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Roma, bombe degli anarchici alle ambasciate, ci sono dei feriti

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2010 22:53
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23/12/2010 22:53

Pacchi bomba alle ambasciate, due feriti
Rivendicazione di Federazione Anarchica

Ordigni nelle sedi svizzera e cilena a Roma. Le vittime hanno subito interventi di ricostruzione di arti e tessuti. Nel testo degli attentatori: "Abbiamo deciso di far sentire di nuovo la nostra voce con le parole e con i fatti". Frattini: "Minaccia grave, verifiche anche nelle rappresentanze italiane all'estero"

ROMA - La rivendicazione dei pacchi bomba che hanno scosso le ambasciate di Cile e Svizzera è arrivata in serata. La firma è quella Federazione Anarchica Informale. I due ordigni sono esplosi oggi a distanza ravvicinata nelle due rappresentanze nella capitale. Gli attacchi diffuso un allarme generale nelle sedi diplomatiche. La rivendicazione era in una piccola scatola trovata accanto a uno dei feriti. "Abbiamo deciso di far sentire di nuovo la nostra voce con le parole e con i fatti. Distruggiamo il sistema di dominio. Viva la Fai, viva l'Anarchia. Federazione Anarchica Informale cellula rivoluzionaria Lambros Fountas", si legge in una parte del testo ora al vaglio della Digos. Il legame con la Grecia è chiaro. Lambros Fountas è un anarchico greco ucciso a marzo scorso ad Atene durante uno scontro a fuoco con la polizia.

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Il primo pacco bomba è esploso nella sede romana dell'ambasciata svizzera in tarda mattinata. Un addetto al ricevimento corrispondenza, 53 anni, è stato ferito alle mani, soprattutto a quella sinistra, ed è stato ricoverato al reparto di chirurgia dell'ospedale Umberto I. Il rischio dell'amputazione è scampato solo dopo l'intervento. Il direttore della divisione di chirurgia plastica, Niccolò Scuderi, ha detto che l'uomo "dovrebbe riuscire a recuperare buona parte della funzionalità della mano sinistra. I problemi maggiori riguardano soprattutto un dito: l'anulare".

A distanza di poco più di un'ora, una seconda esplosione si è verificata nell'ambasciata del Cile, in via Po. Il pacco, che potrebbe essere stato spedito dall'Italia, ha ferito un funzionario amministrativo di 46 anni. Anche lui è stato trasportato dal 118 al policlinico Umberto I con ferite alle mani e bruciature al volto. Avrebbe perso l'uso di due dita. Il pacco infatti è esploso nel momento in cui è stato aperto. "Nel secondo paziente abbiamo recuperato del materiale metallico, nella fattispecie un bullone che aveva nella ferita del torace. L'ho personalmente consegnato alle forze dell'ordine", ha detto il responsabile del dipartimento di chirurgia del Policlinico, Massimo Coletti, che ha preso in cura le due vittime.

Un plico sospetto è poi stato segnalato anche all'ambasciata ucraina in via Guido D'Arezzo. Il vigilante, insospettito, ha chiamato i carabinieri che hanno accertato che non si trattava di un pacco bomba. Allarmi per pacchi sospetti anche nelle sedi diplomatiche di Slovenia ed Estonia. I plichi però non erano altro che un innocuo biglietto di auguri e un calendario. Il ministero degli Esteri, Franco Frattini ha diramato "un messaggio di particolare cautela" anche per le ambasciate italiane all'estero. Nel pomeriggio anche l'ambasciata Ue a Berna è stata parzialmente evacuata dopo l'arrivo di un plico sospetto privo di mittente.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo, ma da subito la pista più accreditata è stata quella anarchica, "ci sono dei precedenti, a novembre iniziative simili hanno riguardato alcune ambasciate in Grecia" ha affermato, intervenendo a Porta a Porta, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "La Grecia, la Spagna, l'Italia - ha detto Maroni - vedono la presenza di gruppi anarco insurrezionalisti strettamente collegati tra di loro: il fatto che questi pacchi bomba siano arrivati alle due ambasciate ci induce a pensare che questa sia la pista". Tesi confermata anche dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano: "l'ipotesi più plausibile e su cui si sta lavorando è quella di natura anarchico-insurrezionalista".

La Federazione anarchica informale (Fai). La sigla appare per la prima volta nel 2003 con l'operazione 'Santa Klaus', una serie di pacchi bomba indirizzati all'allora presidente dell'Ue Romano Prodi, al presidente del Ppe, ad Europol ed Eurojust. E proprio il contenuto della rivendicazione - "Abbiamo deciso di far sentire di nuovo la nostra voce con le parole e con i fatti. Distruggiamo il sistema di dominio" conferma l'obiettivo degli anarchici di allargare i fronti di lotta cercando, dicono qualificate fonti di intelligence, di coordinarsi nelle azioni. La firma della rivendicazione è invece la conferma dei legami tra gli insurrezionalisti italiani e greci. Lambros Fountas - il nome della 'cellula rivoluzionaria' della Fai che ha rivendicato gli attentati di Roma - è un anarchico greco ucciso a marzo scorso ad Atene durante uno scontro a fuoco con la polizia. Fountas, secondo le autorità greche, era collegato a 'Lotta rivoluzionaria', l'organizzazione che si ritiene sia dietro l'attentato che uccise un assistente del ministro dell'interno greco a giugno.

Proprio quella bomba fece risaltare agli occhi degli investigatori italiani le "similitudini" con due ordigni esplosi in Italia nel 1999, davanti alla caserma dei carabinieri di Musocco e all'ente greco per il turismo a Milano. Gli attentati furono rivendicati da 'Solidarietà internazionale', una delle sigle che fanno parte della Federazione anarchica informale.

C'è dunque un legame "molto stretto" tra le azioni svolte dagli anarchici greci e quelli italiani. Legami, tra l'altro, esistenti fin dal 1998, quando una ventina di esponenti di spicco dei movimenti anarchici greci parteciparono in Piemonte ai funerali di Edo 'Baleno' Massari, l'anarchico accusato degli attentati in Val di Susa contro l'alta velocità suicidatosi in carcere. Modus operandi, tipologia dell'ordigno e obiettivi scelti, tra l'altro riconducono tutti al mondo anarco-insurrezionalista e a quelle sigle che in passato hanno già colpito in Italia.

Sotto la Fai hanno infatti rivendicato attentati la Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare), la Brigata 20 luglio, le Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle, e Solidarietà internazionale. Anche la scelta degli obiettivi, secondo gli analisti, è un ulteriore elemento che riporta al mondo anarco-insurrezionale: in Svizzera sono detenuti due anarchici italiani, Costantino Ragusa e Silvia Guerini e lo svizzero ticinese residente in Italia, Luca Bernasconi. I tre sono stati arrestati dalle autorità svizzere lo scorso 15 aprile con l'accusa di preparare un attacco contro una sede dell'Ibm: nella loro auto sarebbero state trovate ingenti quantità di esplosivo.

Meno di due mesi fa, sui muri dell'ambasciata svizzera di Roma, era comparsa la scritta 'Costa, Silvia e Billy liberi', accompagnata da una molotov. E in carcere in Svizzera c'è anche Marco Camenish, il teorico dell'anarco-insurrezionalismo arrestato in Italia, nel 1991, con una condanna all'ergastolo da scontare: da anni per gli anarchici italiani è un simbolo. Il legame con il Cile è invece rappresentato dal nome di Mauricio Morales, l'anarchico morto a Santiago del Cile a maggio del 2009, ucciso dall'esplosione del suo zaino-bomba: gli attentati compiuti alla Bocconi di Milano e al Cie di Gradisca d'Isonzo a dicembre dello stesso anno sono stati rivendicati dalle 'Sorelle in Armi - gruppo Mauricio Morales'. Sigla, anche questa, riconducibile alla Federazione anarchica informale.

Fonte: Repubblica

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