro ai malumori dei loro lettori. «Facciamo da pungolo all'esecutivo essendo - noi -
rappresentanti di una comunità di lettori-elettori del centro-destra che è scontenta.
Facciamo né più né meno quello che ha fatto
Repubblica con il Pd che prima lo ha lanciato, poi criticato e ora abbandonato surrogandone
il ruolo di opposizione davanti alla sua comunità di lettori», spiegava Mario Sechi aggiungendo subito
«speriamo che l'epilogo non sia lo stesso per il Pdl». Il direttore incrocia le dita e adesso vede
«che le difficoltà del governo nascono da una battaglia già iniziata sul post-Berlusconi.
Noi invece gli ricordiamo che l'obiettivo è quella percentuale sul carico fiscale.
Alla fine della legislatura sarà la stessa lasciata da Prodi e Visco?». Bella domanda.
C'è poi una comunità nella comunità. «Io - racconta Sechi - sono entrato al "Giornale" con Feltri
e poi sono diventato vicedirettore con Belpietro, sono stato vicedirettore anche a "Libero" e posso dire
che questi due quotidiani hanno creato una "scuola" giornalistica, casuale, involontaria ma con uno stile:
il gusto del graffio». O del pizzicotto. E chissà che effetto farà.
[30-06-2010]
Lina Palmerini per "il Sole 24 Ore"
www.ilsole24ore.com/
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.