LE MOLESTIE SESSUALI COME STRUMENTO DI JIHAD
Gates of Vienna, 8 gennaio 2016
di Baron Bodissey
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Una settimana fa i portatori di arricchimento culturale hanno scatenato una caccia selvaggia per le strade di Colonia. Era San Silvestro, la nostra notte di capodanno. Questi giovani energumeni
si sono riuniti in massa alla stazione centrale della città, e hanno messo in atto un piano concertato per chiudere in un angolo e isolare le giovani donne, che sono state molestate, rapinate, palpeggiate, molestate e stuprate.
Le autorità cittadine hanno fatto di tutto per coprire quello che era successo. Si rifiutavano di riconoscere che le giovani donne erano state molestate sotto gli occhi della polizia, e soprattutto non volevano ammettere che la maggioranza dei palpeggiatori erano “rifugiati” appena arrivati dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Solo domenica, tre giorni dopo, le notizie di quello che era accaduto si sono diffuse in Germania e nel resto dell’Europa. Ci sono voluti parecchi altri giorni per scoprire che
lo stesso genere di incidenti di capodanno si erano verificati a Stoccarda, Francoforte, Amburgo, Dusseldorf e altre città tedesche. Successivamente abbiamo scoperto che
la stessa cosa si è avuta a Helsinki, Vienna, Salisburgo, Zurigo, Oslo e Stoccolma. Sono sicuro che alla fine sentiremo parlare di incidenti analoghi in altre maggiori città europee dove vi è una percentuale significativa di “rifugiati”.
In ogni città il modus operandi è sembrato essere lo stesso: gruppi numerosi di uomini, spesso drogati e muniti di esplosivi pirotecnici, hanno dato la
caccia alle donne in maniera coordinata, come se tutto fosse stato pianificato e organizzato in anticipo. Potrebbe essere andata così, ma in forma decentralizzata, senza una struttura centrale di comando. Al Baghdadi non ha ordinato gli attacchi alle sue truppe, ma per come funziona l’islam non ne aveva bisogno. Ogni buon musulmano che ha prestato attenzione a quello che si predica nelle moschee e si insegna nelle madrasse sa esattamente cosa fare. Nemmeno i piranha, quando una pecora finisce accidentalmente nel Rio delle Amazzoni, hanno un sistema centrale di comando e controllo. Possono però ridurre in pochi minuti lo sfortunato animale in uno scheletro con un’azione coordinata. È sufficiente che ogni singolo individuo segua un programma effettivo e uniforme.
L’ondata di “rifugiati” che è entrata in Europa nel 2015 è stato un esempio di egira islamica, o migrazione, nelle terre degli infedeli. Si tratta di una delle fasi principali della guerra santa. Nella loro migrazione i musulmani stanno seguendo l’esempio di Maometto, che fece l’egira a Medina per stabilirvi l’islam con la forza. Quando il numero dei musulmani nella nuova terra è aumentato a sufficienza, attraverso successive migrazioni o la conversione degli infedeli, a quel punto si può lanciare la jihad violenta, per completare la conversione fina del nuovo territorio. L’Europa sta dunque sperimentando le prime fasi di una più vasta operazione di egira. Il comportamento dei migranti è decentralizzato e manca di una struttura di comando, ma il suo obiettivo uniforme è quello di perseguire un risultato desiderato, e sta operando secondo un piano ben definito.
Qual è questo piano? A cosa mirava la jihad delle molestie sessuali nella notte di Colonia?
Il primo motivo era quello più ovvio: un branco di uomini carichi di testosterone in crisi d’astinenza sessuale volevano divertirsi appropriandosi del “bestiame non marchiato dal proprietario” lasciato circolare dagli infedeli. Questi portatori di arricchimento culturale provengono da una società dove le donne sono oggetti di proprietà, e sono prive di uno status protetto a meno che la proprietà di un uomo sia chiaramente indicata. Le donne che girano spudoratamente senza velo senza essere accompagnate da un proprietario sono considerate prostitute. O semplicemente oggetti per la soddisfazione di qualsiasi uomo in cui si imbattono. Questo era il motivo chiaro, immediato e senza ambiguità delle molestie e delle violenze sessuali delle giovani donne occidentali.
Il secondo strato degli obiettivi si rivela nelle modalità con cui questi giovani uomini hanno formato dei piccoli gruppi e agito in maniera coordinata e simultanea in dozzine di città diverse: questa è una guerra. Gli eventi del capodanno sono stati un atto di jihad, la guerra contro gli infedeli. E sono state anche forme di terrorismo. Allah comanda ai suoi seguaci di seminare il terrore nei cuori dei non credenti, e questo è esattamente ciò che ha fatto la jihad delle molestie. Le donne tedesche, e presumibilmente molti uomini, adesso sono terrorizzati dagli ospiti maomettani.
Il terzo strato degli obiettivi è più sottile. Per comprenderlo occorre concepire l’islam come un organismo, come la mente di un alveare che agisce per mezzo di molti agenti, ma con un solo programma. Questo organismo si sta oggi espandendo in nuovi territori, tastando il terreno mentre procede, valutando la presenza del nemico e tentando di determinare la forza e la natura della sua risposta all’incursione. Un modo per testare la tempra del nemico è quello di prendere a bersaglio le sue donne. In altre parole, la notte di San Silvestro è stata una prova esplorativa, un sondaggio.
L’islam ha mirato a quella che considera la proprietà del nemico più vulnerabile e preziosa: le sue giovani donne. La natura della risposta del nemico darà all’organismo invasore le informazioni per le azioni successive. Vista la debole e vacillante risposta delle autorità tedesche, possiamo aspettarci un altro attacco relativamente a breve dai nuovi migranti che hanno fatto l’egira in Europa.
La prossima azione sarà ancora più forte e audace. La jihad terrà conto di quello che ha imparato dall’inefficace risposta a Colonia e altrove, e agirà di conseguenza.
L’islam comprende qualcosa che noi occidentali abbiamo dimenticato: una società che rifiuta di difendere le sue donne non difenderà nulla. L’islam ha preso di mira le donne europee perché le vede come la nostra proprietà più preziosa (con la possibile eccezione delle nostre armi nucleari). Se non le difendiamo, c’è qualcos’altro che difenderemo?
Gates of Vienna, 8 gennaio 2016
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