Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Maxi blitz anti 'ndrangheta: 300 arresti in tutta la penisola

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2010 23:21
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 889
Registrato il: 31/07/2007
Sesso: Maschile

Utente Power



13/07/2010 23:17

Maxi blitz contro la 'ndrangheta
trecento arresti in tutta Italia

L'operazione svela una struttura simile a Cosa Nostra: tre mandamenti calabresi, c'è un organo di vertice e "la Lombardia", la struttura nordica, con una "Camera di controllo deputata al raccordo tra le strutture lombarde e calabresi". In manette anche Domenico Oppedisano, 80 anni, numero uno delle cosche calabresi

ROMA - Chi litiga è un uomo morto. È stato un omicidio di due anni più che a rivelare, a certificare la "mutazione genetica" della 'ndrangheta. Si chiamava Carmelo Novella, detto compare Nuzzo, aveva sessant'anni e il 14 luglio del 2008 viene ammazzato in un bar di San Vittore Olona. Sembrava il risultato di una faida legata agli appalti nell'edilizia, invece Novella aveva detto in giro che "la Lombardia", e cioè tutti i gruppi di 'ndrangheta trapiantati al Nord, avrebbero potuto "fare da soli", senza la casa madre calabrese. Il desiderio di autonomia è stato stoppato con le pallottole, Novella non sarà più un problema e viene nominato un altro calabrese, Giuseppe Neri, come uomo del raccordo tra il Nord danaroso e il Sud antico e sanguinario.

È questo sangue che scorre al Nord un importante episodio nell'inchiesta ribattezzata "Il Crimine", che è in corso mentre scriviamo, sono in programma tra i duecento e i trecento arresti, tra Calabria e Lombardia. Nei fascicoli dei procuratori Ilda Boccassini e Giuseppe Pignatone sono entrati anche due filmati senza precedenti. Il più clamoroso è stato registrato a Paderno Dugnano, in un centro intitolato - incredibilmente - ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per alzata di mano, e all'unanimità, è stato scelto, dai vertici dei clan calabresi del Nord tutti riuniti, il "mastro generale", e cioè Pasquale Zappia. Una scena degna del film "Il Padrino", ma senza smoking, una versione con abiti casual in stile provincia milanese.

L'altro filmato è avvenuto in Aspromonte, alla Madonna dei Polsi, dove si sono riuniti i boss calabresi. Senza l'aiuto di pentiti, sono stati documentati circa quaranta incontri. E da quanto raccontano i documenti redatti dai carabinieri e dalla polizia, è stata fatta una fondamentale scoperta. La 'ndrangheta sinora non era mai stata considerata come una struttura unitaria, cioè non sembrava "come" Cosa Nostra. E se allora, per stabilire le regole in Sicilia, ci volle il pentito Tommaso Buscetta, qua, oggi, per comprendere le regole calabresi è stato necessario un lavoro certosino. Ma, piano piano, sono emersi i tre mandamenti della 'ndrangheta in Calabria, poi un organo di vertice, che "ne governa gli assetti, assumendo o ratificando le decisioni più importanti".

E poi esiste - ed è sorprendente - "La Lombardia", cioè la federazione dei gruppi trapiantati al Nord, con una "Camera di controllo deputata al raccordo tra le strutture lombarde e calabresi". Una "struttura unitaria", accusano i pm, e hanno scoperto che, ovviamente, i clan al Nord avevano in mente di prendersi qualche buon appalto per l'Expo. Non ci sono riusciti "per il fallimento" della Perego general contractor srl: una ditta di rilievo dove Salvatore Strangio, espressione della famiglia Pelle, soprannominata "Gambazza", faceva il bello e cattivo tempo, per favorire "numerose imprese controllate dagli affiliati lombardi". Ne sono stati individuati ben 160, ma i boss si dicono "che hanno circa 500 unità".

I procuratori Boccassini e Pignatone, che hanno organizzato questa retata senza precedenti, si sono convinti che sia stato il sequestro di Alessandra Sgarella, portata via dalla sua casa bella zona di San Siro nel dicembre del 1997, l'ultima "azione" dei clan tradizionali. Dal Duemila la 'ndrangheta si è trasformata in "mafia imprenditrice".

Ci sono i criminali, ma accanto a loro affiliati lombardi, spesso senza problemi con la giustizia, com'è il caso di un alto funzionario della sanità lombarda: "In virtù del proprio ruolo istituzionale - viene detto di lui - assicura l'assistenza sanitaria, ma anche l'interessamento per investimenti immobiliari e coltiva e sfrutta per i "fini comuni" i legami con gli esponenti politici locali". L'inchiesta sembra riguardare anche il recente voto in Lombardia. Inoltre, da una lavanderia nel centro commerciale di Siderno, gestita dal boss Giuseppe Commisso, si è arrivati a nove locali individuati a Toronto e uno a Thunder Bay, controllati dalla provincia di Reggio. Un'intera rete di relazioni, affari, sembra venire allo scoperto e sono stati sequestrati beni per 60 milioni di euro.

Tra le persone arrestate a Milano, Carlo Antonio Chiriaco, classe 1959, nato a Reggio Calabria, direttore sanitario dell'Asl di Pavia, Francesco Bertucca, imprenditore edile del pavese e Rocco Coluccio, biologo e imprenditore residente a Novara. I tre sono ritenuti responsabili di aver fatto parte della 'ndrangheta attiva da anni sul territorio di Milano e nelle province vicine. Nel corso dell'operazione sono state fatte 55 perquisizioni e sequestri di beni immobili, quote societarie e conto correnti il cui valore è ancora da quantificare.

E in manette è finito anche Domenico Oppedisano, 80 anni, considerato dagli investigatori l'attuale numero uno delle cosche calabresi. La sua nomina a 'capocrimine' - cioè colui che è al vertice dell'organismo che comanda su tutte le 'ndrine ed e' denominato 'Provincia' - sarebbe stata decisa il 19 agosto del 2009 nel corso del matrimonio tra Elisa Pelle e Giuseppe Barbaro, entrambi figli di boss. Un particolare significativo del personaggio: quando Oppedisano doveva parlare non usava il telefono. I suoi ordini arrivavano a Bollate attraverso Rocco Ascone, caposocietà e vicario della cosca locale comandata da Vincenzo Mandalari.

Fonte: Repubblica

_________________

OFFLINE
Post: 889
Registrato il: 31/07/2007
Sesso: Maschile

Utente Power



13/07/2010 23:21

Ecco come i boss seguivano le indagini
"C'è la Boccassini, non ce la scampiamo"

La magistratura ha dovuto combattere le talpe a libro paga della 'ndrangheta.
Quelle conversazioni che parlano di "voti" da far convogliare verso candidati amici


MILANO - L'inchiesta di Milano e Reggio Calabria sta svelando aspetti molto preoccupanti dell'infiltrazione delle cosche in Lombardia. È stata filmata una "visita" alla Regione Lombardia e sono state registrate conversazioni che parlano di "voti" da far convogliare verso candidati amici. Uno di questi è Giancarlo Abelli, formigoniano di ferro, al quale i clan arrivano attraverso il direttore della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, che sembra un personaggio da film noir. È un funzionario della sanità, ma a telefono parla di mancati assassinii.

Se da sempre esistono le "talpe", anche quest'indagine che riguarda la trama della ndrangheta nel cuore economico del Paese, si è dovuta difendere da varie infiltrazioni. Di una di queste parlano chiaramente Alessandro Manno, a capo della locale (l'intera banda strutturata) di Pioltello e Emanuele De Castro, capo della locale di Legnano/Lonate Pozzolo. Citano un carabiniere di Rho, Michele Berlingieri, che è "a libro paga". E, già nel novembre del 2008, gli uomini della 'ndrangheta conoscono quest'inchiesta. Hanno dunque un anticipo di un anno e mezzo. E sanno che è gestita da Ilda Boccassini: "Gli è passata un'ambasciata di 200 mandati di cattura "Mafia", tutti calabresi e siccome dice Pioltello, Legnano, stavolta non ce la scampiamo, dice che deve mettere mano la Boccassini".

Quando ascoltano questa intercettazione, gli inquirenti ovviamente trasecolano. Restano incise anche altre parole, e cioè che questo carabiniere accusato di corruzione "se la passa bene, basta che ne ha la mancia e gli fa sapere tutto". E ci sarebbe anche una tariffa, della quale parlano i clan: "Ogni volta che gli porta una notizia, spende mille, duemila, addirittura tremila euro". Eppure, nonostante questi "avvisi", il lavoro dei detective ha permesso di registrare persino una votazione del nuovo boss di tutti i boss lombardi, avvenuta per alzata di mano, in un centro per anziani di Paderno Dugnano. Particolare surreale: è intestato ai giudici Falcone e Borsellino.

Fonte: Repubblica

_________________

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:59. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone