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Comando - Principio - Applicazione

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2017 20:04
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12/10/2017 11:20
 
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Caro the witness


OK, anche se quando si parla di cultura locale non si riferisce solo agli standard della congregazione, ma viene valutato con molta attenzione ciò che il territorio ritiene adatto per un ministro cristiano. 



Concordo subentra un altro principio che è quello di fare tutto per amore della buona notizia.


Come minimo non è ha valutato tutti gli aspetti, ma solo alcuni. Chi vuol manifestare discernimento e modestia valuta tutti gli aspetti della questione e sa che generalmente nella moltitudine dei consiglieri c'è la riuscita. 



Infatti, io parto dal presupposto che ha valutato tutti i principi e che non gli importa per amore rispettare la coscienza dei suoi fratelli in base alla scrittura:

"Difatti, perché sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un’altra persona?"

Quindi per lui il principio non è trasgredito, non c'è peccato.



Per prendere decisioni di questo tipo non è sufficiente valutare la cosa in preghiera, ma è necessario chiedersi se il proprio aspetto potrebbe suscitare perplessità ai suoi interlocutori nel momento in cui si identifica quale ministro di Dio (mi riferisco in particolare al territorio), giacché l'obiettivo di ogni proclamatore dovrebbe essere quello "di guadagnare a tutti i costi alcuni". 



Infatti come dicevo lui ha valutato tutto ed è convinto che nel territtorio le persone non vengono turbate.



Se è solo un problema della congregazione potrei essere d'accordo. 

Non so dalle tue parti, ma nella zona in cui vivo un TdG con i capelli molto lunghi in predicazione riceverebbe diverse 'critiche' da non TdG. Quindi non sarebbe solo un problema della congregazione, ne un'opinione personale degli anziani. Sarebbe un reale problema posto dalla cultura in cui viviamo,che non lo riterrebbe molto appropriato per un TdG. 



Concordo se quel giovane si accorgerebbe che a motivo del suo modo di tenere i capelli ricevesse delle critiche, in questo caso ci sarebbe peccato dato che si trasgredisce un principio. Ma non c'è nessuna critica e lui è convinto che i suoi capelli non turbano nessuno.

In realtà io voglio rimanere nell'ambito della congregazione.

Le tre scritture sono queste

1 - "Difatti, perché sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un’altra persona?

2 - Ma quando voi peccate così contro i vostri fratelli e ferite la loro coscienza che è debole, peccate contro Cristo.

3 - Ma chiunque fa inciampare uno di questi piccoli che ripongono fede in me, sarebbe più utile per lui che gli si appendesse al collo una macina da mulino come quella che viene fatta girare da un asino e che fosse affondato nell’ampio e aperto mare.

Come armonizzare questi tre versetti?

C'è una differenza tra turbare la coscienza di un fratello e farlo inciampare?

Di solito si dice che che la voce della coscienza di un fratello non puo essere addestrata con la voce di un altra coscienza. Che il fratello puo solo essere turbato ma non puo imporre la sua propria coscienza.

Tu per amore dovresti acconsentire il fratello "se qualcuno ti chiede il mantello dagli anche la veste" dice Gesù, ma in questo caso il giovane in congregazione non vede nessun principio della "modestia" trasgredito, tuttavia alcuni fratelli o sorelle anziane vengono turbate (non parlo di inciampare la parola mi sembra forte) ma solo turbati da questi capelli tenuti dal giovane.

Da questi versetti il giovane fratello biblicamente comette peccato?

Il ferire per Paolo è solo un turbare oppure un vero e proprio inciampo come indica Gesù?

[Modificato da erevnitis 12/10/2017 11:24]
12/10/2017 15:14
 
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Re:
Caro barnabino


Il giovane potrebbe non peccare,



Anche se fratelli o sorelle anziane vengono turbate?



ma gli anziani sono comunque i responsabili del gregge e possono decidere che, ad esempio, chi porta la cravatta rossa non si battezza. Decisione discutibile, naturalmente, e anche francamente demenziale (l'esempio comunque non è inventato, è capitato) ma dal momento che cambiare colore di cravatta non va contro alcun principio né è una questione essenziale per la vita del giovane, che può indossare cravatte di molti altri colori, la questione diventa: sono disposto a rinunciare ad un diritto (vero, nel senso che gli anziani non dovrebbero interferire su quella questione) oppure per me l'obiettivo di servire Dio nella congregazione è più importante della cravatte rosse?



Concordo, non sarebbe giusto stabilire capricci e gusti personali del corpo degli anziani. La vera domanda dovrebbe essere quale principio biblico mi impedisce di mettere una cravatta rossa?


A mio parere gli anziani sbagliano ad insistere su una questione personale e transitoria, ma anche chi non è disposto a tagliarsi i capelli per una questione evidentemente di principio (o di orgoglio?) e rinuncia al battesimo non ha ragione.



Giustissimo


Di fatto nelle congregazioni difficilmente, se non mai, ho sentito discussioni su questioni teologiche, ma ne ho sentite fino alla nausea su questioni assolutamente dozzinali come lunghezza e foggia di abiti, barbe, trucchi e parrucchi, colori di camicie solo per citarne alcuni e sempre di fatto spesso sono stati causa di amarezza, liti con e tra anziani e persino perdita della fede e allontanamento dalla congregazione. La mia spiegazione è che la barba, la gonna, l'acconciatura sono solo l'occasione, il pretesto banale che scatena un problema o malessere spirituale ben più profondo. Dopo tutto ad un cristiano spirituale, che ha preso il suo palo di tortura, importa poco di queste questioni dozzinali e come disse Gesù: "se qualcuno che ha autorità ti costringe a prestare servizio per un miglio, va con lui per due miglia".



Infatti se non si è disposti a sacrificare cosi poco per questa perla di alto valore come si potrebbe sacrificare la nostra vita se fosse necessario?!!

Barnabino, potresti darmi un tuo parrere sulla parte finale del post che ho scritto a the witness?



[Modificato da erevnitis 12/10/2017 15:16]
12/10/2017 15:39
 
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Forse peccato no, ma nel momento in cui il fratello debole turbato da un atteggiamento in sé innocente dovesse perdere la fede le cose cambierebbero, è comunque come consisterebbe Dio la mancanza di considerazione per un debole giustificata solo dal far valere un proprio diritto? Quale spirito viene manifestato?

Shalom
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12/10/2017 16:07
 
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Re:
barnabino, 12/10/2017 15:39:

Forse peccato no, ma nel momento in cui il fratello debole turbato da un atteggiamento in sé innocente dovesse perdere la fede le cose cambierebbero, è comunque come consisterebbe Dio la mancanza di considerazione per un debole giustificata solo dal far valere un proprio diritto? Quale spirito viene manifestato?

Shalom



Quindi saremo davanti ad un giovane che vorrebbe far valere un suo diritto mancando forse di considerazione per fratelli più deboli turbando la loro coscienza ma il peccato avverebbe solo se un fratello inciamperebbe perdendo la fede?

Pero Paolo non dice che ferire la coscienza di un debole sia peccato contro Cristo?

Il versetto non potrebbe essere applicato ad un fratello che turba o ferisce la coscienza di alcuni nella congregazione?

[Modificato da erevnitis 12/10/2017 16:21]
12/10/2017 16:58
 
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Se il giovane effettivamente mette un suo diritto al di sopra di altri ferendoli coscientemente commette un peccato. Direi di più, a volte potremmo anche peccare involontariamente in questo senso. Miseri uomini che siamo, grazie al sacrificio di Cristo che ci salva!

Shalom
[Modificato da barnabino 12/10/2017 17:05]
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12/10/2017 17:12
 
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Re:

Se il giovane effettivamente mette un suo diritto al di sopra di altri ferendoli coscientemente commette un peccato. Direi di più, a volte potremmo anche peccare involontariamente in questo senso. Miseri uomini che siamo, grazie al sacrificio di Cristo che ci salva!



Quindi un fratello che avesse capelli lunghi non rispettando la coscienza della congregazione, nessuno potrà dire che pecca in base al principio della "modestia" dato che per lui il principio non è trasgredito ma pecherebbe in base al principio del fatto che turberebbe la coscienza dei più deboli anche se questi non inciamperebbero nel senso che perderebbero la fede?






12/10/2017 17:31
 
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Beh, se io so di turbare alcuni che ragione avrei di farlo? Paolo fece circoncidere Timoteo benché avesse tutti i diritti di non esserlo, per non turbare i giudei. Non avrebbe forse "peccato" tecnicamente, ma il suo spirito quale attitudine manifestava? Ora, non dobbiamo essere attaccati dal concetto tecnico di peccato, ma pensare ai principi che guidano le nostre azioni, anche quando tecnicamente non andiamo contro alcuna Legge.

Shalom
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12/10/2017 17:55
 
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Re:

Beh, se io so di turbare alcuni che ragione avrei di farlo?



In base a queste parole "Difatti, perché sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un’altra persona?

Il fratello agisce in base alla sua propria coscienza.


Di solito si dice che che la voce della coscienza di un fratello non puo essere addestrata con la voce di un altra coscienza. Che i fratelli turbati non possono imporre la propria coscienza ad un altro fratello.

Il fratello puo decidere di acconsentire i suoi conservi per amore ma non è costretto a farlo secondo le parole di Paolo.



Paolo fece circoncidere Timoteo benché avesse tutti i diritti di non esserlo, per non turbare i giudei. Non avrebbe forse "peccato" tecnicamente, ma il suo spirito quale attitudine manifestava? Ora, non dobbiamo essere attaccati dal concetto tecnico di peccato, ma pensare ai principi che guidano le nostre azioni, anche quando tecnicamente non andiamo contro alcuna Legge.



Concordo, ma io parlo di un fratello che per lui non trasgredisce un principio riguardo alla modestia.

Da un lato si dice :

"Difatti, perché sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza di un’altra persona?

e dall'altro sembra che Paolo dica che se si ferisce o turba la coscienza di un fratello si pecca contro Cristo.

Mi viene difficile armonizzare i due passi.




12/10/2017 18:39
 
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Concordo, ma io parlo di un fratello che per lui non trasgredisce un principio riguardo alla modestia



Anche involontariamente turbasse qualcuno commetterebbe un peccato, quante volte pecchiamo involontariamente, infatti, per leggerezza o ignoranza. Questo non cambierebbe il fatto di aver turbato un fratello, magari fino al punto di indebolirne la fede.


Mi viene difficile armonizzare i due passi



Se ci concentriamo sul significato tecnico di peccato forse è difficile, ma non è questo su cui il cristiano maturo si concentra. Di fronte al ragionevole dubbio che qualcuno possa essere turbato dalla sua chioma il giovane dovrebbe chiedersi cosa lo spinge a far valere un proprio diritto, non c'è davvero alcuna ombra di orgoglio, di vanità personale o altro dietro il suo atteggiamento? Se non rinuncio ad un diritto diciamo piuttosto banale come radermi, accorciare i capelli pur avendo un dubbio che qualcuno potrebbe essere turbato, quale spirito mi muove?

Io non be faccio una questione tecnica (che si potrebbe ridurre al fatto che gli anziani dirigono la congregazione e dunque volente o nolente il giovane i capelli se li deve tagliare se lo stabilisce il corpo degli anziani altrimenti pecca contro l'autorità stabilita da Dio) ma ne faccio una questione spirituale, perché in queste questioni se ne esce cristianamente solo concentrandoci su quella...

Shalom
[Modificato da barnabino 12/10/2017 18:39]
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12/10/2017 22:50
 
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Re:


Anche involontariamente turbasse qualcuno commetterebbe un peccato, quante volte pecchiamo involontariamente, infatti, per leggerezza o ignoranza. Questo non cambierebbe il fatto di aver turbato un fratello, magari fino al punto di indebolirne la fede.



Questo vuol dire che se io non accettassi frazioni di sangue e un fratello ne fosse turbato, ho comesso peccato?



Se ci concentriamo sul significato tecnico di peccato forse è difficile, ma non è questo su cui il cristiano maturo si concentra.



Mi sembra legittimo armonizzare la sacra scrittura e capirne i significati!!



Di fronte al ragionevole dubbio che qualcuno possa essere turbato dalla sua chioma il giovane dovrebbe chiedersi cosa lo spinge a far valere un proprio diritto, non c'è davvero alcuna ombra di orgoglio, di vanità personale o altro dietro il suo atteggiamento? Se non rinuncio ad un diritto diciamo piuttosto banale come radermi, accorciare i capelli pur avendo un dubbio che qualcuno potrebbe essere turbato, quale spirito mi muove?



Concordo, infatti subentrano diversi principi

- Chi ti chiede un miglio, fanne due con lui

- Chi ti chiede il mantello dagli anche la veste

- Voi che siete forti portate il peso di quelli che sono deboli

Insomma chi ha più sagezza la usi!!!



Io non be faccio una questione tecnica (che si potrebbe ridurre al fatto che gli anziani dirigono la congregazione e dunque volente o nolente il giovane i capelli se li deve tagliare se lo stabilisce il corpo degli anziani altrimenti pecca contro l'autorità stabilita da Dio)



Sin quando si rispetta il volere di Dio è giustissimo.



ma ne faccio una questione spirituale, perché in queste questioni se ne esce cristianamente solo concentrandoci su quella...



Concordo a pieno barnabino!!!
Tuttavia non mi sembra sbagliato anche approffondire l'aspetto tecnico.




12/10/2017 23:36
 
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Questo vuol dire che se io non accettassi frazioni di sangue e un fratello ne fosse turbato, ho comesso peccato?



Accettare o meno frazioni di sangue, oltre che non essere una questione senza conseguenze come la lunghezza dei capelli, non è una questione pubblica come portare una lunga chioma, non sei obbligato a farne pubblicità. Certo, se accettassi frazioni di sangue, o viceversa, e ne facessi propaganda pubblica presentando la tua posizione come l'unica "giusta" da imitare questo sarebbe scorretto, soprattutto se turbasse la pace della congregazione.


Insomma chi ha più sagezza la usi!!!



Ecco!


Tuttavia non mi sembra sbagliato anche approffondire l'aspetto tecnico



Diciamo che non esiste alcun comitato giudiziario per chi si facesse crescere una lunga chioma, pur turbando alcuni, tutt'al più non riceverebbe privilegi speciali.

Shalom
[Modificato da barnabino 12/10/2017 23:37]
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12/10/2017 23:49
 
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Caro barnabino


Diciamo che non esiste alcun comitato giudiziario per chi si facesse crescere una lunga chioma, pur turbando alcuni, tutt'al più non riceverebbe privilegi speciali.



Se i suoi capelli fossero estremamente lunghi ed egli rimanesse in questa sua posizione , questo potrebbe essere un camminare disordinatamente e quindi essere segnato?



12/10/2017 23:58
 
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Dipende dall'atteggiamento, se il capelluto cominciasse a criticare l'autorità e sostenesse che lui fa quello che vuole in quanto un suo diritto potrebbe finire per essere segnato in quanto persona "disordinata" che finisce per togliere la pace generando disaccordi e frizioni nella congregazione.

Shalom
[Modificato da barnabino 12/10/2017 23:58]
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13/10/2017 00:02
 
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No, io parlo semplicemente del fratello che ha i capelli estremamente lunghi, egli non influenza nessuno in un modo verbale, non critica nessuno e per altro dice che agisce in buona coscienza rispettando il principio della modestia, potrebbe essere segnato?
13/10/2017 00:08
 
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No, io parlo semplicemente del fratello che ha i capelli estremamente lunghi, egli non influenza nessuno in un modo verbale, non critica nessuno e per altro dice che agisce in buona coscienza rispettando il principio della modestia, potrebbe essere segnato?



Non esiste una regola in merito, dipende dalle circostanze.

Shalom
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13/10/2017 00:10
 
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Quali potrebbero essere alcune circostanze?
13/10/2017 00:13
 
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Ad esempio come viene percepita la cosa nella zona in cui vive, nella congregazione, dagli anziani, le spiegazione data alla sua riluttanza ad accorciare la chioma, ecc...

Shalom
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13/10/2017 10:53
 
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Re:
Caro barnabino


Paolo fece circoncidere Timoteo benché avesse tutti i diritti di non esserlo, per non turbare i giudei. Non avrebbe forse "peccato" tecnicamente, ma il suo spirito quale attitudine manifestava?



Se si trasgredisce un principio vuol dire che si pecca. Timoteo turbando le persone del suo territorio e non facendo di tutto per amore della buona notizia se non l'avesse fatto non avrebbe peccato?

Quindi da quello che capisco non si puo dire è un mio diritto quando si prende una decisione in cui si turba la coscienza dei conservi cristiani , ovviamente quando c'è un principio in gioco mentre se si è di fronte a un gusto personale o un capriccio di qualcuno la cosa è ben diversa si dovrà aiutare il fratello a maturare.



13/10/2017 12:55
 
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Se si trasgredisce un principio vuol dire che si pecca. Timoteo turbando le persone del suo territorio e non facendo di tutto per amore della buona notizia se non l'avesse fatto non avrebbe peccato?



Non avrebbe peccato tecnicamente ovviamente. Vorrei che uscissimo da una logica legalista e come insegna Gesù entrassimo in un livello spirituale superiore come quello di Paolo e Timoteo che si rendevano conto di non peccare tecnicamente ma comunque vollero andare oltre per amore dei fratelli... anche i capricciosi a volte.

Shalom
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13/10/2017 13:14
 
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Per quale motivo non avrebbe peccato se stiamo al discorso che abbiamo fatto sopra?

L'aspetto spirituale l'ho capito barnabino rileggi il post 70. "La lettera uccide e lo spirito vivifica" Adesso m'interessa la coerenza nell'aspetto tecnico.

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