Otto casi in tre settimane
Storie di uomini "mollati" e di donne che l'hanno pagata con la vita.
Negli ultimi 20 giorni sono state otto le donne uccise da fidanzati o ex compagni abbandonati o rifiutati. Ieri l'ultimo caso: a Napoli un uomo ha accoltellato la moglie, che ora è in prognosi riservata. Una scia di sangue che scorre inesorabile e che sembrerebbe avere un unico movente: la passione. Ma forse questa non è l’unica ragione di tanta furia omicida, bisogna tenere in conto i fattori sociali, come pure analizzare i problemi legati allo sviluppo della persona e i legami con la figura materna. A suggerirci quest'ultima pista è il dottor Massimo Buttarini, criminologo e psicoterapeuta, a cui abbiamo chiesto di commentare queste tragiche storie. Per capirle meglio, però, dobbiamo ripartire dalla cronaca.
Fabio ed Eleonora. Eleonora, l'ultima vittima in ordine di tempo, aveva sedici anni e studiava ragioneria a Mestre, vicino Venezia. Fabio invece, 30 anni, si era da poco laureato in Biologia a pieni voti. Il pensiero di non vedere più la sua fidanzatina, che la sera prima lo aveva "mollato", gli stringe lo stomaco. Così, la mattina dell’11 luglio, prende la sua Smith&Wesson 357 Magnum, la carica con cinque proiettili ed esce di casa in cerca della ragazza. Lei, convinta che Fabio si fosse fatto una ragione della loro separazione, non ci pensa troppo su e prende la bicicletta per andare dai nonni. Sotto casa vede il fidanzato seduto sulla Vespa. Lui tira fuori la pistola dal bauletto, le si avvicina e senza esitare tira il grilletto tre volte: i colpi, secondo una prima ricostruzione, raggiungono Eleonora al braccio, al torace e alla tempia. Quando la vede cadere a terra, fremente e col sangue che bagna l'asfalto, non riesce a credere di essere stato proprio lui ad averlo fatto. Allora si punta la pistola al cuore e spara per la quarta volta. Il vicino di casa chiama i soccorsi ma i due fidanzati sono ormai morti, sdraiati a terra nel sangue.
Andrea e Roberta. "Lei non mi vuole più, non vuole neanche toccarmi e i suoi sguardi sono glaciali. Non la riconosco". Sono questi i pensieri che solitamente tormentano un uomo quando una relazione sentimentale sta finendo e, probabilmente, è quello che avrà pensato Fabio prima di sparare. O potrebbe valere anche per Andrea che, il 2 luglio scorso, a Venezia, decide di affrontare l'ex fidanzata Roberta, 43 anni. Lei ormai aveva trovato un nuovo fidanzato e Andrea non sopportava l’idea di essere stato "rimpiazzato" da un altro uomo. Il senso d’impotenza, davanti a una donna che continuava a rifiutarlo pur dicendogli ti voglio ancora bene, gli annebbia la vista. Tira fuori il coltello e la uccide con 50 coltellate al petto, in un raptus di efferato accanimento.
Riccardo e Debora. Il giorno dopo, la scena del delitto si sposta ad Agnadello, un paesino del cremonese. Debora Palazzo, 20 anni, ha scelto di farla finita con Riccardo Regazzetti, di otto anni più grande, perché si sente oppressa dalle sue richieste sempre più pressanti. Lui cerca il matrimonio, magari dei figli, ma Debora ha una vita davanti, è giovane e non vuole ancora legami troppo stabili. Lei lo lascia, lui non ci vede più. In uno dei tanti bigliettini che le mandava gli inquirenti hanno trovato scritto: "Solo così potremo stare finalmente assieme per tutta la vita". Riccardo esce di casa con la sua calibro 9, porta la ragazza vicino al cimitero e le spara due colpi dritti al cuore. Poi, disperato, chiama il fratello al cellulare: "Ho combinato un casino", gli dice. I Carabinieri, quando arrivano sul posto, lo ritrovano a terra, morto. Si è sparato un colpo alla tempia.
Luca e Simona. Non era invece il rifiuto ciò che ossessionava Luca Sainaghi, un Carabiniere 28enne di Novara. Lui ne aveva due di relazioni. Una con Simona Melchionda, 23 anni, e un’altra con la madre di suo figlio. Simona però lo costringe a fare una scelta: "O stai con me o con lei". Luca non accetta di essere messo alle strette e, nonostante abbia un figlio, non vuole smettere di frequentare l'amante. Ha paura. Allora decide di spaventarla con la pistola d’ordinanza. Ma è terrorizzato, impugna l’arma, la dirige al volto di Simona, spara, non è chiaro se volontariamente o meno. E’ successo una sera all’inizio di giugno, ma il corpo della ragazza, gettato nel Ticino, viene ritrovato solo il 3 luglio scorso. Un altro "bravo ragazzo" accecato dall'insoddisfazione e dal desiderio di controllo sulla propria compagna.
Gaetano e Maria. Gaetano De Carlo, invece, un carrozziere di 55 anni, era ben noto alle autorità: 7 denunce per stalking. Una padre di famiglia che non aveva la minima intenzione di lasciar perdere le sue amanti, che perseguitava quotidianamente. La 36enne Maria Montanaro, per esempio, era costretta a fingere di non essere in casa quando lui le prendeva a calci la porta. Gaetano non accetta di essere ignorato e l'ha freddata con un colpo di pistola alla testa. Poi è partito in direzione di Cremona, dove l’attende la sua seconda vittima: Sonia Balconi, 42 anni, che lo aveva già denunciato ai Carabinieri stufa delle sue continue telefonate e dei messaggini pieni di minacce. Il carrozziere la raggiunge al Parco della Preistoria di Rivolta e le spara, un attimo prima di togliersi la vita.
Donne nel mirino. Uomini e donne come se ne incontrano tanti, persone apparentemente "normali", dunque. Eppure qualcosa di anomalo e terribile deve essere scattato nella loro mente prima ancora di premere il grilletto. La violenza contro le donne, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta in Italia la prima causa di morte per il sesso femminile fra i 25 e i 44 anni. "E’ un problema di legami d’attaccamento che risalgono ai primissimi periodi dello sviluppo della persona e ai suoi legami con la madre," sostiene il dottor Buttarini, "La fine di una relazione sentimentale può creare dei vuoti anche gravi che sono all’origine dell’angoscia provocata dall’abbandono".
Comportamenti ossessivi come quelli che hanno caratterizzato i casi fin qui illustrati non hanno dunque niente a che vedere con l’amore. Anzi, si fondano sulla necessità ossessiva dell’uomo di mantenere il controllo sulla sua compagna, e figura femminile di riferimento. Ciò può far scattare un desiderio (e un ruolo) di dominio che, se viene messo in discussione, può variare dalla semplice quanto sofferta delusione sentimentale ad esplosioni incontrollabili di violenza come quelle che abbiamo raccontato. (Queste ultime, per fortuna, molto meno frequenti delle prime).
Insomma il comportamento possessivo che alcuni uomini esercitano sulle donne è il risultato di un insieme di fattori psicologici, culturali e sociali, che sono radicati nel comportamento maschile e possono emergere in particolar modo in soggetti più "predisposti", soprattutto quando sono vittime di una privazione inaspettata. "Sappiamo tutti, e questo è un bene, che i ruoli tra i sessi stanno cambiando", conclude lo psicologo, "Ed è per questo che l’uomo deve lavorare su se stesso: c’è la tendenza a scaricare la responsabilità della fine di un rapporto sull’individuo che abbandona, ma non è sempre così". In breve, le ragioni dei comportamenti violenti che abbiamo visto possono variare da un individuo a un altro. Per questo, sempre secondo Buttarini, quando si affrontano traumi psicologici "secondari" (come la fine di una relazione amorosa) è di fondamentale importanza il ricorso alla psicoterapia.
Fonte
Non voglio sminuire le tragedie, ma queste mi sembrano le classiche notizie da "caso di cronaca nera estiva".
Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
(Voltaire)
ma difendiamo anche la grammatica Italiana
Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!
<-- IO -->
I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...